RAGAZZI INVISIBILI
Una piccola storia d’amore

CAPITOLO IV
Quando il gruppo si incontrò di nuovo, Lucrezia si rese conto indispettita che l’unica sedia libera era proprio quella accanto a Lorenzo.
Cercava di sembrare indifferente, come se nulla fosse accaduto, non gli voleva dare nessuna soddisfazione. Le sembrò però che il ragazzo, mentre ostentava uno sguardo fisso davanti a sé, ogni tanto sbirciasse verso di lei con la coda dell’occhio credendo di non essere visto.
Le veniva quasi da ridere mentre pensava “Che tipo strano”. Lorenzo non era più arrabbiato con Lucrezia per la discussione della volta precedente.
Si ripeteva che era soltanto una sciocca romantica e gli era indifferente. Non la capiva proprio quella ragazza. Però non riusciva a non pensare a lei e ogni tanto cercava di guardarla di sottecchi.
Si sentiva strano. Il nuovo tema dell’incontro era sui diritti delle donne, confrontati nelle varie epoche. Tutti parlarono, tranne i due ragazzi che questa volta si limitarono ad ascoltare gli altri e ogni tanto a sorridere pur non sapendo il perché.
Quando l’incontro terminò si trovarono a prendere la stessa strada. Lorenzo, vedendola da sola più avanti, la raggiunse e le domandò: “Ma tu l’altra volta non hai fatto un’altra strada?” “Sì, ora sto andando a prendere l’autobus. Vado a dormire da mia nonna che mi ha chiesto di farle compagnia per questa notte”.
Dopo un attimo di imbarazzante attesa, Lorenzo riprese: “Interessante l’argomento di questa volta, sei d’accordo?”.
Lei annuì compiaciuta. Oggi le sembrava un ragazzo diverso. “Hai notato che Silvia ogni volta parla sopra gli altri, come se i suoi pensieri andassero a ruota libera?” disse Lucrezia.
Il ragazzo scoppiò a ridere: “E tu hai visto come Riccardo strizza gli occhi?” anche la ragazza rise. Stranamente si sentivano bene.
Decisero di scambiarsi i numeri di telefono e magari un giorno di uscire insieme. Qualcosa stava cambiando, provavano una piacevole curiosità l’una per l’altro, una simpatia ancora incerta ma pronta a trasformarsi in qualcosa di più.
Prima di separarsi, promettendo un appuntamento, entrambi arrossirono. Quella notte, nelle loro stanze, rimasero pensosi senza riuscire a prendere sonno.
Forse avevano trovato qualcuno per il quale erano visibili. Il giorno dopo Lucrezia, anche se non aveva dormito molto, si alzò presto e notò una notifica sul cellulare: “Strano, chi mi avrà mandato un messaggio?” non eraabituata a riceverne di prima mattina.
Aprì WhatsApp e vide che Lorenzo, le aveva scritto: “Ti va di uscire venerdì?” Lei, felice, rispose di sì, che potevano andare in una pizzeria vicino casa dove Lucrezia si recava spesso con la sua famiglia.
Preparavano un pizza eccezionale. E così si incontrarono di nuovo. Seduti a tavola, con le loro pizze fumanti davanti, cercavano disperatamente di parlare, ma le parole non si formavano.
Sembrava che fossero diventati muti, i loro occhi però parlavano per loro: gli sguardi timidi dicevano di dolci speranze e dolci desideri.
Iniziarono a mangiare in silenzio, ogni tanto si guardavano e sorridevano arrossendo imbarazzati. Non capivano il perché, ma sentivano delle emozioni forti crescere dentro di loro e volevano che la serata non finisse mai.
Purtroppo arrivò la mezzanotte e dovettero ritornare a casa.
Fine capitolo IV
In copertina: Gustav Klimt – (1862-1918) – Ritratto di giovane donna
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