di Anna Landolfi.
Da sempre la magia m’incanta. Potrò sembrare una credulona, ma il potere di quegli occhi che brillano di fronte ad un coniglietto che sbuca da un cappello, continua ancora oggi, non più ragazzina, a sorprendermi.
C’è il trucco. Eppure non voglio saperlo. Non voglio capire. Resto fermamente bambina convinta che la magia esista, altrimenti con Max Barile, di professione mago, correttamente si dovrebbe scrivere prestigiatore, ma insisterò su mago, non starei con la bocca aperta e gli occhi sgranati dalle sorprendenti virtù della Magia.
Max Barile. Ph. Antonio Fascicolo
Max, azzardo l’intervista dall’ultima domanda, quella che lei formula durante il percorso della sua carriera: “…il futuro? Tutto da scrivere”. Mi scusi, ma lei è sempre nel futuro.
La magia non segue la dimensione del tempo. Fosse possibile, lei sarebbe ieri come domani. Sa perché? Perché lei è un mago e ha facoltà di gestire il tempo. A parte la tecnica, non crede che le sue facoltà siano doti speciali?
Credo che la mia dote speciale sia quella di saper prendere per mano il pubblico conducendolo in un mondo dove la fantasia diventa realtà.
Un mago ha l’alto compito, con il suo spettacolo, di fare trascorrere al pubblico una parentesi di svago lontano dai problemi di ogni giorno.
In un’epoca avocata alla tecnologia dove tutto pare essere a portata di mano e dove la magia dell’attesa è solo tra le righe di una poesia di Pedro Salinas, trovo sia un compito importante quello dell’incantatore, del prestigiatore, mantenere la promessa di una serata di prodigi.
Mago, scrittore, disegnatore. Discipline legate tra loro perché tutte fanno parte di un’arte che è quella che fonde fantasia e creatività. Sia sincero: avrebbe potuto fare un lavoro diverso da quello che fa?
Lei non ci crederà ma ho pure provato a occuparmi di attività diverse con il risultato che ogni volta il destino mi ha rimesso sul palcoscenico. Di conseguenza posso sinceramente rispondere che non avrei potuto fare un altro lavoro.
La sua formazione è stata anche ricerca. Oggi è quello che è perché studiando ha fatto della magia l’arte che più incanta il pubblico.
Dica la verità: chi è più sorpreso durante le sue esibizioni? Lei o il pubblico? Sono quasi certa che voi artisti, guardandoci dall’altra parte del palcoscenico, restiate sorpresi di quanto noi si sia… sorpresi.
E’ vero. L’incanto per il mago è guardare la meraviglia negli occhi di chi assiste, nello stupore di un bambino e nella sorpresa di un adulto, ed è in quella meraviglia che il prestigiatore ritrova se stesso e il senso della propria esistenza, una vita come lei giustamente dice fatta di studio, di continua ricerca e perfezionamento pensando che in fondo ne è valsa la pena.
Ne è fiero? Non è facile sorprendere il pubblico odierno, sa? Oggi chi applaude un artista, ha una preparazione contaminata dai social, dai mass media, dai selfie e da proprie pseudo-produzioni amatoriali di show e banali esibizioni… Sorprenderlo non è cosa facile.
Ha ragione, in epoca di tutorial e di improvvisazione, in cui “Dobbiamo sapere tutto, per farne niente” per citare Elena Ferrante, è importante essere preparati, avere gli strumenti che consentano all’artista di costruire un percorso narrativo che il pubblico amerà percorrere.
Non è importante solo la conoscenza del cosiddetto trucco, ma anche lo studio di arti annesse. Il bravo affabulatore saprà mettere tutto insieme dando vita a un’esibizione che sarà certamente apprezzata. Dunque, sì, ne sono fiero ed è la mia gioia.
L’incontro con Tony Binarelli. Un giovanissimo mago di fronte al Gran Maestro. Strade percorse con lui. Un’amicizia che le ha permesso di diventare Max. Che allievo è stato con il Maestro Binarelli?
Certamente rispettoso, riconoscendo la sua maestria e i suoi anni di esperienza, cosa che vedo talvolta mancare nei giovani di oggi.
La sua scomparsa mi ha fatto soffrire tanto, per questo ho voluto dare vita allo spettacolo tributo a lui dedicato.
Le confesso che sono ancora profondamente legato al ricordo di Tony, guardo con nostalgia i suoi poster, conservo numerosi articoli di giornale, sfoglio i suoi libri e mi soffermo su segreti e preziosi consigli.
Ancora adesso guardo i video tratti dalle sue esibizioni in TV e scopro finezze che fanno la differenza nel modo di proporre al pubblico il gioco di prestigio. Sono stato e rimango un suo grande estimatore.
La carriera la proietta nel firmamento dello spettacolo. Televisione, teatro, premi, galà… Direi che l’entusiasmo per il suo lavoro nasce dalla sua magia.
Domando e mi scuso per essere impertinente: ma lei ci crede alla magia? Posso risponderle io? Io sì, eccome! Non perché sono una credulona, ma perché chi è mago è speciale…
Sì, io ci credo alla magia. La magia è tutta intorno a noi dobbiamo solo riconoscerla, risvegliarla dove è sopita e quindi viverla.
Come nella favola di Hermann Hesse, “l’infanzia del mago”, il bambino perde il potere dell’incanto quando diventato adulto smette di crederci sopraffatto dalla normalità. Occorre impedire alla normalità di sopraffarci. La magia è molto più divertente.
ARTACATABRA, IL FAVOLOSO MONDO DI MAX, le cito due dei suoi spettacoli. Già i titoli dimostrano una preparazione da sceneggiatore e regista: possono essere tranquillamente pièce di opere teatrali. Tutto condensato nell’arte della magia.
