venerdì, 21 Marzo, 2025 12:16:41 AM

Matera – Quattro chiacchiere con… Massimo Salcito

di Claudia Di Lorenzo.

Una chiacchierata con Massimo Salcito, pianista, organista e clavicembalista, docente di clavicembalo presso il Conservatorio D’Annunzio di Pescara, ideatore dell’ormai celebre Progetto Monteverdi 1624-20244 SECOLI DI COMBATTIMENTO, un’originale iniziativa nata per celebrare degnamente i 400 anni dalla prima esecuzione del “Combattimento di Tancredi e Clorinda” (Venezia, Palazzo Mocenigo, Carnevale 1624).

Caro Massimo, raccontaci quando e come ha origine l’idea di questo progetto che nasce con una valenza espressamente didattica…

Si, infatti; il progetto ha origine nell’oramai lontano anno accademico 2004-2005, al secondo anno d’insegnamento di clavicembalo quale insegnante di ruolo presso il Conservatorio di Musica “Luisa D’Annunzio” di Pescara, ero alla ricerca di un nuovo argomento per il neonato Laboratorio di Musica Antica.

Il Laboratorio aveva infatti debuttato l’anno accademico precedente, e si era dimostrato da subito in grado di cogliere le aspettative di quanti erano interessati a Pescara ad affrontare il campo della cosiddetta musica antica: colleghi docenti, studenti di Conservatorio, appassionati ed amatori esterni all’istituto musicale.

Il Laboratorio si distingueva soprattutto per l’originale approccio, essenzialmente pratico, alle discipline e metodologie di quel settore musicale: nulla togliendo agli effettivi contenuti professionali, ma tenendo bene a mente che, nell’ambito formativo, teoria e pratica dovessero sempre essere due facce della medesima medaglia. 

Ma perché scegliere proprio un autore come Monteverdi ?

La figura e l’opera di Claudio Monteverdi, e in particolare il madrigale in stile rappresentativo dell’VIII Libro di Madrigali Guerrieri et Amorosi (Venezia, Vincenti, 1638) era l’argomento ideale: perfetto, perché permetteva infiniti rimandi a grandi e piccoli aspetti che riguardavano tutte le discipline correlate all’obiettivo finale di realizzare un’esecuzione di quel brano musicale.

Dall’organologia alla letteratura tassiana, dall’analisi compositiva alle prassi esecutive, dalla teoria della prima e seconda prattica alle arti performative, danza storica inclusa, e molto, molto altro.

Fare quindi un allestimento del Combattimento voleva dire realizzare uno scenario non solo esecutivo ma più globalmente cognitivo ed interpretativo.

Claudio Monteverdi (1567-1643)

E veniamo al 2024…

Nel 2024 divenne noto che importanti enti nazionali avrebbero dedicato nel corso dell’anno ampio spazio alle celebrazioni per i 400 anni dalla prima esecuzione del Combattimento.

Il know-how acquisito nel 2005, pur contestualizzato in diversificate realtà e occasioni, si rivelò a quel punto preziosissimo.

Giocando d’anticipo, e contattando colleghi di varie istituzioni musicali regionali (Conservatori di Musica, Università, Centri di ricerca, Associazioni, ma anche Scuole e Licei), posi le basi per una fitta rete di relazioni a livello territoriale, tanto da poter inaugurare, il 15 giugno 2023, con un’apposita cerimonia, l’apertura delle celebrazioni per il Combattimento.

Inizia così una straordinaria avventura, non solo musicale e didattica, ma anche umana e culturale, che mi ha accompagnato per diciotto intensi mesi di attività.

Vogliamo fissare per grandi linee un profilo  di Claudio Monteverdi e riflettere insieme sull’importanza che ha avuto nella modifica del linguaggio musicale nel XVII secolo?

Allora,  visto che ovviamente tutta la storia della musica classica occidentale è variegata di musicisti eccellenti, basti pensare a Vivaldi e Brahms, la figura di Claudio Monteverdi è indissolubilmente legata al contesto sociale in cui si trovò ad operare.

Cremonese  d’origine poi trasferitosi a Mantova presso la Corte dei Gonzaga ed a Venezia come maestro di cappella nella Basilica di San Marco a Venezia, qui lavora come musicista di professione.

Compone musica, scrive opere e molta musica ecclesiastica appunto ad uso liturgico  dove probabilmente ha la possibilità di intrecciare dei rapporti particolarmente fecondi con figure legate ai circoli letterari e musicali a Palazzo Mocenigo in Venezia, città molto “trendy” che vantava un ambiente culturale e musicale sofisticato ed all’avanguardia.

