venerdì, 5 Dicembre, 2025 10:22:06 AM

Bari – Sabrina Briscese – Ragazzi invisibili – Capitolo II

RAGAZZI INVISIBILI

Una piccola storia d’amore

di Sabrina Briscese

CAPITOLO II

Lorenzo era un ragazzo magro, biondo, con un carattere timido e sensibile. Sin da piccolo lo prendevano in giro perché era grassottello e non sapeva giocare a calcio.

Aveva provato più volte a scendere in cortile, attirato dalle grida gioiose degli altri bambini che, affacciandosi dal balcone, vedeva correre dietro la palla, ma la delusione non mancava mai, nemmeno quando gli permettevano di giocare, perché quel pallone tanto agognato continuava a non arrivare tra le sue gambe.

Si sentiva invisibile. Per questo non gli era più piaciuto il calcio, e quando gli altri ne parlavano era indifferente o addirittura innervosito.

Sembrava che tutto il mondo girasse intorno a una partita di pallone. Il padre negli anni lo aveva più volte spronato ad uscire di casa, a farsi degli amici – come se fosse facile!

Quando lo obbligava, Lorenzo girovagava solo e senza meta per le strade della città, tra persone che
passavano indifferenti e cieche di fronte alla sua solitudine.

Era invisibile, veramente invisibile. Almeno se fosse stato Mr. Invisibile avrebbe potuto salvare il
mondo dai cattivi.

Ma non lo era. Peccato. A scuola se l’era cavata senza lode né biasimo, le lezioni universitarie lo interessavano di più, però gli mancava un rapporto più diretto con la letteratura che tanto amava, ma che era lontana dalla scelta che era stato costretto a fare per i suoi studi.

Ecco perché si era iscritto alla Associazione I Nuovi LettoriL’associazione si riuniva nel salone principale della chiesa vicino alla casa di Lucrezia.

La ragazza ne era venuta a conoscenza grazie ad un annuncio pubblicitario che sponsorizzava questa riunione tra lettori, e a lei era piaciuta l’idea di parteciparvi.

Era elettrizzata, avrebbe finalmente potuto esprime le proprie opinioni e condividere la stessa passione con altre persone. Il primo incontro si sarebbe tenuto il venerdì successivo.

Ogni notte, prima di addormentarsi, accarezzava l’idea di far parte di questo nuovo gruppo. E finalmente il grande giorno era arrivato.

Si trovava in un grande salone con delle sedie di legno disposte in cerchio e un tavolo in fondo, con dei fogli candidi di carta e delle penne dentro un vasetto di ceramica colorata.

Su una parete grigia spiccava una lavagna bianca come la neve, con in basso un cestino pieno di pennarelli colorati e un cancellino.

Mia, una ragazza sulla trentina, magra e dai capelli lunghi e castani raccolti in una coda, con la sua magliettina corta rossa e i jeans, era lì per accoglierli sorridendo amichevolmente.

Li invitò ad occupare le sedie e spiegò, dopo le presentazioni, come si sarebbe organizzato il gruppo di lettura.

I partecipanti erano soprattutto universitari, ma non mancavano alcuni adulti, un paio di casalinghe annoiate e qualche pensionato desideroso di recuperare il tempo perduto.

Mia propose come prima esperienza di lettura un libro di genere avventuroso, del quale poi si sarebbe discusso durante il successivo incontro da tenersi dopo due settimane.

Lucrezia si guardò intorno felice, finalmente si sentiva non diversa, per la prima volta poteva condividere le sue passioni con altri uguali a lei. Tra loro non era ritenuta strana solo perché le piaceva leggere, erano tutti così, la lettura piaceva a tutti.

Fine capitolo II

In copertina: Mary Lemon Waller (1851-1931) – Ragazza di mezza stagione

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