Debutto in prima nazionale presentato il 27 luglio scorso nello spazio all’aperto della Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche di Cagliari, con l’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno e il Circolo Ricreativo dell’Università degli Studi di Cagliari e il 26 agosto ad Olbia all’Archivio Mario Cervo, la nuova produzione di Palazzo d’Inverno “Il me (secondo me) – Fabrizio De Andrè in musica”, nell’ambito della XXIII edizione del Festival Suoni e Ritmi per la Pace.
Juri Deidda
Un seducente e raffinato concerto firmato da Juri Deidda ha visto sul palco Gianluca Tozzi, chitarra e pedaliera elettronica, Paolo Assiero, contrabbasso e basso elettrico e pedaliera elettronica, Paolo De Liso, batteria preparata e percussioni, Juri Deidda, sassofoni e pedaliera elettronica.
Il live e la sua matrici e si è mossa tra le righe delle esperienze personali dell’autore, dei suoi percorsi artistici ma anche umani, delle sue emozioni più intime e delle avventure che lo hanno condotto, negli anni, alla stesura e composizione di questo originalissimo affresco sonoro.
Non un tributo a Fabrizio De Andrè, ma una personale visione in musica delle sue storie, dei suoi personaggi, della sua dimensione intellettuale.
Musica capace di narrare, attraverso delle suite a tema, senza un testo e senza una voce, con un’estrema attenzione al timbro ed ai suoni, le grandi tematiche trattate da De Andrè: la libertà, la fede, la gente speciale, l’acqua, le donne.
Un lavoro quindi trasversale e continuamente contaminato da personalissime ispirazioni e visioni che, con la forza prorompente unicamente del suono e degli strumenti, propone un’ora e mezza di live in cui incontrare un inedito De Andrè.
Racconta Juri Deidda: “A 17 anni ho imparato a sonicchiare la chitarra per cantare Fabrizio De Andrè.
Ero affascinato dalle pennellate di termini e parole che utilizzava per descrivere personaggi e situazioni, dai suoi testi, dalle tematiche che narrava: tutto mi ha preso per mano e tutto mi ha accompagnato nel mio personale periodo di formazione contribuendo a farmi diventare un uomo.
Poi la vita, le scelte, i dolori e gli anni, lo studio della musica e l’immersione nel Jazz. De Andrè, i suoi testi, i suoi personaggi, sono sbiaditi, ma sono rimasti in qualche modo sullo sfondo della mia vita.
Fino a quando, in uno dei miei tanti vagare per la Sardegna, sono capitato all’Agnata e lì nel suo studio ho visto il panorama che lui vedeva.
In quel momento ho sentito che dovevo rientrare in quel mondo, ritrovare quei personaggi, portandoci quello che ero diventato, interpretandolo a mio modo secondo le esperienze che ho avuto, secondo la musica che ho studiato, secondo quello ho suonato, secondo quello che ho ascoltato…secondo me.”
Il concerto si è articolato in cinque suite, in un’alternanza ritmica, concettuale e poetica che rimanda ad altrettanti “capitoli” della musica di De Andrè e delle impressioni/visioni di Juri Deidda.
Si è partiti con la Suite della Libertà, tra magiche emozioni che esplodono da un viso, un oggetto, un elemento della natura per passare poi a People – La suite della gente.
Qui ha dominato il jazz che contrappunta lo scorrere di una moltitudine di esistenze e di miserie umane, tutte disperatamente alla ricerca di amore.
Vite che alle volte incrociano i loro destini tra la gente della notte: un popolo speciale in cui le storie non sono sempre a lieto fine.
Terza suite: La suite dell’Acqua, che evoca la bellezza e la saggezza dell’armonizzarsi con l’Universo in piena fiducia.
Basta questo: tu ti adatti a tutto e arrivi dappertutto. Da ghiaccio fondi scivolando lentamente goccia a goccia fino al mare, poi … evapori…spicchi il volo diventando nuvola e di nuovo come per magia, diventi cristallo, neve e di nuovo ghiaccio…tu non muori mai…e se lo fai risorgi in molteplici aspetti, in molteplici forme ed in molteplici suoni.
Si arriva poi alla La suite del Cielo, segnata da ricordi personali in cui i flash back sfumano e si intrecciano a scenari onirici.
Chiude il concerto Women – la suite delle donne dove emergono incantevoli richiami alle figure femminili delle composizioni di Fabrizio De Andrè: da Marinella a Bocca di Rosa fino ad Angiolina e Teresa.
Un viaggio poetico dedicato interamente alle donne e profondamente sentito da Juri Deidda: ”Se sono un uomo migliore lo devo a loro. Alle donne che mi hanno aiutato a crescere e di cui conservo gli insegnamenti migliori”.
La XXIII edizione del Festival Suoni e Ritmi per la Pace
è stata organizzata
dall’Associazione Culturale Palazzo d’Inverno
sotto la direzione artistica di Betty Oro,
grazie al contributo del
Circolo Ricreativo dell’Università degli Studi di Cagliari,
la Regione Autonoma della Sardegna,
Assessorato Pubblica Istruzione,
Beni Culturali Informazione Spettacolo e Sport,
il Ministero della Cultura,
la Fondazione di Sardegna,
in collaborazione con la
Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche di Cagliari.