di Ombretta Del Monte.
Ilaria Pisciottani, giornalista, fotografa d’arte e teatro, nonché visual artist new Fluxus, da sempre predilige l’uso del bianco e nero, una vera passione che indirizza la sua creatività da più di dieci anni.
Le sue creazioni sono state mostrate in rinomate gallerie a Roma, durante
Milano Photo Festival,
Torino Photo Festival,
a Napoli, Catania, Parigi, Amsterdam,
Essen, Strasburgo,
Città del Capo, Berlino, New York,
e al Photo Festival Is:Rael,
consentendole di presentare il suo punto di vista artistico a esperti del settore e a una platea vasta e varia.

I suoi contributi artistici hanno ricevuto molti riconoscimenti dalla critica internazionale. Personalmente ho il piacere di conoscere Ilaria Pisciottani da qualche anno ed ho sempre ammirato la sua abilità nel fondere la fotografia in uno scenario pittorico dove la luce accarezza le forme dei soggetti o degli sfondi.
Le sue opere non sono scatti ma sono progetti creativi, dove lei stessa prepara scenari teatrali composti tra sfondi naturali e figure umane poste in pose plastiche ma mai scontate.
Corpi e volti avvolti nel cellophane quasi a gridare lo stridore del forte contrasto tra ambiente e ciò che il progresso imprigiona in un tempo che scorre troppo veloce.

Ilaria racconta il tempo nelle sue composizioni e lo fa nella composizione fotografica, ma anche con abilità tecnica nella sua raffigurazione.
Modelle che escono fuori da pareti rocciose o che armoniosamente osservano un punto indefinito nel quale induce il fruitore a riflettere sulla fragilità umana mentre il tempo crea, distrugge e passa.
Ilaria rende le sue fotografie eterne e attraverso il suo obiettivo sa cogliere il nucleo emotivo degli istanti, trasformandoli in immagini che narrano concetti, emozioni e storie;
focalizza il suo lavoro su scene quasi sognanti
che invitano a meditare e la sua estetica,
spesso ricca di espressioni figurate e significati,
allude a sensazioni spirituali.

L’artista riesce a raccontare il viaggio interiore e inconscio della vita con estrema abilità di composizione, unendo tecnica e talento in un viaggio dove il tempo segna dimensioni oltre l’occhio fotografico.
Soltanto in Italia ha curato oltre dieci mostre personali di fotografia dal 2017 a oggi, tra cui una ad Anzio nel sito archeologico del Vallo Latino Volsco dedicata all’imperatore romano Nerone, e una a New York, proiettata per appena un giorno nel gennaio 2024 a Times Square su un Video Wall.
Ha dato alle stampe due volumi fotografici:
“Le immagini sospese”
e “Mater Matera”,
che nel 2023 e nel 2024 hanno preso parte al concorso
“Le immagini rilegate”
organizzato da Diorama Project e Roberto Mutti, essendo poi esposti al Museo del Libro Kasa dei libri di Milano come eccellenti pubblicazioni autofinanziate dell’anno.

A ottobre 2024, il suo volume fotografico d’autore “Le immagini note”, interamente fatto a mano in sole due copie, si è aggiudicato il suddetto concorso, rimanendo in mostra fissa presso il Museo Kasa dei libri di Milano.
Ilaria parlaci un po’ di te, della tua natura fluxus.
Sono un’ artista e giornalista d’arte con un’anima profondamente radicata nel movimento Fluxus. Ho fondato nel 2018 New Format Art, un movimento culturale New Fluxus.

Sono anche membro della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni di Roma da qualche anno, mi occupo del settore Arte, scrivo articoli d’arte e cultura sulla testata della Fondazione Agenzia Comunica diretta da Pino Pelloni e sul portale d’arte, eventi e spettacoli della capitale ViviRoma, diretta da Riccardo Antinori.
La mia arte è un viaggio costante attraverso diverse espressioni creative. La fotografia è alla base, il punto di partenza, la base su cui costruisco il resto. Catturo momenti, emozioni, frammenti di realtà che altrimenti andrebbero persi.
La fotografia, per me non è solo documentazione è interpretazione, trasformazione, predizione e suggestione.
Cerco l’inaspettato, l’insolito, il dettaglio che rivela una storia più grande, non ancora accaduta o dimenticata.

Ma non mi limito a una singola disciplina; al contrario, trovo la mia voce nell’unione di più espressioni artistiche.
Quindi spazio tra fotografia, pittura materica, installazioni interattive e sonore, performance art, musica, canto, poesia.
Il tutto è intriso del mix tra spirito Fluxus, che mi vorrebbe far trascendere e dalla mia formazione, segnata dagli studi di giornalismo, comunicazione e multimedialità, che mi riporta alla dannata realtà che cerco con tutta me stessa di abbellire con le mie visioni d’infinito, di pace e di amore.
Le installazioni interattive e sonore sono per me un invito alla partecipazione.

