venerdì, 5 Dicembre, 2025 10:20:57 AM

Fonni (Nu) – Andrea Nonne – Triˀingios

di Andrea Nonne.

Il termine toponomastica deriva dalla lingua greca e si compone di due sostantivi: tòpos (luogo) e ònoma (nome) e consiste nello studio dell’origine e della variazione dei nomi geografici.

Attribuire il nome a una persona o a un oggetto significa “certificare” la sua unicità, la sua specificità.

La toponomastica ha anche la funzione di richiamare l’identità di un luogo, le sue origini, le sue finalità, le sue caratteristiche; pertanto, risponde alla nobile esigenza di valorizzare e tramandare di generazione in generazione l’identità di un popolo, le sue prerogative, le sue tradizioni.

Andrea Nonne

Con questo spirito ho deciso di ricostruire  l’originale odonomastica del mio paese, ovvero i nomi degli antichi rioni, delle vie, delle piazze in modo da assicurare  ̶  se non l’esattezza  ̶  almeno una ragionevole certezza in ordine alle corrette denominazioni d’origine.

Questo mio lavoro è iniziato alle scuole elementari, circa trent’anni fa, con le prime interviste agli anziani su tutto ciò che rappresentava Fonni, con le annotazioni nei miei quaderni dei nomi dei rioni e degli angoli caratteristici.

Il mio impegno proseguiva anche dopo l’orario scolastico; tornavo volentieri da loro, per approfondire le conoscenze che mi dispensavano con dovizia di particolari e rappresentavano per me la storia vivente del mio paese, una storia che mi ha permesso, nel corso degli anni, di intraprendere diversi progetti riguardanti le conoscenze, usanze e tradizioni.

Oltre ai rioni in questione, ho voluto evidenziare i viottoli che per varie ragioni i nostri avi battezzavano, le vecchie fontane dove abbeveravano il bestiame e quelle presenti in ogni vicinato, di cui si servivano soprattutto le donne per lavare i panni, anche se più di frequente si andava al fiume.

Fonni, nel corso degli ultimi cinquant’anni, ha subìto una trasformazione urbana notevole e il numero di rioni è aumentato: i loro nomi sono quelli delle campagne, prima che fossero abitate.

Al nome di ciascun rione gli anziani usavano affiancare il soprannome del proprietario terriero, a mo’ di nuova precisazione, e in un rione potevano esserci molti padroni.

Prendiamo come riferimento un rione di periferia (Samuˀis): un appezzamento era di un certo “Campana”, un altro di un tale “Mucciurru”, un altro ancora di “Caffèo”.

Spero che questo lavoro dia i suoi frutti, sia portato soprattutto nelle scuole per essere studiato e approfondito: i nostri figli dovrebbero conoscere la storia di Fonni perché questo lavoro, lungi dall’essere definitivo, è solo un omaggio al mio paese, documentato e raccontato al solo fine di preservare la nostra storia.

Solo ricordando chi siamo dimostriamo di aver rispetto delle nostre tradizioni e di noi stessi.

Se in qualche passaggio del mio lavoro non sono stato chiaro o ci sono inesattezze, chiedo anticipatamente scusa: errare humanum est.

La fatica della ricostruzione di tutti questi nomi, le fonti innumerevoli, possono aver creato qualche imprecisione che un giorno – spero – qualcuno vorrà rivedere e perfezionare.

Mi piace pensare che, se fossi nato trenta o quarant’anni prima, avrei potuto conoscere un mondo dal patrimonio inestimabile.

Se pur con malinconia, mi accontento di recuperare ciò che sono riuscito a capire, registrare e riscontrare in termini materiali per salvare la memoria del futuro del mio paese e della mia gente.

Triˀingios – Rioni

Questo lavoro nasce dall’esigenza di ridare ordine ai vecchi rioni, rivitalizzare le micro aree, i portici, riesumare i toponimi ormai perduti e ricollocare simbolicamente le vecchie fontane e le chiese distrutte.

L’iniziativa prende spunto da un progetto dell’amministrazione comunale di alcuni anni fa, che prevedeva l’incisione dei nomi dei rioni sulle targhe delle vie.

Purtroppo, tale lavoro risultò disordinato e frammentario, rendendo necessario un intervento organico per mettere nero su bianco quanto tramandato dagli anziani.

Grazie al lungo e incessante lavoro svolto a stretto contatto con i più anziani del paese, è stato possibile fornire una lettura chiara e articolata della storia dei rioni fonnesi.

