Può una stazione di servizio incontrata sulla strada durante un viaggio trasformarsi nello spazio per un’intima riflessione?
Guardando il videoclip dell’ultimo singolo di 21 Graffi, giovane cantautore pugliese, questa domanda sembrerebbe avere una risposta affermativa. “Scusa”, il nuovo brano dell’artista, all’anagrafe Filippo Granatiero, prodotto da 3Heads Agency, è ambientato in quello che Marc Augé avrebbe definito un non-luogo, ovvero un’autogrill.
Qui, una scena di vita quotidiana, come il fare benzina di sera, diventa un momento di introspezione e indagine personale per un ragazzo che, in abito elegante, probabilmente diretto ad un appuntamento, arriva in auto.
Ma qualcosa lo trattiene in quella stazione di servizio, in quel non lieu, usando l’espressione del celebre antropologo francese.
I non luoghi, come le autogrill a cui 21 Graffi aveva già dedicato in passato un brano intitolato proprio “Autogrill”, sono luoghi privi di un’identità, di qualsiasi rapporto con il contorno sociale, metafora perfetta di uno spazio in cui ci si possa estraniare dal mondo. Uno spazio ideale per il protagonista di “Scusa” che si ritrova solo con i suoi pensieri come <<un bambino che non vuole diventare grande>>, a voler citare un verso dalla stessa canzone.
21 Graffi racconta così l’esigenza di dover spiegare, di ribadire, dimostrare, l’impossibilità di specificare una circostanza che apparentemente si mostra. Un chiarimento. Una spiegazione. Una verità che si cela e si lascia conoscere. Delicatamente, con la sua forza.
Non una richiesta di perdono o di una seconda possibilità. “Scusa” è un rumore in mezzo al nulla e il suo eco sarà ascoltato, accarezzando così l’idea di quello che poteva essere. Come afferma lo stesso cantautore >>questo brano rappresenta la chiusura di un cerchio. Una fine. Un nuovo inizio>>.
Torna, dunque, sulla scena musicale, il giovane Granatiero, con un singolo pop che presenta sonorità elettroniche ma con la volontà di portare il respiro dell’orchestra nel mondo della sintesi sonora. Studiata la scelta della location delle riprese del videoclip, a cura di Giuseppe Mattia, che mostra una stazione di servizio molto illuminata dalla luce di un neon sul perimetro del tetto.
Spazio all’interno del quale il giovane protagonista si ritrova, fermandosi a riflettere, in contrapposizione al buio della notte che lo circonda.
Questo non luogo assume una connotazione simbolica anche in relazione alla carriera dell’artista. Filippo Granatiero ha iniziato a scrivere le prime canzoni all’età di 21 anni partendo dai graffi che il passato gli aveva lasciato addosso.
Di qui nasce il nome d’arte 21 Graffi del cantautore e chitarrista pugliese, metafora di momenti bui a cui lui è stato per molto tempo abituato e dai quali è riuscito ad uscire solo grazie alla forza della musica. Per Filippo, infatti, il numero 21 corrisponde agli anni in cui la musica ha segnato un grande cambiamento nella sua vita consentendogli di affermarsi nel panorama musicale pugliese come 21 Graffi.