ARTI LIBERE© – LE RECENSIONI
Rilegge il mito, l’autore. Lo ricompone proponendo quella dimenzione umana che nasconde l’eroe. Epica contemporanea, Armando Merenda sperimenta un’altra narrazione dell’omerico semidio.
Operazione letteraria coraggiosa e culturalmente azzardata. Confrontarsi con il sommo cantore greco, è cimentarsi con la leggenda.
Bene fa l’autore. Estrapola la natura antropica di un guerriero, perso suo malgrado nel peregrino sentiero dell’amore.
Armanado Merenda lo ascolta e suo malgrado, il suo Odisseo, è lo specchio dell’uomo dell’oggi parallelo: il dubbio, il controverso, il dibattuto fragile uomo che altri non è che il riflesso del quotidiano esistere di un oggi attuale.
“ODISSEROS“, Ed. Giuseppe Laterza, impianta una corrispondenza che demolisce il praeiudicia rerum, restituendo al mito, quel delicato equilibrio tra forza virile e emozione maschile.
Le deduzioni si traggono nelle odi d’amore dedicate dalle sue amate. I canti delle sue donne, sono profonde riflessioni sull’uomo da esse amato.
Dice la ninfa Calipso: ” Voi uomini, a differenza delle vostre donne, non avete quel senso che consente di capire l’essenza del mondo femminile…” Tutta la fragilità di un uomo è nelle parole della dea.
Armando Merenda
Lontano è dallo scindere l’eroe dall’uomo: i miti sono pieni di debolezze intime che non minano le loro vicissitudini di eroi.
L’autore così, erge il mito di Odisseo a eterno desiderio dell’uomo amato non per le sue gesta ma per le sue fragilità emotive restituendo al mito, l’uomo.