mercoledì, 27 Novembre, 2024 3:21:21 PM

Bisceglie (Ba) – Francesco Sinigaglia

di Gianni Pantaleo.

Giovane risorsa culturale pugliese, Francesco Sinigaglia rappresenta il talento naturale di uno studio e una didattica per scopi sociali che migliorino lo stesso tessuto cittadino nel quale opera: Bisceglie.

Sono doni che chi li possiede, li pone agli altri. Un altruismo culturale che caratterizza lo scrittore e che dalla sua penna, scaturiscono poi opere teatrali nelle quali l’arte del palcoscenico diventa opera di popolo.

Include e coinvolge abilmente senza sforzi. Doti umanistici del trasparente suo vissuto: quello che sa, lo trasmette.

Regista, inteprete della società, Francesco Sinigaglia è colui il quale dell’Arte non ne fa un prodotto elitario. E’ un’operazione filantropica mirata alla sensibilizzazione delle Arti. Da qui, ne nasce un’intervista che molto appassionerà il lettore. Leggiamola.

Lei nasce talento. Nonostante la sua giovane età, il suo percorso artistico è poderoso. I suoi studi non hanno fatto altro che approfondire la sua preparazione finalizzata alla cultura. Ha ancora un valore la “cultura” in un’era fatta di social e TikTok?

Intanto, grazie per l’invito e per l’opportunità. Il senso di gratitudine per le belle parole di stima espresse nei miei riguardi mi inorgogliscono e mi incoraggiano a proseguire con ancora più slancio in questo non semplice percorso professionale e di vita, tra linguistica, teatrologia e CompagniAurea, per la promozione della cultura teatrale soprattutto verso il mondo giovanile.

Per rispondere alla domanda: certo, la cultura ha ancora un valore importante! Un valore inestimabile! La cultura è sia per me che per la CompagniAurea una missione: l’associazione di promozione sociale di cui mi onoro di essere presidente e direttore artistico con l’azione formativa del teatro, si fa promotrice delle culture di sensibilità e bellezza, e si preoccupa di promuovere la cultura teatrale con lo sviluppo di un teatro rispondente alle questioni attuali.

Ha una preparazione profonda e si dimostra con la CompagniAurea, una compagnia dedita alla diffusione e alla sensibilizzazione delle Arti umanistiche e teatrali. A parte la sua naturale attitudine, non le pare che il “costo” perché si coinvolga la gente comune all’arte del palcoscenico, sia esoso?

Nessun costo. La mia e la nostra è una missione, come dicevo. Il teatro per come lo intendo io è un atto di fede, una promessa, la risposta alle domande.

Ci siamo posti il complesso obiettivo di provare a ricollocare le parole «arte» e «cultura», in una sfida “poetica”, nel senso aristotelico più alto e profondo, per ripopolare i teatri attraverso belles histoires.

Immagino un teatro nuovo, indirizzato a una rinascita virtuosa di idee, talento, merito e coraggio per cui tutti possano essere protagonisti.

 

Un teatro alto ma anche popolare, che sappia parlare a tutti, che tenga conto del classico, della sperimentazione, della tradizione vernacolare, delle arti collegate, delle giovani proposte, dell’interazione digitale: un teatro accogliente che mi piace definire «Mi casa es tu casa».

Sa perché le ho fatto quella domanda, maestro? Perché con i dilaganti mass media televisivi e gli YouTubers improvvisati registi, tutto si trita, si mercifica e dopo non resta niente. La sua sembra una mission. Sono in errore?

Con i nostri laboratori per bambini, ragazzi e adulti, riflettiamo molto sul valore dei mass media, di YouTube e delle forme più attuali con cui si produce comunicazione: il palcoscenico spesso diventa il luogo su cui poter affrontare questi argomenti.

I gruppi dei più giovani, per esempio, nella ricerca scenica e drammaturgica, sono conduttori delle nuove tendenze virali a partire dai social in rapporto ai nostri racconti teatrali: testi, musiche, clip, espressioni idiomatiche vengono rielaborate e poste a servizio del teatro perché il nostro compito è quello di generare un racconto del presente attraverso uno strumento “antico” ma funzionale e senza il quale quel racconto sarebbe manchevole di una prospettiva.

Il suo lavoro e la sua equipe (adotto questa vetusta parola che meglio rende il concetto di squadra), dimostrate coraggio. Lei dirige, scrive, coordina e propone. Un lavoro così complesso ha bisogno di un apparato di assistenti efficienti. Nel corso del tempo, come la CompagniAurea si è arricchita?

La CompagniAurea è casa, famiglia, luogo dei sogni e di ricerca teatrale. La solidità della nostra storia e l’impegno dei nostri attori a mantenere viva la fiamma del teatro hanno permesso una soluzione nuova, che non ha fermato le attività ma le ha rinvigorite, nel momento in cui ho dovuto spostarmi in Spagna, durante il periodo dottorale: grazie al training condotto da Ilaria Di Benedetto e Arianna Lamantea è stato possibile proseguire nel nostro “sogno”.