Negli splendidi salotti veneziani i Patrizi veneti si riunivano e di parlare, tra le altre cose, anche di musica e di letteratura leggendo e commentando le opere di Torquato Tasso in particolare la Gerusalemme Liberata, prima edizione pubblicata a Genova  nel 1590.

Museo di Palazzo Mocenigo

Opera fondamentale che, ricordiamolo,  costituisce il testo del Combattimento di Tancredi e Clorinda

Questa monumentale opera del Tasso, infatti, racconta tutte le vicende belliche e amorose avvenute durante la prima crociata a Gerusalemme.

Narra dunque tutte le storie relative  all’assedio di Gerusalemme da parte dei Cristiani che vogliono riconquistare la città santa e racconta di amori  impossibili come quello appunto di Tancredi, cavaliere cristiano e Clorinda che invece è una guerriera musulmana.

Questi amori difficili divisi dalla guerra e dal credo religioso, creano situazioni che scatenano un turbinio di emozioni ed “affetti” contrastanti e trovano nella musica del primo Seicento italiano a Venezia la loro naturale applicazione.

Edizione secondo la stampa di Genova del 1590.

Figure di Bernardo Castello. 

A cura di Marzio Pieri

Ed ecco che la figura di Monteverdi si lega indissolubilmente a quella del Tasso…

Senza dubbio, anche perché, per quanto riguarda il primo seicento italiano, due sono le “parole chiave” per comprendere questo autore: la prima è “madrigale”, la seconda è “affetto”.

Per madrigale intendiamo una forma musicale vocale polifonica molto popolare nel Rinascimento, caratterizzata da un forte legame tra musica e testo poetico.

Monteverdi trasforma il madrigale tradizionale, arricchendolo di espressività, cromatismi e armonie audaci, sviluppando uno stile innovativo che anticipa il melodramma.

Le sue opere madrigalistiche sono raccolte in otto libri di madrigali, pubblicati tra il 1587 e il 1638. Nei primi libri Monteverdi segue lo stile polifonico classico, mentre nei successivi introduce la “seconda pratica”, una nuova concezione della musica in cui l’armonia è subordinata all’espressione del testo, agli affetti: musica più vicina a riprodurre le emozioni umane.

La figura di Monteverdi si lega senza dubbio alla straordinaria figura di Torquato Tasso in un periodo storico in cui cambia la prospettiva e la visione della vita e dell’arte;  dalle luminose architetture sonore del Cinquecento a una visione molto più velata,  nascosta dell’arte in tutte le sue espressioni: il passaggio dal Rinascimento al primo Barocco, aggiungo, in un periodo storico in cui la chiesa ha un ruolo fondamentale di occultamento di tutto quello che è il libero pensiero.

Torquato Tasso (1544-1595)

Basti pensare a Galileo Galilei, contemporaneo del Tasso,  che verrà obbligato ad abiurare a causa del suo desiderio di sperimentare una visione della realtà e delle “cose della vita” come lui stesso dice, molto più legata all’esperienza e meno alla tradizione; anche se, paradossalmente, il Seicento è un periodo di grande  sperimentazione…

Infatti è proprio Claudio Monteverdi ad essere considerato un grande sperimentatore!

Privilegiato appare, bisogna ricordare, il contesto sociale in cui Monteverdi si trova ad operare: Mantova e poi Venezia.

 I Gonzaga a Mantova ricreano un ambiente di corte di grande respiro artistico di cui Monteverdi se ne giova.

Venezia, città internazionale addirittura nomina autonomamente il proprio cardinale, i vescovi e le figure ecclesiastiche importanti.

Venezia, inoltre,  è la città dove coabitano culture diverse: ci sono arabi, ebrei ed il ghetto di Venezia costituisce un modo per proteggere proprio queste minoranze e permettere loro di avere un proprio spazio sufficientemente autonomo.

C’è la  possibilità, a Venezia, di incontrare culture diverse e anche di poter sperimentare nella composizione, ed è il caso di Monteverdi, una musica “nova” che a Cremona ed a Mantova era meno possibile, mentre a Roma, tempio della Controriforma, era vietata dal totale controllo della Chiesa sulla cultura.

Galileo Galilei (1564-1642)

Basti pensare che lo stesso Galileo Galilei  presenta l’invenzione del suo cannocchiale proprio alle autorità veneziane della Serenissima le quali capiscono subito il potenziale tecnologico immenso di quella invenzione: per una potenza marinara poter vedere a distanza l’arrivo di una flotta nemica è fondamentale; il risultato è che Galilei riceve un incarico all’Università di Padova dove lo pagano il doppio degli altri suoi colleghi.

Del resto che Venezia fosse una città “imprenditoriale” è un fatto accalarato.