Tra i miei lavori, questo occupa un posto speciale. Desidero spiegarmi meglio: mentre altri appassionati e studiosi, con impegno, potrebbero sviluppare una ricerca sul canto monodico “Ballos de Onne a boghe sola e Chentu poetas che abbraccia tre secoli di storia in rima,” il progetto sui rioni intitolato Triˀingios non sarebbe altrettanto replicabile.

Ciò non perché manchi competenza, ma per l’assenza delle fonti: molti anziani che mi hanno permesso di assemblare queste informazioni oggi non ci sono più. Ho avuto la fortuna di giungere prima che la memoria diventasse cenere.

Purtroppo, questo lavoro non è stato compreso appieno dai fonnesi. Una critica emblematica è arrivata da una persona autorevole che ha esclamato: “Tutto questo tempo e fatica per un volumetto di sole venti pagine?”.

Come se il valore di un lavoro si misurasse dal numero di pagine, dal peso e non dal contenuto. Il cuore vero del progetto, infatti, è rappresentato dalla mappa contenuta nella tasca dell’ultima pagina del volume.

Vorrei inoltre raccontare brevemente le difficoltà incontrate nel lavorare su una mappa, il cui proprietario inizialmente non mi era noto.

Con il proseguire delle ricerche, emerse che la mappa apparteneva alla Regione, rendendo necessario presentare una richiesta ufficiale per poterla utilizzare a fini di ricerca e recupero.

A tal proposito, inviai una richiesta al Dott. Cogoni, funzionario responsabile di queste pratiche, ma purtroppo non ricevetti mai alcuna risposta.

Non avendo altre alternative e su consiglio del Dott. Montorselli, che si occupò della parte grafica, decisi di realizzare una nuova mappa da zero, acquisendone la proprietà per poter lavorare in totale autonomia. Così abbiamo fatto, garantendo così la possibilità di proseguire il progetto senza ulteriori ostacoli.

Durante la presentazione, ho spiegato chiaramente che il mio obiettivo era quello di riordinare, salvare e immortalare informazioni che altrimenti sarebbero state destinate a perdersi.

Nonostante ciò, alcune domande del pubblico hanno evidenziato una comprensione parziale del lavoro. Ad esempio, due persone hanno affermato di aspettarsi un approfondimento sull’origine dei nomi dei rioni, cosa che non era mai stata dichiarata come obiettivo del progetto.

Un’altra persona si è concentrata sulla disposizione geometrica delle case rappresentate nella mappa, avendo la passione per l’arte del disegno e delle figure, fraintendendo nuovamente il senso del lavoro.

La maggiore delusione è stata il totale disinteresse da parte dell’amministrazione comunale. Nonostante i solleciti per una convocazione prima della presentazione, non ho mai ricevuto risposta.

Siamo nel 2017, e questo silenzio istituzionale permane. Ancora più grave è la mancata correzione delle targhe stradali, che riportano errori evidenti.

Persino nella piazza del comune è presente una targa con un’intestazione sbagliata, segno di incompetenza e negligenza.

Le parole pronunciate da un sindaco o da un membro della giunta durante la presentazione di un’iniziativa culturale possono essere apprezzabili e di grande impatto. Tuttavia, se non trovano riscontro nelle azioni concrete, rivelano una realtà diversa: chi parla si limita a presenziare, senza un reale interesse né una competenza specifica, anziché lasciare spazio a un coinvolgimento autentico e sentito.

Alla presentazione del lavoro hanno partecipato figure di rilievo:

  • Pierre Guy Vansis Stephanopoulos, archeologo e antropologo, ha condotto un’analisi approfondita sull’importanza dei toponimi. Le sue parole di chiusura mi hanno profondamente colpito, attribuendomi una grande responsabilità: “Oggi, davanti a voi, è nata la prima università popolare sarda, aperta a tutti.”
  • In collegamento Skype, Niccolò Brachetti Montorselli, dottore forestale e docente istruttore, ha illustrato il percorso grafico del lavoro, spiegando in dettaglio le scelte che hanno portato al risultato finale.
  • Rita Maria Porcu, docente di materie letterarie, ha riconosciuto l’importanza del progetto, suggerendo che potrebbe essere esteso ad altri comuni per salvaguardare la storia locale e, di conseguenza, la nostra identità collettiva.

Questo lavoro rappresenta per me una testimonianza preziosa e unica, un contributo alla memoria storica che merita di essere valorizzato.

Andrea Nonne.

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