di Gianni Pantaleo.
Prendere sul serio il proprio mestiere, è una rara capacità individuale. Nel corso dell’intervista a Luca Mastrolitti, non poche polemiche saranno sollevate.
Soprattutto nel mestiere dell’artista di palcoscenico. Arte, quella della Prosa, non certo facile, perchè sono indispensabili attitudini a rivedere se stessi ogni volta che entri in un ruolo.
Capacità introspettiva che rimodula continuamente se stessi perchè quel ruolo sia corrispondente alla realtà.
Umiltà (dote eccezionale per gli artisti), valore e privilegio di saper poi uscire, da quel ruolo e tornare se stessi.
L’artista è un artigiano dell’Arte. Il lavoro è quello che egli fà poi in scena. Luca Mastrolitti, artigiano delle Arti, lega la sua professione di attore a questo: esprime l’Arte Letteraria, in Prosa, perchè come lui stesso dice: “Il teatro si studia, non si improvvisa”.
Luca Mastrolitti
La sua è una carriera cominciata di amore per il teatro. Il suo, quindi è stato un percorso che ha perfezionato la tecnica con lo studio. Esiste l’autodidatta senza lo studio?
Intanto un buon tutto (buongiorno, buon pomeriggio e buonasera) a tutti i lettori, dipende da quando leggeranno quest’intervista. Esiste l’autodidatta!?
Esiste il fuoco sacro, la passione, per il teatro e altre arti, ma lo studio è alla base di tutto, vi faccio un piccolo esempio, è come se un ragazzo di 18 anni aiuta un suo amico che sta male e il giorno dopo diventa medico…
No! Per diventare medico devi studiare, devi conoscere e vale lo stesso anche per il teatro, Il teatro si studia non si improvvisa, anche se qualcuno potrebbe storcere il naso, perché molti, soprattutto a Bari pensano che il teatro sia un secondo lavoro o un passatempo, che potrebbe anche esserlo ma bisogna pensare anche chi lo fa di mestiere, chiedo scusa per questa piccolissimo sfogo.
Intende, allora, che lo studio è importante. Nel vastissimo panorama della prosa locale, c’è però, una generazione, quella degli anni ’60, che non ha avuto bisogno di una preparazione tecnica. Cos’era? L’età dei talenti?
Lo studio come ho già detto è molto importante, per diventare medici si studia, per diventare cantanti lirici si studia o pianisti o maestri d’orchestra, per diventare avvocati si studia, per diventare ballerini si studia.
Il teatro è ancora in un limbo, c’è chi pensa che basta salire su un palco o accendere un telefonino e sei attore.
E c’è chi pensa che prima di salire su un palco devi studiare. Io faccio parte della seconda categoria. Anni 60’… erano altri tempi, un modo di vivere completamente diverso sicuramente in quel periodo, ma anche prima sono nati dei talenti nessuno lo mette in dubbio che però si sono affinati e migliorati con la gavetta, basta pensare ai fratelli De Filippo.
La sua professione di attore ha percorso molteplici strade. Esiste un parallelo tra teatro di tradizione e teatro d’avanguardia?
Il teatro è uno. Secondo me è sbagliato dare un aggettivo al teatro, teatro è anche la Santa Messa, spiego: c’è un pubblico (i fedeli) c’è il prete (“l’attore”, passatemi il termine) e c’è un palco (l’altare), ma è teatro anche la professoressa con la classe, quindi fare distinzioni nel teatro secondo me è sbagliato… Il teatro è unico.
Si può considerare il teatro di tradizione, l’evoluzione del teatro contemporaneo? Dopotutto il teatro di tradizione, è la storia del passato…
Sotto questo punto di vista diciamo di sì: il teatro di tradizione è la storia del passato. Però dal passato siamo passati al futuro.
Ripeto il teatro è unico, perché io posso decidere di interpretare un personaggio o una storia del passato e ambientarla nei giorni nostri e il contrario ecco dov’è la bellezza e l’unicità del teatro.
Rocco Capri Chiumarulo, Anna Garofalo, Rossella Antonacci, Licia Lanera, per citare solo alcuni dei suoi maestri. Ruoli e interpretazioni differenti e comunque, importanti. Di fronte a maestri della prosa citati, il suo essere attore è figura che si presenta pronto a nuove esperienze teatrali?
Io nasco pronto e per me la risposta potrebbe concludersi qua. Ma un attore dev’essere pronto a mettersi in gioco sempre e ad affrontare nuove sfide anche sbagliando perché no, e dev’essere pronto a cambiare e non sedersi sugli allori e vestire sempre i panni dello stesso personaggio.
