Bari – D’istinto, da dote naturale, dalla ricerca. E’ da qui che comincia la professione di Maria Roberto, in arte Malika R, grafico, pittrice, creatrice di quella disciplina detta “Arti Visive” e che applica con il disegno, i bisogni interiori, manifestandoli con il segno e il colore.
Tecniche antiche, l’acquerello e i pastelli, insieme alle punte di grafite, chine e olii, Malika R, che vive e lavora a Sammichele di Bari, dimostra un layout professionale che le permette di esprimere su carta o su tela, le sinossi di coloro i quali, dalle parole hanno bisogno di un’immagine. La trasposizione di un testo, diventa visione immediata agli occhi di chi ascolta o legge.
Intervistata, l’artista si propone franca e sincera.
Non potrò non considerala un po’ più “speciale” di altri. La sua non è una professione comune. La sua è una preparazione introspettiva del mondo, altrimenti non sarebbe un’artista. Quali orizzonti ha esplorato prima di capire quale fosse il suo?
In verità, fin da quando ero piccola ho sempre avuto questa predisposizione naturale all’arte. Mamma mi ha sempre detto che prima di parlare ho iniziato a disegnare e vedendomi ora, mi rendo conto che per me è molto più facile esprimermi con un disegno che con le parole.
Non perché non riesca a voce ma tuttora, se voglio raccontare un qualcosa, lo faccio attraverso l’arte, sia pittorica che attraverso lo scrivere delle storie o realizzare dei fumetti.
Luce magica, olio su tela, 70×50, 2020
Per quanto riguarda l’esplorazione di altri orizzonti, devo dire che ultimamente mi sta capitando di voler intraprendere varie vie. Essere ferma su un solo modo di fare arte, non mi è congeniale tanto che non disdegno affatto il mondo letterario e musicale. Ecco, ad oggi, poiché ho solo percorso la via artistica del dipingere e disegnare, vorrei cimentarmi nell’apprendere come cantare o suonare uno strumento oppure dedicarmi allo studio della letteratura. Questo mio voler esplorare nuovi territori, mi ha fatto capire che non ho un unico orizzonte che mi attende, sono molto poliedrica come ragazza e come persona e rimanere in un solo dipartimento stagno non fa per me.
La domanda precedeva la sua professione: grafica, scenografa, le arti del teatro. Non è cosa e mi scuso se mi ripeto, una “banalità” la scelta della sua professione. Posso chiederle se c’entra la bellezza? Ovvio, intesa come bellezza divina, non materiale…
Forse si, forse no. In poche parole, tutto quello che faccio è mosso da un qualcosa di invisibile, perché non so spiegarlo. Non so perché ho iniziato a disegnare o perché ho la passione per la musica o la letteratura.
Se ci penso e questo potranno confermalo anche i miei familiari, tutto quello che ho fatto finora, è stato fatto senza che qualcuno mi abbia portata a fare quelle determinate scelte. Ho scelto io di fare delle cose e forse è merito della mia curiosità.
Solitudine 40×30 cm. olio su tela 2021
Forse il ricercare, appunto, quella bellezza divina, l’Amor Sacro, citando il titolo di un’opera del pittore Tiziano, mi porta a fare arte che, attenzione, per me è un esprimersi. È una cosa intrinseca del mio essere l’arte. Non mi definisco Artista, non ho quella presunzione.
Sono gli altri che devono “definirti” Artista, non è un titolo del quale ci si può appropriare con uno schiocco di dita. Io mi definisco “interprete delle emozioni” e in quanto tale, cerco sempre di raffigurare quella bellezza nascosta anche nelle piccole cose.
The Red Death digital painting 2023
L’estetica. Allo sfarzo del Barocco, alle “altre” realtà surrealiste, al concettualismo del “pensiero” che si tramuta in forma, che dimensione occupa Maria Roberto?
Lo ammetto, sono una ragazza “vecchio stampo”. Il concettualismo moderno dell’Arte così come tutte le altre forme che la costituiscono non sono molto affini col mio essere.