Tornando a noi, che cosa ti ha affascinato della figura di Claudio Monteverdi, nell’ottica di una lettura in chiave contemporanea?

E’ chiaro che la figura di Monteverdi in realtà è ben più complessa, non solo come autore del Combattimento.

Da un punto di vista comunicativo Monteverdi inaugura un nuovo modo di fare musica legata agli affetti, cioè “alle emozioni” .

Egli, attraverso la musica, tratta le emozioni in maniera profondamente contemporanea. Anche oggi l’emozione non può essere stilizzata in un flashback, in una fotografia, in una storia social, l’emozione è qualcosa che cattura contemporaneamente, cuore, cervello, mente e razionalità di un individuo.

Nella vita questi elementi devono essere presenti altrimenti non si sopravvive.

Monteverdi ci insegna che anche nella musica è così poiché quest’ultima non “funziona” solo con il cuore o solo con la razionalità di intenti; senza l’istinto la musica non viaggia e Monteverdi, a mio avviso, lo ha capito prima di tutti.

Massimo Salcito

Possiamo ipotizzare, dunque, che oggi una lettura tassiana o un ascolto monteverdiano possono diventare determinanti nel gestire e promuovere una “cultura delle emozioni”, argomento questo oggi molto di tendenza; ma, nonostante queste premesse, un autore come Monteverdi è caduto nell’oblio per alcuni secoli…

Purtroppo è vero; Monteverdi scrive il Combattimento e lo fa rappresentare nel 1624; nel 1638 lo dà le stampe insieme al  famoso Ottavo libro di madrigali  guerrieri et amorosi dove già il titolo dice un po’ tutto.

La cosa, però, finisce lì; dopo il1638 noi non abbiamo notizie di ulteriori repliche. Questo madrigale, insieme a tante altre composizioni straordinarie di Monteverdi, otto libri di Madrigali più un nono ed altre composizioni varie, finiscono quasi nel dimenticatoio fino alla fine dell’800 dove si assiste ad una straordinaria rinascita della musica cosiddetta “antica” ed una importante rivalutazione dello stesso Claudio Monteverdi.

Musicisti come Malipiero, Casella ed altri meno noti come Ghedini, hanno svolto una interessantissima opera di riscoperta della musica antica e di Monteverdi in particolare; e meno male, aggiungo, poiché altrimenti ne avremmo veramente perso completamente traccia e memoria.

Ma nel XIX secolo si ricomincia a parlare anche di Torquato Tasso in una dimensione molto…pop: ce ne vuoi parlare?

Certo! Ho scoperto con mia grande meraviglia, per esempio, che durante tutto l’Ottocento sono state stampate molteplici traduzioni della Gerusalemme Liberata.

Ci sono state traduzioni a stampa in dialetti locali del nord Italia e varie registrazioni sonore dagli anni ’50 agli anni ’80 dove persone come i cosiddetti cantastorie siciliani raccontavano passi della Gerusalemme Liberata a memoria.

Un po’ come fa Benigni quando declama la Divina Commedia! Questo patrimonio culturale assolutamente non scritto ma recitato, declamato e commentato in maniera solo orale per secoli è rimasto nella mente  e nel cuore degli italiani .

E’ grazie a queste traduzioni che anche Torquato Tasso, poeta purtroppo considerato “di nicchia, ahimè, ha potuto risplendere di luce propria.

Il problema è che Tasso non ha avuto, come invece è successo per Ariosto, un Italo Calvino dietro che prendesse la sua opera e ne facesse un commento, una rielaborazione “critica”, una, diciamo, riattualizzazione.

In realtà in questi ultimi anni si stanno mettendo insieme tutte le numerose fonti tassiane che erano già tantissime tra il 1630 ed il 1635.

In Polonia circolavano le versioni in polacco del canto dodicesimo della Gerusalemme, ciò vuol dire che nel sostrato culturale europeo i testi di Tasso, ricordiamolo, erano diffusissimi.

E’ incredibile come in questi diciannove mesi di lavoro la quantità di spunti e stimoli di ricerca su questi due straordinari autori mi spinge a dire: siamo ancora all’inizio!

Bene, Massimo allora alla prossima chiacchierata ci racconterai delle tue prossime scoperte “in aura tassiana”! Prima di salutarci diamo alcuni riferimenti su un ascolto ragionato del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi

E’ utile ricordare che su YouTube sono disponibili moltissime esecuzioni storiche del combattimento ad opera di grandi interpreti come ad esempio,  Savall, Alessandrini, ben più di 200 incisioni in rete!  

Non  ci resta che tuffarci nella musica di Monteverdi e salutarci. Alla prossima!

Claudia Di Lorenzo.

 

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