di Patrizia Gesuita.
Durante le prove dei Concerti, che si terranno il 31 ottobre e il 1° novembre, dedicati ad Antonio Duni, nell’ambito del Festival Duni di Matera, cerchiamo di intervistare la docente di lettere nonché clavicembalista Claudia Di Lorenzo.

Trovo seduta ad accordare il suo clavicembalo, una donna affascinante, di grande eleganza, che appena mi vede, mi sorride e mi chiede di accomodarmi.

M° Claudia Di Lorenzo, sarà impegnata con l’ensemble “Duni” in due concerti dedicati al compositore settecentesco materano Antonio Duni. Come e quando è nato questo progetto. Ce ne vuole parlare?
Di solito si parla sempre del fratello più celebre Egidio Romualdo Duni, ma qualche anno fa, ho riscoperto delle opere di musica da Camera, che mi hanno letteralmente affascinata.
Sono molto grata all’organizzatore Saverio Vizziello e al direttore artistico Dinko Fabris, per aver creduto in questo progetto culturale di riscoperta di un grande compositore.
Il Progetto ha visto gli albori in modo davvero romantico. Le 6 Sonate per violino e basso di Antonio Duni sono arrivate nelle mani del Duni Ensemble in modo incredibile.
Facciamo un passo indietro: Tom Suarez, violinista e compositore, unico discendente da parte di madre, Giuseppina Duni, del musicista Antonio Duni, da tempo si interessava di trovare discendenti dei due musicisti Egidio e Antonio.

Nelle sue ricerche si imbatté nella stampa di manoscritto delle Sonate di Antonio, conservate nella Biblioteca Nazionale di Mosca.
Questa è stata una scoperta sensazionale, perché nessuna fonte tra quelle molto ridotte, che circolano su Antonio Duni, hanno mai menzionato le sonate.
Le 6 Sonate sono una scoperta importantissima perché, finora, non vi era alcuna traccia di queste composizioni e, soprattutto, dal punto di vista musicologico, rappresentano l’unica fonte strumentale della produzione di Antonio Duni, che conta più musica sacra e qualche opera in musica.
Tom Suarez sapeva che il nostro ensemble, da oltre vent’anni, si occupava della divulgazione delle opere dei fratelli Duni.
Pertanto ci contattò tramite Internet, chiedendoci di esaminare le musiche e, nel caso in cui le avessimo trovate interessanti, di proporle in concerto.
Noi le abbiamo trovate opere non solo interessanti, ma estremamente innovative con un linguaggio ben lontano dalla scuola napoletana in cui, invece, emergono influenze tedesche e francesi assimilate sicuramente da Antonio durante i suoi viaggi.

Leonardo Massa, Claudia Di Lorenzo, Natalia Bonello
Quindi possiamo definire Antonio Duni un musicista europeo?
Assolutamente sì. La figura di Antonio è estremamente bizzarra, misteriosa, ma testimone di quella mobilità transnazionale, che ha caratterizzato musicisti, filosofi e scrittori del XVIII secolo.
Purtroppo su Antonio Duni le fonti biografiche sono scarsissime a differenza del fratello Egidio, tuttavia tra i suoi viaggi si annovera: la Spagna, poi Varsavia dove ebbe l’incarico di Kapellmeister (maestro di cappella, il musicista responsabile dell’intera attività musicale di una cappella n.d.r.), di una corte o di un’orchestrae compose le prime opere sacre e ancora Praga dove ebbe l’ispirazione per “Il Demetrio”, un vero capolavoro teatrale, Mosca dove fu direttore del coro dell’Università di Mosca, poi, purtroppo, dal 1766 si perdono completamente le sue tracce.