Già nel leggere la parola “barocco” mi si sono illuminati gli occhi. Se penso a me ed a quello che sono, direi che in me vive (inteso da un punto di vista artistico ed anche letterario) il Romanticismo.
È il primo su tutto, poi vi è il Barocco, con i suoi immensi ghirigori in oro alternati al vuoto della concavità di essi, un po’ di Rinascimento e il Neoclassicismo.
Kyrie Eleison 70×50 cm. matite colorate su carta tonale 2021
Vi è qualche tocco di contemporaneità nella mia arte ma è legata a pittori contemporanei figurativi quali Roberto Ferri o Costa Dvorezky, i quali affrontano il modo di fare pittura con le tecniche del passato ma affrontando temi contemporanei e quotidiani.
L’estetica, quindi, gioca un ruolo fondamentale. Tutto deve avere un’armonia e un proprio peso, non si possono prendere vari elementi diversi e metterli insieme, creando così uno zibaldone. Tutto deve avere logica e rispettare quei determinati canoni che vi sono.
Essere un artista è, mi perdoni, empirico. E’ facile e, purtroppo comune, definirsi artista: pare lo siano in troppi. Dal mio punto di visione, considero un artista colui il quale “scuote” il mio animo. Altrimenti non entreremmo nei musei: uscendone, tutti restiamo incantati. Mi dica: può l’arte rendere migliore gli uomini?
Certo, l’Arte ha il compito di rendere migliori gli uomini. Deve essere propedeutica e deve poter insegnare qualcosa. Come dice lei, è vero: ultimamente molti si definiscono artisti ed è una cosa sulla quale mi batto sempre.
Paolo e Francesca 70×50 sanguigna e carboncino bianco su carta tonale 2021
L’Arte non è per tutti, è per quei cuori sensibili che, oltre a percepire la realtà tramite i loro occhi riescono, attraverso l’utilizzo della scrittura, della poesia, della pittura, della musica a raccontare qualcosa, a trasmettere qualcosa.
Fortunatamente per essere artisti, si bisogna passare di rassegna in rassegna, mostre su mostre cosa che con chi scrive, ad esempio, non succede e vi è questa presunzione di dire “sono uno scrittore/sono una scrittrice” quando pubblicano il loro primo libro, non calcolando che chi è venuto prima di loro, per essere tale, ne ha mangiata di polvere e ne ha fatta di strada per sentirsi tale.
La stessa cosa vale per un pittore, uno scenografo, uno sculture. Parlo di vari ambiti perché per me l’Arte comprende tutte quelle professioni che vanno a creare un prodotto, il quale, poi, viene fruito da un pubblico.
Il suo è un lavoro creativo. E’ una dote indispensabile?
Assolutamente si, se non vi è quello, l’Arte non esisterebbe. Ci ridurremmo ad essere delle macchine che, una volta impostato il programma per farle funzionare, creano un qualcosa.
Ogni suo lavoro ha riflessione e ricerca. Si intuisce lo studio. Si “sente” ancora studentessa? Sa com’è: non si finisce mai di imparare…
Soprattutto in ambito artistico (ma non solo, anche nella vita), io mi ripeto sempre: io so di non sapere. Ed è così non si finisce mai di imparare. Se nell’ambito ambito artistico o in generale si pensa “so tutto”, vuol dire che hai smesso di crescere.
Mi Rialzerai 60×50 olio su tela 2020
Il non sapere un qualcosa, il sentirsi ancora “studente” ti aiuta a migliorare, a crescere giorno dopo giorno ed a fare di te una persona migliore.
Tra i maestri che l’hanno seguita, leggo Roberto Di Costanzo, Francesco Vacca, il pittore Simone Zibbo, Manuela Santoni… e tutti professionisti applicati al lavoro. Non è così empirica allora, la professione dell’artista. Le strade saranno però disseminate di ostacoli. Per fare intendere ai lettori che facile non è il lavoro delle Arti, può spiegare che ostacoli devono essere superati?
Il primo ostacolo da superare è proprio quello di sapere che non si è i numeri uno in quello che si fa. Si bisogna essere sempre umili e riconoscere quando qualcuno ne sa più di te in un determinato ambito.
