La raccolta poetica “Mi sto poetando sotto” di Davide Cava (Eretica Edizioni), ritrae la considerazione intensa e contrastante sull’esistenza, traccia la linea di confine, dileguata nella soglia della comprensione tra realtà e finzione.
Dichiara la necessità di interpretare il pensiero, l’incalzante desiderio di una mente inquieta di comunicare il proprio pensiero poetico, concentrato nella diffusione lirica di uno spirito sfrenato, incontrollato, avvolto nella dissolutezza delle parole.
Davide Cava conosce il potere evocativo della poesia, compone l’indagine rappresentativa della sensibilità, assicura l’incalzante e stringente volontà delle affermazioni provocatorie all’autenticità del moto istintivo.
Rinnova la contaminazione delle assenze e del distacco attraverso la capacità catartica ed escatologica di accompagnare in versi il dolore, ne trasfigura l’essenza nell’esperienza estetica creativa e letteraria.
La poesia di Davide Cava insegue il miraggio emotivo,
rielabora la natura dei sentimenti
nell’inesauribile territorio delle incertezze.
Consegna il richiamo del proprio vissuto all’invocazione della materia espressiva fulminante e incendiaria, allarga la consonanza della memoria nella dignità celebrativa della nostalgia.
Il poeta racconta la commedia umana trafitta nella coscienza, sotto il peso incombente e irrequieto della vertigine, dischiude lo sguardo acuto, ostinato e interrogatorio sul sipario del mondo, risveglia le sensazioni dell’universo interiore, confrontando l’indifesa ed evanescente ansia delle risposte.
Davide Cava
Mette in scena, nelle esortazioni solitarie e misteriose del tempo, la realtà del presente, immersa nelle confessioni malinconiche del passato, insegue il cammino dell’incoraggiamento lungo i sentieri delle rinascite.
Davide Cava scandisce l’intreccio degli innamoramenti,
portandosi addosso l’insegnamento degli inganni,
svelando il suggerimento del cuore
che non rinuncia alla preghiera inaspettata
e imprevedibile dell’amore.
“Mi sto poetando sotto” diffonde il suggestivo e intuitivo profumo dei ricordi, decifra l’uso deformato ed ermetico del vuoto nell’esercizio letterario di una tecnica poetica capace di trapassare la dimensione tormentata dell’essere e riempire il brivido sapiente dei sogni, accomunato da un lirismo oggettivo di consapevolezza.
Davide Cava plasma i suoi versi intorno all’illuminante ricerca della parte più suscettibile e impermeabile dell’anima.
Afferma con velata ironia la nitida e inesorabile condizione dell’uomo,
coglie la previsione vitale dell’arrendevolezza
e della fugacità.
Il libro invita ad addentrarsi nel labirinto dell’ombra e nella linearità della luce, a valutare il vincolo eloquente delle impronte relazionali.
La virtù divinatoria del senso segreto delle cose,
l’incontro con l’instabilità della tenerezza
e la durezza delle ostilità.
Il costante e vertiginoso riferimento all’irrimediabile indifferenza della mancanza fa sì che la poetica di Davide Cava raggiunga il lettore nell’indugio invisibile della transitorietà.
Assorba, dal palcoscenico illusorio delle immagini,
la seduzione del disorientamento,
descriva una poetica traboccante
dove la punteggiatura di ogni speranza
si mescola all’avventura romantica della quotidianità.
Davide Cava incrina l’equilibrio delle certezze, smantellando la dedizione inaspettata di un appetito insaziabile per la vita, nello sconfinamento di una conversazione intima e profonda con il sottosuolo delle identità, nella terra d’approdo dell’arte poetica.