di Gianni Pantaleo.
Colgo al volo, la presenza del Maestro Ohashi, fondatore dell’Ohashiatsu® /Ohashi Method®, in occasione del corso organizzato ad Ostuni da Rossana Tursi, Certified Ohashiatsu Instructor Senior di Bari,
In questa occasione, il Maestro ha insegnato a 26 studenti provenienti da diverse città d’Italia e d’Europa, il secondo Livello Avanzato, ovvero l’ultimo livello del programma Ohashiatsu.
L’Ohashiatsu è una tecnica corporea, messa a punto dal Maestro Ohashi nel 1974 e poi sviluppata nel corso di 50 anni ed insegnata in tutto il mondo.

Rossana Tursi e il Maestro Ohashi
L’Ohashiatsu è un metodo di contatto tonificante basato sulla filosofia di cura orientale; incorpora tecniche di contatto, movimento, meditazioni e filosofia. A Bari è presente una scuola di formazione Ohashiatsu fondata nel 1998 da Rossana Tursi.
Spesso dimentichiamo quanto il nostro corpo non sia solo materia. Penso, Maestro, che sia una conditio da contaminazione di un finto benessere che l’Occidente ormai premia più sul fisico che sulla mente. Quali tecniche dovremmo adottare noi “figli” dell’ansia, della fretta, del tutto e subito, perché ci si possa avvicinare alla filosofia dell’Ohashiatsu?
In realtà amo molto questa domanda, perché mostra perfettamente il motivo per cui esistono i cinque principi dell’Ohashiatsu:
Sii presente.
Usa entrambe le mani.
Sii continuo.
Sii naturale.
Sii rispettoso.
Questi principi guidano gli studenti nella pratica della tecnica corporea dell’Ohashiatsu, ma in realtà li aiutano anche nella vita quotidiana.
- Sii presente: sei già abbastanza così come sei.
- Usa entrambe le mani: partecipa pienamente alla tua vita.
- Sii continuo: porta a termine ciò che hai iniziato.
- Sii naturale: sii te stesso, senza maschere.
- Sii rispettoso: rispetta te stesso e rispetta gli altri.
A tale proposito, la nostra insegnante Certificata Ohashiatsu Senior, Rossana Tursi, mette in pratica questi principi nei suoi corsi di Ohashiatsu che tiene qui a Bari dal 1998.
Quando insegna il corso Primo Principianti (la formazione prevede in tutto 6 livelli) è proprio questo che gli studenti imparano — e poi lo applicano nella loro tecnica.
La connessione energetica trasmessa da un corpo ad un altro è una sensazione che abbiamo dimenticato. Il tatto e l’olfatto sono tra i sensi, i più primitivi e naturali di un essere vivente.
Lei, Maestro, proprio attraverso il tatto, riequilibra l’energia di un corpo in tensione frutto di una vita disordinata. L’Ohashiatsu è anche spiritualità?
È difficile dirlo, perché la spiritualità è qualcosa di profondamente personale, e assume forme diverse per ogni individuo.
Sì, mi auguro che attraverso la pratica di questa tecnica una persona possa scoprire o avvicinarsi alla propria dimensione spirituale.
Ma se questo non accade, va bene lo stesso.
Se l’Ohashiatsu riesce ad avvicinare qualcuno alla propria spiritualità, ne siamo felici, ma non è questo il nostro obiettivo principale.
Ti invito semplicemente a provare: pratica l’Ohashiatsu o ricevi un trattamento Ohashiatsu, e presta attenzione a ciò che senti.

Terminata una seduta di Ohashiatsu, lei Maestro, cosa suggerisce al cliente perché non dimentichi la sua attenzione per il suo corpo?
Se il ricevente ha una condizione cronica, è importante che continui i trattamenti con un operatore certificato Ohashiatsu, perché molti squilibri richiedono tempo per essere armonizzati.
Il mantenimento della salute, infatti, è un percorso che dura tutta la vita. A casa, le persone possono praticare con i propri familiari, condividendo così momenti di benessere.
La tecnica base dell’Ohashiatsu è il carponamento, un movimento particolarmente benefico per la schiena.

È fondamentale dedicarsi ogni giorno a qualche forma di esercizio, qualunque essa sia, per rinvigorire la propria energia vitale.
Durante i corsi di Ohashiatsu, i nostri Istruttori insegnano anche alcuni esercizi semplici da eseguire autonomamente, per mantenere il flusso dell’energia equilibrato e vitale.
Un corpo e il suo spirito, o anima, o energia, ma comunque la spiritualità. Maestro: i suoi insegnamenti sono traguardi che ogni essere umano dovrebbe applicare su sé stesso?
Anche in questo caso, la spiritualità è un’esperienza profondamente personale.
Se diciamo “devi” o “si deve fare”, le persone lo percepiscono come un’imposizione, quasi come un obbligo a raggiungere l’illuminazione — e questo le allontana.
È molto meglio dire semplicemente: “prova, se vuoi”.

Finché noi continuiamo a esserci, a insegnare e a rendere l’Ohashiatsu accessibile, c’è sempre la possibilità che qualcuno ci incontri… e forse, in quel percorso, scopra anche la propria spiritualità.
Maestro: il raggiungimento di uno stato di serenità psico-fisica, rende senza dubbio migliore un essere umano. È anche essere vicini all’Immenso (Dio, Signore, Onnipotente…)? Di qualsiasi fede Egli o Esso sia…
Come esseri umani siamo costantemente in movimento tra diversi stati. Alcuni potrebbero chiamarli, con termini orientali, Kyo (vuoto) e Jitsu (pieno).
Puoi raggiungere la serenità, ma se restassi in quello stato per sempre… saresti ancora vivo?
La nostra mente e il nostro corpo sono in continuo mutamento, immersi in un flusso dinamico e spesso caotico.
Il modo in cui riusciamo a incontrare il nostro caos con serenità, può avvicinarci a una fede più profonda in noi stessi.
Non preoccupiamoci troppo di essere sempre sereni o perfetti: piuttosto, godiamoci la vita — e anche il nostro caos.

Se desideri imparare a vivere meglio questa condizione umana, ti invito a partecipare a un corso di Ohashiatsu: potrà davvero aiutarti a trovare equilibrio e consapevolezza.
Ci si accomiata dal Maestro Ohashi, con una serenità interiore quasi come se l’intervista fosse stata terapeutica. Il senso di pace che il Maestro trasmette, è un’istintiva e naturale rapportarsi con un Uomo la cui indole docile è il raggiungimento di una quiete dell’anima.
Anima che ammetto, è indubbiamente contaminata dal caos inconscio che quotidianamente viviamo nella società. Corri. Acchiappa. Accendi. Digita. Cerca. Rispondi. Il mouse, il cellulare, la pubblicità, le moto, il traffico, le imprecazioni…
Fermiamoci a respirare.
Gianni Pantaleo.
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