giovedì, 21 Novembre, 2024 4:48:11 PM

Roma – Il cinema di Sean Baker e l’umanità nascosta

Con Anora, dal 7 novembre al cinema, Sean Baker continua a raccontare storie che emergono dalle pieghe invisibili della società, esplorando le vite di persone che vivono in contesti complessi e spesso ignorati.

Sean Baker

Questa volta, al centro della narrazione c’è Ani, interpretata da Mikey Madison, una giovane lavoratrice del sesso di Brooklyn che, dopo aver sposato il figlio di un oligarca russo (Mark Ėjdel’štejn), si trova coinvolta in una serie di eventi caotici, in parte comici, in parte drammatici.

In linea con lo stile di Baker, il film combina umorismo e profondità, regalando una storia che è al contempo toccante e surreale.

Il cinema di Sean Baker:

uno sguardo empatico e ironico sulle realtà invisibili

Sean Baker ha sempre avuto un occhio di riguardo per le realtà invisibili, raccontando storie di personaggi ai margini della società, ma lo fa sempre con una forte carica umana e spesso con un tocco di ironia. Anora, che ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes, non fa eccezione.

Come in Tangerine (2015) e The Florida Project (2017), anche qui Baker riesce a bilanciare umorismo e serietà, raccontando la vita di Ani e del suo mondo con empatia e realismo.

L’umorismo in Anora emerge dalla combinazione di situazioni improbabili e personaggi stravaganti.

Ani sposa Ivan, il figlio di un oligarca, quasi per caso, e subito dopo viene coinvolta in una serie di situazioni surreali: dai sicari inviati dalla famiglia di Ivan per controllare la sua vita, agli inseguimenti tra le strade di Brooklyn e Manhattan.

L’ironia nasce proprio dal contrasto tra l’aspettativa di un sogno di ascesa sociale e la dura realtà delle circostanze caotiche in cui la protagonista si trova immersa.

Al cuore di Anora c’è una rivisitazione contemporanea della fiaba di Cenerentola. Ani, da lavoratrice del sesso, sembra avere la possibilità di vivere una vita di lusso dopo aver sposato Ivan, ma il film prende subito una piega diversa.

La vita della protagonista non diventa una favola, ma un viaggio attraverso situazioni imprevedibili e conflittuali.

Baker utilizza il mito della Cenerentola per decostruire l’idea del “lieto fine” attraverso un linguaggio realistico, ma punteggiato da momenti ironici che rendono il racconto più sfaccettato.

Ma l’ispirazione per Anora deriva anche dal capolavoro di Fellini Le notti di Cabiria, che racconta la vita di una prostituta ingenua e piena di speranza, nonostante la durezza del mondo che la circonda.

Baker ha concepito la trama e il finale del film prima ancora di avere una sceneggiatura completa. La scelta di Mikey Madison per il ruolo di Ani è stata decisiva: Baker l’ha notata in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino e ha costruito il personaggio sulla sua interpretazione.

Madison, con la sua energia e versatilità, si è dimostrata perfetta per incarnare una donna capace di combinare vulnerabilità e forza.

Uno degli aspetti più interessanti di Anora è come il film cambi registro man mano che la storia si evolve. Da una commedia romantica, con l’incontro tra Ani e Ivan, si passa a una commedia d’azione, con inseguimenti per le strade di New York, per poi arrivare a un finale che mescola malinconia e riflessione.

Baker gioca con i generi cinematografici e le aspettative del pubblico, mantenendo sempre viva l’attenzione sui suoi personaggi e sulle loro motivazioni.

L’umorismo di Baker si fonde con la vulnerabilità dei suoi personaggi, creando un equilibrio perfetto tra leggerezza e introspezione.

In Anora, le situazioni comiche non servono mai a ridicolizzare i personaggi, ma a rivelare le loro debolezze e i loro sogni infranti. Questo rende la narrazione autentica e profondamente umana.

Anora è un’ulteriore dimostrazione del talento di Sean Baker nel raccontare storie di persone che vivono ai margini della società, evidenziando l’umanità nascosta dietro le difficoltà quotidiane.

Con il suo tipico equilibrio tra umorismo e profondità, il film intreccia sogni di un futuro migliore con le sfide della vita reale, mantenendo sempre un tono ironico e leggero.

Baker esplora queste vite con autenticità, ricordando quanto siano importanti l’empatia e l’ironia nel trattare tematiche complesse.

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