Il mio film di Natale

Di Adele Dentice.

“I Dieci Comandamenti” (1956) di Cecil B. De Mille

Chi non  ha il suo film di Natale? il mio, per esempio, è “I dieci comandamenti” di Cecil B. De Mille , riproposto recentemente per l’ennesima volta dalla tv; rivedendolo i miei occhi sono tornati ad immergersi tra le Statue colossali, piramidi, templi e altre costruzioni che rappresentarono una vera e propria meraviglia della finzione cinematografica. Metri di pellicola impiegati per la realizzazione complessa dell’impianto narrativo, giocato tutto sul concetto di cinema come grande spettacolo popolare, non era un caso che venivano privilegiate storie vive nell’immaginario collettivo di impianto biblico (Ben Hur, Quo Vadis?, Gli ultimi giorni di Pompei, Il re dei re, ecc.).

Erano i tempi in cui il Natale regalava la certezza di essere importante per tutti e il cinema dispensava buoni sentimenti insieme ai “pochi” giochi sotto il Presepe, donati da un altro Bambino povero e infreddolito. La ritualità natalizia nostrana, con il benessere e l’avvento dell’era edonistica, si è compiaciuta di nuovi simboli: l’albero di Natale ed i cine-panettoni. Nati come un proseguo della sofisticata “commedia all’italiana”, dagli anni ’90 si è costellata di trame banali, ricchi idioti e cafoni, furoreggiano gag sessuali e scorregge e la stereotipata dicotomia Roma-Milano; snobbati dalla critica, hanno espresso per anni l’unica forma di cultura nazional-popolare autentica dell’italico popolo.

Ma l’occhio vigile della storia si affaccia anche sulle trame del cinema delle feste più belle dell’anno. Pensiamo all’iniziale avversione dei protagonisti de Il Grintch” e “La fabbrica di cioccolato” nei confronti dei buoni sentimenti natalizi, non sembra riferire la consapevole amarezza di non essere più ascoltato e amato…?

…Buon Natale

Adele Dentice