Bari – La favola de Zoza
14 Novembre 2024-19:30-15 Novembre 2024-19:30
LA FAVOLA DE ZOZA
produzione Diaghilev
drammaturgia di Paolo Panaro
di Giambattista Basile
diretto e interpretato da Paolo Panaro
con l’Ensemble di Musica Antica
Angelo De Leonardis, basso-baritono
Giuseppe Amatulli, violino barocco
Debora Del Giudice, clavicembalo.
Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile è il più antico libro di fiabe. Scritto nei primi anni venti del secolo diciassettesimo, è una delle maggiori espressioni della letteratura barocca, essendo ricca di tutti gli elementi tipici di questo stile.
L’opera ebbe un successo immediato, che ha continuato a crescere nei secoli. La sua raffinata architettura mescola il racconto popolare e i classici, e inventa la narrazione come gioco.
Nei cinquanta racconti che lo compongono orchi orrendi, draghi, ragazzi sciocchi ma audaci, cavalli parlanti, principesse capricciose, bellissime fate, automi e tantissime altre memorabili figure incantate si muovono tra i paesaggi e i riti del Mediterraneo.
Il Cunto ha ispirato maestri della fiaba come Perrault e i fratelli Grimm, e ha poi continuato a esercitare il suo fascino irresistibile ed esuberante su trecento anni di letteratura italiana ed europea.
Il Cunto è anche un’autentica enciclopedia del napoletano seicentesco, in cui l’autore riversa una miniera di voci e locuzioni appartenenti a molteplici aree semantiche: nomi di passatempi, cibi, vestiti, animali, strumenti agricoli, termini medici, ingiurie, ecc.
Basile riesce a fondere l’autentico dialetto napoletano e le costruzioni sintattiche del Decamerone; coniuga espressioni gergali, proverbi, invettive plebee, con parodistiche metafore nel sontuoso stile barocco dei suoi tempi;
riesce a bilanciare in un geniale equilibrio altezze poetiche e scurrilità, linguaggio sublime e lazzi osceni, ciarlatanismo ed erudizione, erotismo e sentimenti, magia rinascimentale e mitologia popolare.
Rilevante nell’alchimia linguistica del Cunto è anche la componente teatrale, espressa con un sapiente dosaggio di ritmi nella narrazione, che si realizza appieno nei monologhi dei personaggi, il cui linguaggio sembra derivare dai repertori della Commedia dell’Arte.
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