venerdì, 5 Dicembre, 2025 10:41:11 AM

Fonni (Nu) – A proposito di Andrea Nonne

di Anna Landolfi

Ripercorrendo il lavoro di uno dei più rappresentativi storici della cultura sarda, è proprio all’autore, cantore, scrittore e ricercatore, Andrea Nonne, che con poche domande, faremo sintesi del suo lavoro già presentato in sedi istituzionali e dal nostro stesso magazine.

Fonni (Nu)

Andrea, nel corso di questi anni hai realizzato tre importanti lavori culturali: uno dedicato al canto monodico, uno sui rioni e l’ultimo sui poeti fonnesi. Potresti condividere quale, tra questi, ritieni sia il più significativo e per quale motivo?

Premetto che tutti i lavori che ho realizzato sono importanti: non ce n’è uno più bello, più significativo o più interessante degli altri. Li considero tutti sullo stesso piano. Tuttavia, ne porto nel cuore uno in particolare, e vi spiego il motivo: quello sui rioni.

A differenza degli altri, oggi chiunque volesse intraprendere un lavoro simile si troverebbe di fronte a una grande difficoltà, ossia l’assenza delle fonti più preziose: le persone che, con precisione e passione, mi hanno trasmesso questo sapere.

Non si tratta solo dei loro vissuti personali, ma anche di una memoria tramandata: oltre a chiedere ciò che ricordavano delle loro esperienze, chiedevo loro di ricostruire ciò che i loro nonni avevano trasmesso a loro stessi.

Andrea Nonne

Il tuo lavoro trasmette sempre una profonda passione. Quando abbiamo iniziato questa intervista, ti ho definito il tuo impegno come un atto d’amore, e ritengo sia un riconoscimento meritato.

Non c’è alcun intento di lucro nel tuo operato, ma piuttosto il desiderio di tutelare, proteggere e tramandare al futuro un passato che oggi stai recuperando e testimoniando.

Quali motivazioni più profonde ti spingono a portare avanti questo prezioso lavoro?

Ho una grande paura che tutto questo patrimonio prezioso possa andare perduto e che non riesca a tramandarlo come vorrei. Anche se vivessi cent’anni, non riuscirei comunque a realizzare tutti i lavori e progetti che ho in mente: sono davvero troppi.

So già che molti di questi progetti andranno inevitabilmente persi, e questo mi spaventa. Ciò che viene stampato e pubblicato rimane per sempre, mentre tutto il resto rischia di essere portato via dal vento, senza possibilità di ritorno. Pensare a questa eventualità mi provoca un profondo dolore.

Percepisco l’amarezza di quanto fatto e che possa andare perduto. Verba volant, scripta manent. Questa locuzione latina resta un monito da millenni a tutti coloro i quali tesimoniano con il loro amore per la propria terra, quanto di quello che si fà, possa scomparire. 

Templi quali biblioteche e musei, non bastano a sopperire quanto importante sia il sapere umano. Ed è grazie a  guerrieri della cultura, quale è Andrea Nonne, se la parola non si disperde nel tempo, legandola ad un manoscritto, certo, ma soprattutto nella memoria. 

Certo le istituzioni dovrebbero avere la responsabilità territoriale perchè la cultura di un popolo, resti presente.

Territorio, poi, vissuto da essi stessi. Figli, loro, delle generazioni precedenti che hanno forgiato quei professionisti delle politiche culturali che dovrebbero adoperarsi per tutelare il proprio patrimonio.

Come si può cancellare un passato? Auspico interventi che mirino a sensibilizare le nuove generazioni a comprendere che come siamo oggi, è perchè siamo stati. 

E basta con questi selfie fatti di effimeri fisici palestrati e boccucce a cuore. Giriamo l’obietivo dall’altra parte che non sia su noi stessi: c’è un Creato che di fronte a noi, è lì da sempre e che ha i colori delle emozioni, le stesse che ci trasmette Andrea Nonne

Anna Landolfi.

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