Voglio che lo spettatore diventi parte dell’opera,
che la modifichi, la trasformi con la sua presenza e le sue azioni,
se toccano, usano e distruggono le mie creazioni non mi disturba.
Mi piace un’arte accessibile a tutti, che non sia qualcosa di statico, di distante, ma che sia vissuta come un’esperienza continua e condivisa di vita, un dialogo continuo creato da cose insolite per viverle con gli altri, anche solo per pochi istanti che però sappiano di eterno.
Nel mio percorso artistico ho sperimentato un po’ di sana follia con diverse performance che ho vissuto come un momento di pura spontaneità, improvvisazione, gioco, catarsi spirituale.
Mi piace sorprendere il pubblico, scioccarlo, farlo riflettere, emozionare, sorridere e cerco di creare eventi nell’evento, prendendo ispirazione dalle maggiori artiste donne Fluxus.

Eventi semplici e al tempo stesso profondi, per toccare le corde dell’anima a chi partecipa alle mie mostre personali. Ammiro l’approccio radicale, l’ironia, la volontà di abbattere le barriere tra arte e vita.
A molti piace e a molti dà invece fastidio
il fatto che io voglia portare avanti parallelamente
progetti d’arte diversi tra loro.
In passato, questo, mi ha portato molte critiche ma ci sono passata sopra grazie ad un po’ di sana autostima ed ho continuato, perché sentivo di essere al mondo per soddisfare le mie aspettative non quelle degli altri ed ho fatto la scelta giusta.

Qual è il filo conduttore che lega queste diverse forme artistiche?
È la ricerca di un significato più profondo, la volontà di comunicare emozioni, di stimolare la riflessione, di creare connessioni tra le persone.
La mia arte è un invito
a guardare il mondo con occhi nuovi,
scoprire la bellezza nell’inaspettato,
celebrare la diversità
e la ricchezza dell’esperienza umana.
Amo in generale le belle arti e spero come donna e come artista che il mio esempio e il mio lavoro possano ispirare altri a seguire la propria passione, a sviluppare il pensiero critico, a sperimentare e a non aver paura dei giudizi altrui o di uscire dalla Matrix, dagli schemi che ci impone la società.

L’arte è un linguaggio universale che può unire le persone, abbattere le barriere e rendere il mondo un posto migliore dove è possibile realizzare cose importanti, di qualità e belle soprattutto.
Per esempio, nella pittura astratta materica, che non espongo quasi mai, cerco più che altro il dialogo con la materia stessa, perché mi purifica e mi fa da ponte verso nuove idee e progetti.
Uso materiali diversi: sabbia, legno, tessuti, oggetti trovati, per creare superfici ricche di texture e significati. Ogni materiale porta con sé una storia, una memoria.

L’atto di stuccare diventa un processo di scoperta, di ascolto della materia che si rivela e porta messaggi divini.
Cerco di creare opere che invitino
all’abbandono del razionale,
lasciando spazio all’intuizione
e all’emozione.
Attraverso la combinazione di diverse tecniche artistiche, miro a disorientare e sorprendere, stimolando una percezione aumentata della realtà.

La mia opera “Chrysi Speira” presentata al Tempio di Pomona di Salerno nel dicembre 2024 è realizzata in ceramica e montata volutamente su uno stelo di metallo armonico che se colpito propaga onde sonore anche a distanza.
L’opera si ispira alla sequenza di
Fibonacci, alla sezione Aurea
ed ha vinto il premio della critica alla
Mostra d’Arte internazionale Visioni
a cura di Maria Di Stasio.
Come nasce il concetto di sospendere la realtà?
Il concetto di sospendere la realtà nasce da un’esigenza intima di evadere dai confini del quotidiano, di offrire allo spettatore una porta d’accesso a dimensioni alternative, oniriche e metafisiche più umane in cui non mancano i valori più importanti.
Le parole più belle e le visioni più sublimi per poterlo sostenere, abbracciare, proteggere, ma anche suggerirgli come poter vivere meglio. Il mio libro “Le immagini sospese” è il frutto di questo amore per il sospeso.

Hai esposto in vari contesti internazionali e hai ricevuto molti riconoscimenti. Quale di questi premi o esposizioni ti ha gratificato maggiormente?
Ho ricevuto consensi, menzioni varie della critica e il Premio Cartagine alla sede del Parlamento Europeo di Roma per l’impegno profuso nel diffondere valori e umanità attraverso progetti itineranti, presentati in collettive, mostre personali, fiere d’arte tra cui:

Palingenesi;
P’Arte di me; Recordis, Manent;
Il Riscatto della Pace;
Le immagini sospese;
Looking at the sky;
Mater Matera,
L’Eterna bellezza;
Penetrazione di luce, Maria che scioglie i nodi;
Exploratio Photoni;
Autoritratti IlaPisiani,
Il dubbio e padrone dell’amore
e Le 4 Icone.
Devo tanto a tutte le mie esperienze espositive e ai curatori che me le hanno proposte, ma se dovessi indicare le più significative per il mio percorso fotografico sono state il contest
“Le Immagini rilegate”
indetto dalla Diorama Project di Milano
a cura del critico fotografico Roberto Mutti
in collaborazione con il museo del libro Kasa
dei libri del Prof. Andrea Kerbaker
in cui ho presentato in tre anni di partecipazione
quattro libri fotografici e d’artista.