Dev’essere anche in grado di fermarsi per un po’, osservare e osservarsi e magari trovare l’input per riprendere, cosa che a me è capitata.
“Ato – racconti di uno speaker diventato un angelo”
di Luca Mastrolitti
E comunque in ogni cosa che faccio, in ogni personaggio che interpreto, mi domando sempre i miei maestri come avrebbero affrontato questo personaggio e metto un po’ di tutti… diciamo 80% del mio e il 20 dei miei maestri, insomma il concetto finale è che l’attore dev’essere pronto e deve saper dire anche di no.
Non teme che un ruolo completamente sconosciuto alla sua carriera professionale, possa crearle difficoltà ad “entrare” in quel personaggio?
No, perché anche per “entrare” nel personaggio si studia, si studia il suo modo di fare, si studia l’epoca in cui il personaggio vive.
da “Binario 1” di Alessandro Zizzo
Ti fai delle domande, tipo perché in quel momento il tuo personaggio dice quella determinata battuta, il rapporto con gli altri personaggi, in teatro si studia sempre, anche per un personaggio comico, si studia la parlata, il modo di camminare, l’equazione è semplice il teatro sta allo studio come lo studio sta al teatro.
Attore e autore: “Ato – racconti di uno speaker diventato un angelo” e “Varietà”. Doti da professionismo datato. Ma lei è giovane. Cos’è: un dono?
Dono? Macché! Il primo spettacolo che ha citato è un racconto per far conoscere mio fratello che non c’è più dal 2017 e in quel caso è stato semplice scrivere e ricordare.
Varietà è un mio piccolo e modesto omaggio a quello che era il varietà e l’avanspettacolo di tanti anni fa, tant’è che ho preso dei pezzi del compianto Pippo Volpe e quando lo portai in scena, ho avuto l’onore di avere tra il pubblico la moglie di Pippo e Angela Minafra che mi fece i complimenti e mi disse “Sono contenta che i testi di mio marito siano finite in buone mani”.
Chissà se un giorno questi due spettacoli e anche altro riusciranno ad avere una piccola produzione e una piccola tounée, sognare non costa nulla.
“Varietà” di Luca Mastroliti
Luca Mastrolitti, attore. Luca Mastrolitti, uomo. E’ complesso il suo lavoro di attore, perché è complesso scindere se stessi dal ruolo da interpretare. Nei suoi personaggi, c’è sempre qualcosa di lei?
Dipende dai personaggi, dipende dal testo, dipende da tante cose cercare di scindere l’uomo dall’attore, ma anche l’attore è uomo…
Spot Comune di Bari: “Non essere prigioniero dell’auto”
di Clemente Corallo
Bisogna essere bravi a lasciare la vita privata all’ingresso del teatro e riprenderla dopo, quando l’attore entra in teatro deve vivere e respirare ogni angolo del teatro, il foyer, il botteghino, la cabina di regia, il palco, i camerini.
Può sembrare folle ma non è così, poi quando entri in camerino e inizi a prepararti, lì è il momento veramente di staccare con la realtà e concentrarsi.
Pensi, e pensate cari lettori, che io sono il primo ad arrivare in teatro e l’ultimo ad andarmene, il teatro come luogo va vissuto dall’attore.
E chi vediamo in scena dei due Luca?
Domanda secca, risposta secca 90% Luca attore e 10% Luca uomo, ma come ho detto prima tutto dipende dal testo e dal personaggio.
da “La fidanzata del mio migliore amico” di
Daniele Condotta
Grazie.
Grazie a voi, vi auguro tante buone cose un grande saluto a tutti i lettori di ARTI LIBERE e alla redazione sperando di incontrarci a teatro.
E comunque a prescindere da me: andate a teatro e se posso aggiungere una cosa il 22 febbraio andrà in onda un show televisivo “LOL talent Show” su Amazon Prime dove ho avuto l’onore di partecipare con la mia partner di scena Mary Triggiano.
Purtroppo non abbiamo vinto, però essere approdati su Amazon Prime non è da tutti i giorni. Ancora grazie e un grande abbraccio da me Luca Mastrolitti.
P.S. La prossima volta diamoci del tu… ahahaahahahahahahahahahah
Storicizza la sua professione. Salta dal passato a oggi perchè studia. Lo studio inteso come indagine documentata dell’arte della Prosa. Dimostra un’identità artistica contemporanea con la memoria e li propone con i suoi lavori teatrali.
Luca Mastrolitti ha plasticità artistica, consapovelozza di chi è quando è un personaggio. Questo lo rende un attore protagonista del profilo di quel ruolo fino a renderlo reale, frutto questo, di uno studio accurato di un personaggio al quale darà vita in scena.
Gianni Pantaleo.