L’anteprima nazionale portata in scena il 26 marzo scorso, nell’Auditorium Regina Pacis di Molfetta, ha rappresentato una delle più interessanti e colte produzioni coreografiche di questa stagione di balletti.
Vincenzo “Vinz” Granieri, coreografo e regista de “La teoria dei cinque elementi”, ha distinto tra tediosità dell’astratto dall’ attenzione del nostro vissuto.
Tra le manifestazioni di danza contemporanea in programmazioni nelle prossime stagioni, questa produzione dell’Associazione Vitruvians Performing Arts, si discosta da tematiche comunemente rappresentate in sequenza tediosa in altri contesti teatrali, per la ricerca che il coreografo applica nella sua drammaturgia narrativa dello spettacolo.
Indispensabile la narrazione che non esclude la ricerca. Se il messaggio trasmesso ha comprensione visiva, è lo spettatore a capirne il contenuto e per i critici, diventa operazione complessa “giustificare” la ricerca astratta senza che essa abbia un riferimento alla realtà.
Tutto ciò è narrato con sapiente attenzione,
che torna con la sua dialettica coreografica,
origini dello stesso Creato,
citando con professionismo artistico,
gli elementi che lo compongono, in cinque quadri che rappresentano
il FUOCO, l’ACQUA, l’ARIA,
la TERRA, la VITA.
“La teoria dei cinque elementi” non è solo danza ma è riflessione e consapevolezza del guardarsi intorno. Lo dimostrano i suoi riferimenti letterari, fili conduttori che trasportano il pensiero filosofico nella danza.
Estrapola da Esiodo, Ovidio, Platone, non senza citare un poeta del nostro tempo, Pablo Neruda, il “loro” pensiero della coscienza del vivere, lo rielabora e lo porta in scena. Questa peculiarità artistica, valorizza lo spettacolo.
Un continnum tra danza e letteratura che amplifica la profondità emotiva dello spettacolo, ricalcando e direi finalmente, restituisce quel senso di piacere che si prova a fine spettacolo: sensazioni e visioni che appagano lo spettatore.
Vincenzo Vinz Granieri ripropone la consapevolezza dell’Infinito. Lo danza, lo racconta, lo ascolta. Il messaggio è una metafora della vita.
Gianni Pantaleo.
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