Dal nostro vivaio alla direzione dei laboratori per tutte le età, Ilaria e Arianna si sono prese cura dell’associazione di promozione sociale e si sono misurate con passione nel passaggio di testimone e dell’«esperienza-teatro», incentivando la preparazione di nuovi progetti: per questo sono infinitamente grato loro.

In generale, la CompagniAurea ha portato in scena un numero considerevole di promesse emergenti, professionisti, appassionati e tantissimi tra bambini e ragazzi, rafforzando un settore e avvicinando una intera comunità alle arti.

 

Lo studio: importante perché possa essere poi applicato al suo lavoro. E la ricerca?

Una ricerca passa per un appassionante lavoro di lettura e di studio. Il progetto “Mi casa es tu casa”, per citarne uno dei tanti, quest’anno si è arricchito con la costituzione di un gruppo di lettura dal nome “Leggerezza”, finalizzato a promuovere il valore dei libri come strumento di crescita e formazione, oltre che per condividere un’esperienza nuova e stimolante che intende porre al centro la persona che legge.

I partecipanti, partendo dalla lettura di gruppo, rendono il momento di approfondimento un esercizio corale e condiviso, ed esprimono, durante ogni appuntamento, il proprio libero punto di vista su quanto è stato letto: è possibile annotare sensazioni, parole chiave, riportare esperienze personali o letterarie pregresse, raccontare le proprie emozioni.

Il gruppo è moderato dal prof. Antonio Pasquale che ringrazio. “La Leggerezza” è un modo nuovo per conoscersi, attraverso i libri, per fare amicizia con gli altri e con la lettura, in un mondo che spesso predilige la velocità e l’individualità.

L’Arte al servizio del sociale. È questo lo scopo di ogni suo lavoro?

Siamo a servizio del prossimo e della “pubblica felicità”. Tutti i nostri impegni sono rivolti al sociale: mi piace ricordare la commedia inclusiva “Bagliore di luna… e póie u saule”, in scena nel 2022 per il nostro decennale, al Teatro Politeama di Bisceglie.

L’evento, organizzato con la Cooperativa Sociale Uno Tra Noi è stato realizzato su soggetto del poeta Demetrio Rigante e mia impostazione registica.

Il progetto ha inteso sensibilizzare sui temi di integrazione e inclusione sociale, rendendo protagonisti i ragazzi di “Uno Tra Noi” insieme a giovanissimi attori della CompagniAurea.

Avevo in mente l’idea di sperimentare il genere popolare, quello che più di tutti rappresenta il nostro territorio.

Volevo riflettere sull’importanza delle nostre origini e delle nostre tradizioni: se non hai radici, non hai piedi per camminare.

Mi entusiasmava l’idea di coinvolgere i ragazzi della Coop. Uno Tra Noi Bisceglie, che ringrazio sentitamente, per un teatro accogliente, inclusivo, senza barriere, ma anche di merito e competenze: un teatro per tutti, un teatro come casa.

Risposi a Rigante, citando Accorsi: “Proviamo a far sentire ancora quanto è bella e forte questa nostra ricca lingua.

Quanti tesori in questo Paese abbiamo, che valgono più dei pozzi e dei petroli, che forse non servono a muovere macchine, ma di sicuro muovono i cuori”.

Shakespeare. L’immenso e profondo conoscitore degli estremi sentimenti umani. Al Salone Internazionale di Torino dello scorso anno, lei presenta “All the world is a stage. Teatro e metateatro in Hamlet di W. Shakespeare”.

Un saggio che la premia per la ricerca della conditio histrio della professione attore prescindendo se stesso uomo.

Una distonia psicologica sofferta nel quale l’attore entra nel ruolo da interpretare. Lei è regista, prova empaticamente, questa sofferenza

Provo sofferenza nell’assistere a quanto purtroppo sta accadendo nel mondo. All the world is a stage. “Teatro e metateatro in Hamlet di W. Shakespeare”, invece, è un volume uscito con l’editore TraLeRighe che ringrazio per aver creduto in me.

Lo studio tenta di dare ordine e risposta alla complessa domanda sul metateatro shakespeariano, concernente natura e fortuna, a partire dalle parole che Amleto rivolge ai comici giunti a corte per alleviare il mal d’animo del protagonista, oppresso dal peso della scomparsa prematura del padre.

All the world is a stage è stato presentato in anteprima venerdì 19 maggio 2023 al Salone Internazionale del libro di Torino, presso lo Spazio Dialoghi del Lingotto Fiere e il saggio è risultato tra i vincitori del Premio Nabokov 2023 presso il Teatro Comunale di Novoli (LE).

Ha anche partecipato al Terracina Book Festival e alla kermesse letteraria “Libri nel Borgo Antico”. Sul lavoro dell’attore tanto ci sarebbe da dire, ma certamente in questo scritto sono presenti i miei più importanti riferimenti culturali.

