BARI – “Bocca di Rosa” Cortometraggio diretto da Alberto Camanni.
“Bocca di Rosa” racconta il momento in cui le vite di Cristina e Mauro si intrecciano.
Cristina è una sex worker autonoma che lavora in casa sua, con la passione per la creazione di composizioni floreali.
Mauro, invece, è un impiegato che per la prima volta decide di tradire la moglie, frustrato dal senso di inferiorità che prova nei suoi confronti.
Le differenze fra i due sono subito lampanti: Mauro è uomo composto, rispettabile e rispettato, e si esprime in perfetto italiano.
Cristina invece parla in romanaccio, è schietta e diretta, e risulta a volte logorroica.
Gianluca De Matteis
Prima di incontrare Mauro, Cristina ha subito una minaccia di violenza da un altro cliente, ed è proprio per la frequenza di queste situazioni che porta sempre con sé uno spray al peperoncino.
Anche l’incontro con Mauro è, però, venato da una violenza di diverso tipo: durante l’atto, Mauro pensa alla moglie, è distaccato e prova un senso di superiorità nei confronti di Cristina: un semplice oggetto da usare e gettare via subito dopo.
Marta Forcellati
Resosi conto che Cristina è distratta perché pensa alla sua arte, la denigra e la umilia: lei deve essergli totalmente subordinata, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Claudia Portale
Quando i due tornano a casa si ritrovano di nuovo a confrontarsi con ciò che li opprime: Mauro in balia dei suoi problemi con la moglie.
Cristina, disarmata, vittima delle violenze che continua a ricevere.
A legare questa storia, sono le note della canzone “Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè, arrangiate dalla musicista Emma Nolde.
“In questo cortometraggio voglio raccontare la storia di una sex worker che è costretta ha subire le violenze dei suoi clienti e di come questi esercitino la loro autorità solo perché si sentano in diritto di farlo.
Nonostante in Italia sia legale la prostituzione, purtroppo ad oggi non esistono leggi che garantiscano la tutela di chi, per scelta o per necessità, decide di prostituirsi. Attraverso gli occhi di Cristina vediamo un mondo di clienti che la vedono come un oggetto, una persona di serie B, qualcuno che non merita di essere ascoltato o compreso”.