Omaggiare il passato per dialogare con il presente
è il movente ambizioso del progetto.
Una metamorfosi che ambisce a trascendere la tradizione verso prospettive e potenzialità contemporanee, proiettando le note in un universo eclettico dove non mancano ricerca. continuitò ed emulazione del passato.
Composizioni del bravissimo Daniele Sardone creano metamorfosi di cellule compositive appartenenti ad Arie Antiche del 1600 e 1700 italiano tratte da compositori come Antonio Cesti, Antonio Caldara, Alessandro Scarlatti, Benedetto Marcello, Giulio Caccini, Francesco Cavalli e Nicola Porpora.
Dario Savino Doronzo con il suo suono ‘magico’ riesce ad entusiasmare e sorprendere l’ascoltatore in ogni sua nota. Il suo dolce e raffinato fraseggio al flicorno coniuga il lirismo classico con il moderno jazz europeo abbracciando con coerenza il pianismo di Pietro Gallo.
Un omaggio alla tradizione espresso nella freschezza di un idioma attuale, un dialogo continuo e consolidato tra sonorità, colori, storie, culture, sinergicamente confluente in una nuova musica che trova nella rilettura il cardine del suo sapere.
Il progetto ripercorre un cammino singolare, nell’alveo dell’interpretazione, in sinergia con il pensiero del filosofo francese Paul Ricceur: le musiche, alter ego dei testi, si elevano al di sopra delle intenzioni degli autori che le hanno create per produrre e (ri)creare un altro significato, autonomo enuovo, in cui la spiegazione comprensione sono unite. e non opposte, nel processo interpretativo.
È andare oltre sé stessi, oltre ogni limite di tempo e spazio.
Il confronto-incontro tra musica colta e musica-jazz non è certo una novità
e risale all’inizio del XX secolo. quando compositori quali
Claude Debussy, Maurice Ravel,
lgor Stravinsky e George Gershwin,
hanno assorbito con successo ed entusiasmo i tratti caratteristici
delle nuove tendenze musicali dell’epoca e del nuovo stile musicale.
Parallelamente, i titani del jazz, a partire da Duke Ellington, Charlie Parker e Gil Evans, hanno deviato e ampliato la percezione del jazz con elementi nuovi, un tempo riservati esclusivamente all’elegante lirismo della musica colta.
Il jazz si fuse naturalmente con la musica colta: l’uno si trasformava nell’altro quasi impercettibilmente, unificando e risuonando oltre le divisioni.
Le nuove composizioni, come metafore, non sono semplici artifici retorici ma una parafrasi inedita del mondo classico.
Pietro Gallo, Daniele Sardone, Dario Savino Doronzo
Le idee musicali dei celebri compositori barocchi vengono reinterpretate ma non tradite, grazie alla capacità di ripensare le diverse strutture musicali attualizzandole, scomponendole e ri-componendole come in un gioco di specchi e rimandi, in una veste del tutto nuova che ne esalta il significato profondo.
La sacralità della tradizione classica e la sua mitigata magniloquenza trova echi di intimismo, illuminati da una coraggiosa sperimentazione artistica.
Pietro Gallo, Daniele Sardone,
Gabriele Mirabassi, Dario Savino Doronzo
La dimensione lineare del tempo si muove tra flash-back e flash-forword che trasportano le note in una dimensione surreale, in una baudela iriana dottrina delle corrispondenze che crea un nuovo e poetico statuto artistico.