Ricevere il premio per il mio lavoro fotografico “Le Immagini note” come miglior libro d’artista dell’anno nel 2024 è stato un riconoscimento incredibile che mi ha aperto al mondo della fotografia autoriale di valore.
Altrettanto importante e prestigioso è poter essere annoverata tra i fotografi autoriali della Mediterraneum Collection dal 2021 e di aver esposto in mostre di rilievo nel settore della fotografia, curate dal presidente Vittorio Graziano.
Diversi miei autoritratti, sono esposti nel Museo a cielo aperto del Borgo d’arte di Cannistra’ in Sicilia, grazie all’invito dei due ideatori Tonino Privitera e Enzo Mirabile.

George Georges Levy , Commissario del Salone Business Art Fair di Parigi
Due mie fotografie sono entrate a fare parte delle opere esposte al Museo Epicentro di Gala in Sicilia diretto da Nino Abbate e Salva Mostaccio.
È stato molto suggestivo vedere esposta per la Festa dell’Immacolata concezione, la mia opera Aria, nella Chiesa del ‘500 di Santa Maria di Portosalvo a Napoli[Mostra “Tradizione e Innovazione” a cura di Maria Di Stasio].
Anche l’aver conosciuto il mio mentore Pino Pelloni della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni di cui faccio parte mi ha tanto esaltato, ispirato e fatto crescere, più di una mostra o esposizione, i salotti culturali sono importantissimi in egual misura.

Ilaria Pisciottani e Giuseppe Levi Pelloni
Le tue immagini sembrano fluttuare tra memoria e sogno, tra essenza e trascendenza. Come concepisci il confine tra visibile e invisibile?
Visibile e Invisibile: Un Confine Sfocato. Il confine tra visibile e invisibile nelle mie immagini è volutamente sfocato o onirico.
Sono affascinata dall’idea che la realtà percepita sia solo una piccola parte di un universo molto più vasto e misterioso.

Cerco di catturare l’essenza di ciò che non si vede, di rendere tangibile l’intangibile, di dare forma all’inconscio.
Utilizzo spesso tecniche di sovrapposizione di foto, sfocatura e astrazione per suggerire la presenza di qualcosa che va oltre la superficie.

Di recente hai esposto la composizione fotografica: “Exploratio Photoni” in un importante appuntamento Parigino che è la Business Art Fair Salone Internazionale dell’arte contemporanea.
Puoi dirci questa tua esperienza e soprattutto quanto è importante per la tua arte e per la tua ispirazione esporre in contesti internazionali.
L’esperienza di “Exploratio Photoni” alla Business Art Fair di Parigi è stata fondamentale per la mia crescita artistica.

Presentare la mia opera in un contesto internazionale mi ha permesso di confrontarmi con un pubblico eterogeneo e stimolante.

L’importanza di esporre in contesti internazionali risiede nella possibilità di ampliare i propri orizzonti, di entrare in contatto con altre culture e sensibilità.
Di far conoscere il proprio lavoro a un pubblico più vasto e di ricevere feedback preziosi per il proprio percorso artistico.
In questo ringrazio proprio te, Ombretta per avermi invitata a partecipare, per me e per mia figlia Eleonora resterà un’esperienza unica.
Parigi e una città veramente magica
che trasuda Arte.

Quale messaggio o sensazione emotiva speri che arrivi al pubblico?
Il messaggio che voglio trasmettere al pubblico è un invito a lasciarsi andare all’emozione, a superare le barriere della razionalità, a riscoprire la bellezza del dubbio e dell’incertezza.

Spero che le mie opere possano suscitare interrogativi, stimolare la riflessione critica e incoraggiare una visione più aperta e creativa del mondo.

Voglio che il pubblico si senta coinvolto, toccato nel profondo, invitato a partecipare attivamente alla creazione di significato.

Ci sono altri progetti in arrivo?
In questo momento sto pensando a dei nuovi lavori concettuali, voglio sperimentare, ricercare contaminazioni con altre forme d’arte per scovare altri modi per sospendere la realtà e arrivare al cuore di chi mi segue con amore e passione che non finirò mai di ringraziare per il sostegno e l’affetto che per me sono molto importanti.

Posso già dire che a Marzo la mia opera “Aria” verrà esposta a Roma insieme ad una seconda mia opera “Maria che scioglie i nodi”, in una mostra d’arte a cura di Rossana Cosci, al Collegio del Nazzareno fondato nel 1630 da San Giuseppe Calasanzio, che ne fu il primo direttore, grazie a un lascito testamentario del cardinale Michelangelo Tonti, detto ‘Cardinal Nazareno’ perché arcivescovo titolare di Nazareth.

Le opere troveranno poi casa nella cappella del 600 all’interno dell’istituto dedicata alla Madonna di Loreto. E poi e poi e poi…

Ringrazio la redazione di Arti Libere e te Ombretta per questa intervista che mi ha permesso di esprimere molto di me e dei miei progetti artistici passati, presenti e futuri.
Ombretta Del Monte.
Arti Libere Web magazine di arte e spettacolo