Dopotutto è il concetto delle azioni fisiche in Konstantin Stanislavskij: l’attore si spoglia del sé per diventare l’altro sé. Mi scuso, ma a questo punto, la recitazione, non è per tutti, mentre il teatro può essere per tutti. Non crede?

Tutti almeno una volta nella vita dovrebbero provare l’esperienza della recitazione e del teatro, e sarebbe soprattutto opportuno potenziare la disciplina nelle scuole, considerandola materia curricolare.

Per quanto concerne Stanislavskij, mi sono occupato del suo «metodo» in Otello nel laboratorio di Stanislavskij (TraLeRighe, 2018).

Il «metodo» è un fenomeno risalente all’inizio del Novecento, quando Konstantin S. Stanislavskij comincia a pensare al teatro come una forma precipua di mimesi della realtà: sulle assi del palcoscenico l’attore deve interpretare la parte inseguendo la verità.

Una verità così personale da essere definita sincera: una vera e propria rivoluzione culturale. Sin dall’antichità, la messinscena nella via pratica era curata direttamente da poeti e drammaturghi ma, a partire dalle intuizioni di Stanislavskij, le idee di teatro e di pièce, di concerto ai grandi mutamenti del Novecento, sono rimesse in discussione: il metodo prima, e il sistema delle «azioni fisiche» poi, hanno segnato la cortina d’incominciamento dell’opera d’arte teatrale odierna.

“Mi casa es tu casa”. Un progetto artistico straordinario. Un’operazione socio-culturale che per la sua valenza formativa, riceve il sostegno delle Istituzioni.

Tra le sue attività intellettuali, c’è prima di tutto il lavoro per gli “altri”. Siamo davvero vicini alle parità di genere e al superamento delle barriere socio-culturali?

La CompagniAurea ha presentato nella scorsa stagione le rappresentazioni teatrali dai titoli “Atalanta-Antigone” e “Cyrana-La scuola delle mogli” al teatro “Don Luigi Sturzo” di Bisceglie.

La due giorni, che ha registrato il tutto esaurito, ha concluso il progetto “Il teatro delle Parità”, presentato lo scorso marzo e partito coi laboratori “Mi casa es tu casa” a febbraio 2023.

L’iniziativa culturale, rientrante nelle attività di “Futura. La Puglia per la parità” (avviso promosso dal consiglio regionale della Puglia in collaborazione coi poli biblio-museali provinciali della Regione, finalizzato a diffondere i temi pertinenti la parità di genere), ha riguardato la realizzazione di iniziative che consentono la comprensione della dimensione della disparità tra i generi e la decostruzione degli stereotipi.

Gli spettacoli hanno inteso raccontare grandi storie di donne tratte dal mito greco, mentre gli altri hanno previsto la rappresentazione di voci di donne tratte dalla letteratura teatrale francese.

Il progetto ci ha portato a essere ospiti del Teatro Koreja di Lecce, alla presenza della presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone, nell’ambito di “Futura”, a cui il nostro “Teatro delle Parità” ha aderito.

Francesco Sinigaglia: regista, drammaturgo, filosofo. Ok, tutte queste doti sono un dono per noi, pubblico, quando seguiamo la sua strada. Posso una domanda “innocente”. C’è ancora un po’ di bambino in Francesco Sinigaglia?

Sono un giovane PhD in Lettere, Lingue e Arti (Dip. di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari) e ho collaborato presso il Departamento de Traducción e Interpretación dell’Universidad de Alicante in Spagna.

Dal 2012 fondatore e presidente dell’associazione di promozione sociale “CompagniAurea – teatro” e mi occupo di formazione teatrale per ogni fascia d’età.

Ma il cuore tenero di me bambino vivrà per sempre con me. A questo punto sento di richiamare una battuta di un mio precedente lavoro teatrale, risalente al 2013, dal titolo “Altrove” che recitava: «Finché il cuore batte, sarò giovane. Sarò giovane per sempre».

In un passaggio dell’intervista, Franscesco Sinigaglia, parla di missione. E dice giusto. E’ corretta la definizione e soprattutto gli intenti.

Ne è prova la CompagniAurea, struttura ben storicizzata nel territorio, che accoglie e produce umanità legata al contesto sociale. Quale miglior merito, per un giovane operatore dell’Arte, conferirgli?

La definizione di artista è così empirica che cercarne la difinizione è approsimativa. Non definisce nulla. Arte. Artista. Artigiano. La genesi è nell’uomo: chi fà, produce e un prodotto è per essere messo ad uso di tutti e quindi un prodotto di tutti e non dei soliti “eletti”.

Ecco la mission di Francesco Sinigaglia: formazione e crescita mirata alle giovani generazioni, uomini e donne di una società futura migliore. 

Gianni Pantaleo.

 

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