Questo dimostra le sue doti di scrittore. Il cinema è finzione. La magia anche? In teatro non si finge. Ergo: quello che vedo è vero e quindi ci credo. Sono in errore?
Esatto, la finzione in magia non esiste, le azioni del mago sono reali ma i tecnicismi non vengono mostrati perché a differenza del giocoliere che deve esaltare la sua bravura, il mago deve celarla a vantaggio del suo vero scopo: creare il senso di meraviglia che è l’essenza stessa della sua arte.
In merito ai miei spettacoli teatrali, le racconto un aneddoto. Da ragazzo, cresciuto in un piccolo quartiere di Bari, cercavo riferimenti per aver modo di approfondire l’arte del palcoscenico.
Quindi rintracciavo numeri di telefono e chiamavo questa o quella compagnia allora esistenti. In una di queste telefonate, una signora mi chiese cosa facessi e alla mia risposta “il prestigiatore”, con tono di compatimento, mi redarguì: “ma noi facciamo la prosa”.
Ecco, quella risposta mi ha segnato, quasi offeso, l’arte della magia non è meno prosaica è proprio sull’uso della parola che, sin dall’antichità, fonda le sue narrazioni.
Così mi sono concentrato nella scrittura di spettacoli che, appunto, potessero definirsi pièce teatrali. A tal proposito le annuncio che “il Favoloso Mondo di Max” andrà nuovamente in scena a Bari il 6 gennaio 2025 al Teatro Casa di Pulcinella.
Cos’è l’illusione?
Credo sia qualcosa di molto concreto, un inganno della percezione che conduce chi guarda un dipinto o assiste a un’opera teatrale, verso fantastici approdi. Nello spettacolo “Artacadabra” parlo proprio di questo.
Le cito una frase di Aldo Savoldello, il famoso mago Silvan: “La magia è nella mente di chi crede ed è convinto che esista”. Ma allora, cosa fa il mago?
Il mago crea i presupposti, indica un percorso, orchestra i prodigi e il pubblico fa la sua parte. E’ nella mente dello spettatore che deve aprirsi la porta che consentirà alla fantasia di entrare, facilitando il compito del prestigiatore a cui non interessa burlarsi di chi assiste ma piuttosto dare vita a uno spettacolo fantastico che farà sognare a occhi aperti grandi e piccoli.
Purtroppo ci sono ancora oggi persone che vedono nella proposta del mago una sfida alla loro intelligenza, raccolgono un guanto che nessuno ha mai lanciato con il risultato finale di non godersi lo spettacolo, quando addirittura non lo disturbano.
Lei è cofondatore e vicepresidente del Club Magico Pugliese ed è anche il direttore artistico. Hocus Domus è il format creato da lei e che ammiriamo sulla piattaforma YouTube.
Attività didattiche e competitive che migliorano le tecniche della magia. Che uomini sono i maghi? Chi fa il mago non è un uomo qualunque, suvvia…
Il Club Magico Pugliese è una realtà che abbiamo voluto fortemente sin da ragazzi io e i miei amici e che oggi organizza conferenze, incontri sia ludici che culturali e il Trofeo dedicato a Tony Binarelli.
Il nostro obiettivo è quello di stimolare lo studio della magia e l’amicizia tra i soci. Hocus Domus è un format, come suggerisce il nome, girato tutto in casa, con diverse rubriche, esibizioni mie e di altri maghi, interviste e momenti dedicati alla storia della magia.
Il titolo è un divertente connubio tra la formula magica “Hocus Pocus” e il nome latino della “Domus Romana”.
La durata di ogni puntata non supera i quindici minuti, una via di mezzo tra i tempi dello spettacolo televisivo a me più consoni e quelli veloci dei video di YouTube.
Soltanto le due puntate speciali di Natale e di Capodanno hanno una durata di circa 50 minuti ognuna. L’idea era quella di regalare un vero è proprio spettacolo sempre disponibile sul mio canale.
I maghi sono uomini e in quanto tali soggetti alla loro indole, di conseguenza possono essere molto magici oppure molto umani.
E chi è l’alter ego di Max? Posso chiedere chi è Massimiliano Barile?
Max Barile è il nome d’arte che ha sostituito il più altisonante “Maximilian” utilizzato all’inizio della carriera, quindi Max e Massimiliano sono la stessa persona.
Il mio alter ego è senza dubbio Kappadicuori, il protagonista dei romanzi che scrivo, un uomo scaltro, un eroe atipico, pieno di difetti e di contraddizioni che alla fine vince sempre.
Io sono diverso, uno a cui non importa di vincere a tutti i costi, ma che si impegna a fare bene il suo lavoro. Sento di essere in armonia con il Cosmo, cosciente che il flusso degli eventi è fatto sia di affermazioni che di delusioni, accettando queste ultime si affronteranno con maggior consapevolezza i nuovi traguardi.
Oltre a ciò, credo di aver conservato il lato fanciullesco che mi permette di essere quello che sono. Lei mi chiede chi è Massimiliano Barile: è quel bambino che ancora oggi si emoziona quando sfoglia con cura i suoi preziosi libri di magia.
Max cita Hesse. Quanto Max sia riuscito a consolare quel tratto di bambina che tutt’oggi preservo! “…il bambino perde il potere dell’incanto quando diventato adulto smette di crederci sopraffatto dalla normalità”.
E’ una considerazione fantastica. Quel diventare grandi per perdere quella innocenza che dovremmo tutti preservare. Max Barile con la sua magia, ci aiuta a recuperarla.
In un mare di astuzie e malintesi, un mago è l’antidoto per ritornare ad essere migliori e Max con la sua magia, è il rimedio per un mondo migliore.
Anna Landolfi.