Lei ha nominato vari nomi di quelli che sono e che sono stati miei maestri in vari ambiti artistici. Ad esempio, con Roberto Di Costanzo, l’ostacolo più grande è stato quello di scardinare tutto quello che io avevo sempre fatto in un modo (poiché non era il metodo giusto, visto che ho sempre fatto tutto da sola) e di ricominciare di nuovo, seguendo delle regole ben precise che, ad oggi, mi hanno portato ad essere quella che sono.
Non sapevo come realizzare un tratteggio, ad esempio, e Roberto mi ha insegnato un modo di fare che, ad oggi, si, è cambiato ma mi ha aiutata molto a crescere artisticamente.
Con i miei insegnanti della scuola di fumetto Pencil ART, Francesco Vacca e Manuela Santoni mi sono ritrovata a pensare di sapere come scrivere una storia quando, in realtà era tutto sbagliato.
Essendo sceneggiatore e autrice, mi sono messa in gioco per capire come mettere giù, nero su bianco, una storia che avesse un senso logico e che fosse di facile lettura, sia da un punto di vista di dialoghi e descrizioni degli ambienti e sia proprio da un punto di vista del disegno vero e proprio.
Gli ostacoli ci aiutano e come dice un detto: ciò che non ti uccide, ti fortifica. Lo stesso principio vale in qualsiasi cosa si affronta, anche nel campo artistico.
L’artista e l’Uomo: Arturo Cirillo A4 matite colorate su carta tonale 2023
Le Istituzioni spronano alla professione?
Domanda difficile. Se penso ai miei trascorsi, direi di no. Io ho scelto un percorso prettamente artistico ed anche in quelle istituzioni, dove si pensa vadano a motivare i ragazzi, trovi molto spesso dei muri.
Ma… C’è un “ma”. Dipende in quale settore ti specializzi. Se penso al mio percorso liceale direi ai ragazzi che vengono dopo di me: c’è tempo per prendere la maturità artistica (perché serve se vuoi insegnare in quell’ambito), focalizzatevi su altro.
Andate al liceo Classico o allo Scientifico, anche al Musicale se vi piace la musica. Per ironia della sorte servono di più i due licei nominati per primi se poi si vuole prendere Beni Culturali all’Università, poiché si studia latino e greco.
Al liceo Artistico non ti insegnano le tecniche, o meglio se siete sfortunati come la sottoscritta dove i primi due anni i professori di indirizzo cambiavano ad ogni quadrimestre per varie problematiche, non imparerete nulla e dovrete fare un lavorone enorme e di studio a casa, sbagliando, gettando via fogli, cercando di capire la tecnica fin quando, provando ogni giorno, non riuscirete a trovarla con le vostre sole forze.
Altro problema del liceo Artistico: ti prepara solamente all’Esame di Stato che si affronta al quinto superiore. Certo, è molto utile sapere come creare una cartellina di presentazione del proprio lavoro ma i laboratori vengono quasi messi a parcheggio. Il tutto non avviene se per le discipline di laboratorio e la parte “teorica” vi si hanno due docenti differenti.
Libertà 100×70 olio su tela, 2022
Dopo aver finito il liceo volete iscrivervi in Accademia? Fatelo, ma non soffermatevi su un solo indirizzo. Io, ad esempio, mi sono laureata in Pittura, alla triennale ma ora faccio il Biennio specialistico in Scenografia – Teatro.
E qui si può aprire un grande discorso. Avendo e frequentando due ambienti, due dipartimenti differenti, si sente come cambia il clima. A Pittura, anche sapendo delle mie doti (perché dopo un po’ che si fa questo lavoro, si capisce a che livello si è), non mi hanno mai apprezzata.
Mi hanno sempre detto: devi essere una sola cosa, pittrice o fumettista. Non puoi essere tutto. Mi hanno sempre messo i bastoni tra le ruote, dicendomi che creavo “artigianato” (solo perché dipingevo dal vero ed andando a Scenografia, in realtà, mi dicono i docenti che il disegno dal vero è molto importante). Ti annullano, ti fanno sentire anche sbagliata e non è bello quando succede.
