di Antonio Pisani.
Si è aperta il 20 novembre, la quattro giorni de La Cenerentola al Teatro Petruzzelli di Bari: un balletto in tre atti con coreografia di Jean-Christophe Maillot,
musica di Sergej Prokof’ev,
scene di Ernest Pignon-Ernest,
costumi di Jérôme Kaplan
e light design di Dominique Drillot.

La lettura di Maillot propone una rilettura moderna della fiaba, relegando in secondo piano il sogno della contadina che sposa un principe e valorizzando invece l’influenza emotiva che chi non c’è più esercita sulla vita dei vivi.
La scena iniziale, in cui Cenerentola stringe a sé un abito della madre defunta, sottolinea efficacemente questo tema.
Perfino la famosa scarpetta di cristallo viene sostituita da un piede nudo, illuminato da una delicata polvere d’oro.

Il piede nudo di Cenerentola diventa così il simbolo del balletto: esprime non solo la semplicità della giovane, ma anche il suo valore umano e l’importanza di una parte fondamentale del corpo per la danza.
Anche la matrigna e le sorellastre sono rilegate in chiave moderna: la prima, una donna bella e seduttrice; le seconde, giovanissime e soggette alla sua influenza.
In questo contesto viene messa in luce l’inutilità della sontuosità e della ricchezza rispetto alla semplicità e all’onestà d’animo, qualità che alla fine spingono il principe a scegliere la contadina invece delle false e vuote bellezze seduttive — un tema ancora attuale in un’epoca dominata dall’apparenza, dal potere e dall’ipocrisia.

Maillot descrive, nella sua Cenerentola, un’interpretazione non priva di umorismo di una società fondata sull’artificio, dove la ricerca compulsiva del piacere allontana gli individui dal senso della realtà.
Oserei definirla una fiaba moderna, che prende spunto da quella tradizionale, donandole nuova linfa e aggiornandola ai nostri tempi, pur trattando temi antichi e universali, adattabili a qualsiasi ambito — dai rapporti umani all’amore, dall’amicizia al lavoro.

Il “Ballets de Monte-Carlo” completa l’opera: con la danza, sublime e spettacolare, dà vita ai personaggi interpretandoli con perfezione, mostrando una bravura straordinaria e raccontando la fiaba nei minimi dettagli, tanto da rendere comprensibile la nuova lettura di Maillot anche a chi non se ne fosse informato. Lo spettacolo mette in evidenza l’eccellenza interpretativa di tutti i ballerini.

Un evento unico, da vivere almeno una volta nella vita per chi ama l’arte, la danza e la musica. Grandissimi e meritati applausi a tutti i protagonisti.
Antonio Pisani.
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