Egidio Romualdo Duni (1708-1775)
I Concerti saranno due: il primo il 31 ottobre presso Palazzo Malvezzi alle 20, in cui saranno eseguite le Sonate di Duni. Inoltre sarà presentato il recentissimo CD inciso per la Brilliant Classic, con gli atri protagonisti del “Duni ensemble”: la flautista Natalia Bonello, il violinista barocco Vincenzo Bianco e il violoncellista Leonardo Massa.
Le Sonate per violino e basso del CD inciso per la Brilliant Classic sono in tutto sei, ma purtroppo non sappiamo la datazione.
Sarà un evento davvero inedito perché ci sarà la partecipazione di Tom Suarez, discendente di Antonio Duni e dei musicologi Galliano Ciliberti, Dinko Fabris e Giovanni Tribuzio, durante il concerto cercheremo di tracciare un percorso quanto mai vicino alla realtà delle Sonate.
Le 6 Sonate sono musiche di facile ascolto, che permettono di assaporare armonie barocche sulle quali dialogano voci melodiche di grande inventiva e sempre diversificate.
Antonio Duni pur nell’ immediatezza melodica, non trascurò il contrappunto delle voci. Inoltre la danza è vera musa ispiratrice di alcuni tempi delle 6 Sonate.

Tom Suarez
Il concerto del 1 novembre, invece, si terrà presso Palazzo Viceconte alle 20 e sarà dedicato alle Sinfonie.
Eseguiremo la “Sinfonia a quattro in sol maggiore” e la “Sinfonia in re maggiore per due oboi, due corni, archi e basso”, che provengono dalla pubblicazione delle Cinque Sinfonie, pubblicate in edizione moderna da Luigi Pentasuglia ed Ernesto Pulignano.
Inoltre dalla “Messa in re maggiore” del 1745, sarà eseguita l’introduzione orchestrale, in cui la presenza della tromba impiegata nel Kyrie (termine greca che significa “Signore” n.d.r.), ci introduce in un’atmosfera solenne e celebrativa.
Similmente l’introduzione orchestrale del “Te Deum” del 1746, grazie a un organico orchestrale poderoso con trombe e timpani, catapulta l’ascoltatore in una dimensione di sfarzo e solennità tipica delle grandi corti europee.
Nell’ultima parte del programma saranno eseguite due Marce, tratte rispettivamente dal primo e dal terzo atto dell’opera teatrale Demetrio, che sono frutto di uno studio filologico in una sua trascrizione moderna.
Ebbene sì, questa è stata la mia ultima fatica oltre l’introduzione orchestrale della Messa in re maggiore. L’opera “Demetrio”, fu composta a Praga nel 1754, fu scritta, per il nuovo teatro cittadino, e diretta dallo stesso Antonio Duni.
Sono rimasta esterrefatta dalla complessa tessitura orchestrale in cui i corni, gli oboi e gli archi sottolineano talvolta il carattere eroico e leggendario dell’opera, e in altri momenti ricordano e fanno rivivere all’ascoltatore scene di corte dalle grandi opulenze barocche. L’opera è fortemente drammatica e la musica sottolinea in modo mirabile il libretto di Metastasio.

Vincenzo Bianco
M° Di Lorenzo vogliamo dire ai nostri lettori perché è stata ed è importante la sua opera di recupero delle fonti di Antonio Duni?
Il recupero del mio lavoro personale di ricerca delle fonti è importante non solo per il valore musicologico e storiografico della musica di Antonio Duni, ma soprattutto perché questo compositore diventa uno dei pochi autori responsabili di aver creato un meraviglioso incontro di suggestioni musicali diverse tra le varie scuole.
Antonio Duni ha saputo coniugare la tradizione italiana, che gli apparteneva per nascita e studio, con quelle che erano le suggestioni d’Oltralpe: l’architettura sonora rigorosa tedesca, l’ornamentazione elegante e raffinata della musica francese, sapendo creare uno stile unico e testimone di una tipica tendenza dei musicisti illuminati settecenteschi, che viaggiavano per dare un senso alla loro stabilità sia professionale che umana.
Per questo l’opera di rinascita e riscoperta di Antonio Duni deve assolutamente continuare.
Patrizia Gesuita.
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