Consapevolezza 100×70 olio su tela 2022
Per rabbia e perché per una volta volevo essere “ignorante” in qualcosa, ho deciso di cambiare alla specialistica. Ho pensato: “mi giudicheranno proprio perché non so fare quelle determinate cose. Meglio fare un qualcosa ed impararla che non rimanere sempre allo stesso livello e migliorare da soli”.
A Scenografia, invece, tutto è cambiato. Docenti che neanche ti conoscono e chiedono di vedere quello che fai, rimanendo anche stupiti del lavoro che gli presenti innanzi agli occhi, docenti che ti spronano nel fare le cose in modo “tradizionale”, che apprezzano che tu venga dall’indirizzo di Pittura e che ti dicono “noi crediamo in te, farai grandi cose”, è la cosa più bella che mi sia successa.
Non è uno spronare perché devono farlo, anzi lo dicono perché vedono un qualcosa in te che neanche tu riesci a scorgere e vedere la gioia nei loro occhi quando parli con loro o fai vedere loro delle cose, è quel balsamo che serve all’autostima di una persona che, come me, non ne ha nei propri confronti.
Quindi confermo: la maggior parte delle volte le istituzioni non spronano i ragazzi ma quelle poche volte che lo fanno, sono proprio quei pochi casi che confermano la regola.
Per incoraggiare chi intraprenderà la sua professione, le doti: Pazienza? Talento? Studio?
Si bisogna essere tanto pazienti perchè i risultati non arrivano subito, si bisogna studiare tanto. Studiate qualsiasi cosa pensiate faccia bene al vostro percorso ma una cosa vorrei dirla, sarò diretta e non me ne voglia chi leggerà queste mie parole: se non vi è il talento, che ti faccia spiccare sugli altri, la strada sarà ancora più difficile.
Come ho detto, ora come ora tutti pensano di poter fare arte ma se riflettiamo e ci guardiamo le spalle, vedendo i secoli ormai trascorsi, ci rendiamo conto che non ci sono migliaia di nomi sui libri di storia dell’arte.
Underneath 100×70, olio su tela 2022
Sono relativamente pochi perché l’Arte è di pochi e di coloro che sfruttano al massimo il loro talento, diventando così grandi e immortali.
Cosa non ha ancora realizzato o meglio: cosa vorrebbero le commissionassero?
Bellissima domanda ma anche molto difficile a cui rispondere. Anche se, la risposta mi è venuta subito in mente. Come si è capito, sono una ragazza eclettica “interprete delle emozioni”, che cerco di trasmetterle attraverso quel che faccio.
Bene, se penso nel campo artistico della Pittura, direi che quel quadro deve ancora arrivare; se penso ad un punto di vista fumettistico, uno dei miei più grandi sogni è quello di far avvicinare i ragazzi alla letteratura che loro pensano essere “un mattone” attraverso i fumetti, quindi raccontare i Classici attraverso una storia a sequenza, cercando sempre di trasmettere dei sentimenti e delle sensazioni.
Se parliamo da un punto di vista teatrale, la commissione che più sogno (anche perché ne sono una grande fan), sarebbe quella di realizzare la scenografia e i costumi di un’eventuale trasposizione italiana del musical di A. L. Webber “The Phantom of the Opera”.
Sarebbe il sogno di una vita vedere quell’opera che tanto mi ha cambiata essere prodotta qui in Italia, con il mio nome scritto in piccolo sul cartellone perché avrò contribuito a creare quella magia, la quale viene fruita da migliaia di persone.
Maria Roberto
C’è un messaggio subliminale che l’artista trasmette. Potrò sembrare ovvio o banale, ma interpreto la sua determinazione come una sintesi di sogni e realtà che le permettono di procedere a passo sicuro.
Ma anche di spiccare il volo perchè dal sogno Malika R , estrae la sua magia riportandola sulla terra attraverso la visione di un’arte alla quale nessuno si sottrare. Perchè è quella immediata percezione del collettivo osservare la luce che dal colore, l’artista, le da la forma. E lei è maestra.
Gianni Pantaleo.
In copertina: Riproduzione della scenografia della Tosca, 2014. Scenografo Enrico Castiglione.
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