dal 3 al 6 dicembre, al Cinema Abc,
la 34° edizione del festival che indaga l’arte e la cultura africana e della diaspora nera,
utilizzando il linguaggio del cinema.
Organizzato dalla
Comunità di Corte Altini
in collaborazione con numerose realtà locali, tra cui il
Centro Interculturale Abusuan Bari,
i Missionari Comboniani,
l’Arcidiocesi di Bari–Bitonto,
la CGIL Bari,
l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari,
la Caritas Italiana,
il Centro di Cultura Cinematografica ABC,
il festival si avvale del patrocinio e sostegno della
Regione Puglia
e del Comune di Bari
Assessorati alle Culture e alle Politiche Educative e Giovanili.
na selezione accurata di film provenienti da ogni angolo del mondo, in particolare il continente africano, il festival mira a esplorare tematiche universali e storie che risuonano con l’esperienza umana.
Promuovendo al contempo la comprensione e l’empatia, rendendolo non solo un appuntamento cinematografico, ma un’esperienza arricchente e trasformativa.
parte integrante della rete dei festival più prestigiosi dedicati alla cinematografia africana in Italia
Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano
e il Festival del Cinema Africano di Verona –
segue un format collaudato, che prevede proiezioni
pomeridiane e serali di lungometraggi
e cortometraggi realizzati da registi provenienti
dall’Africa e dalla diaspora.
E una sezione con un ciclo di proiezioni matinée per le scuole. Per questa 34° edizione, sono in concorso 8 film, suddivisi in 4 cortometraggi e 4 lungometraggi.
Una proposta cinematografica che si rivolge a tutte le fasce di pubblico, con un focus particolare sulle nuove generazioni, con la volontà di raccontare storie che riflettono le complessità dell’essere umano in relazione al contesto culturale, storico e sociale, con un’attenzione particolare alla diversità e all’inclusione.
Il programma include opere di registi noti per il loro approccio personale e poetico,
come il regista francese
Robert Guédiguian (Twist à Bamako)
che si allontana dalla sua Marsiglia
per raccontare una storia d’amore universale che ripercorre sessant’anni di storia del Mali
e del regista marocchino
Hicham Ayouch (Abdelinho).
Registe donne come la francese Juliette Boucheny (Ativio) Dalmira Tilepbergen (The Gift) e Awa Moctar Gueye (Dusk) propongono uno sguardo che mette in luce le differenze di genere, i legami parentali e le sfide affrontate dalle donne nei loro diversi contesti culturali e geografici.
“A partire dalla sua prima edizione, nel 1990, Balafon ha acceso i riflettori sulle arti e leculture della diaspora nera a Bari.
Afferma Koblan Amissah, promotore del festival – per riflettere su temi universali attraverso lenti culturali uniche e coinvolgenti, utilizzando il linguaggio immediato e universale delle immagini.
L’audiovisivo e il cinema, con la loro potenza espressiva ed immediatezza, hanno la capacità di superare i confini culturali, favorendo una comprensione più profonda di temi globali quali la giustizia sociale, l’interculturalità, l’identità, il dialogo interreligioso e la diversità.
Il nostro pubblico è fatto di spettatori fedeli che aspettano con trepidazione la rassegna, e negli anni abbiamo rivolto un’attenzione particolare alle nuove generazioni.
Consapevoli che il cinema non solo intrattiene, ma educa e ispira, spingendoci a riflettere su chi siamo e su chi vogliamo diventare in una società sempre più interconnessa.”