giovedì, 18 Dicembre, 2025 9:18:32 PM

Bari – Rosario Sparno – La genialità e l’entusiasmo che contagia…

di Patrizia Gesuita.

da La Grande Magia (2013) – Ph. Luigi Maffettone

Chi è Rosario Sparno, la sua formazione professionale vogliamo dirlo ai nostri lettori?

Devo premettere che sono stato molto fortunato. Ho iniziato a 19 anni dopo il liceo, durante l’anno in cui non sapevo cosa fare nella vita e ho incontrato Francesco Silvestri, un autore e regista napoletano, che cercava un attore per uno spettacolo, che ebbe molto successo alla fine degli anni ’90.  “La Confessione” di Walter Manfrè.

La fortuna è stata che a 19 anni ne dimostravo molti meno. Ho fatto il provino e sono andato al Taormina Festival e lì ebbi il monologo del personaggio, che avrei interpretato:  un ragazzino di 12 anni.

La Grande Magia

Al Festival di Taormina ho conosciuto Barbara Valmorin, che mi ha adottato artisticamente, e, con lei, ho scelto senza scegliere, di fare l’attore. Lei è stata, insieme a Silvestri,  la mia grande Maestra.

La Grande Magia

Ho lavorato come attore al “Piccolo” di Milano, all’Emilia Romagna Teatro per tanti anni. Ho fatto con lei tournée lunghissime e, contemporaneamente, con Silvestri ho continuato la mia collaborazione come aiuto regista, formando la mia linea registica, e come attore. Barbara è stata anche la mia guida per la dizione, con lei era essere di continuo a scuola di recitazione.

Mentre si facevano le tournée, facevo lezione di dizione e studiavo continuamente.

Che tipo di spettacoli e che ruoli ha interpretato?

Con Barbara Valmorin, ho avuto modo di interpretare autori classici tra cui Gabriel Garcia Lorca e contemporanei come Annibale Ruccello e Silvestri grazie ai quali ho scoperto la nuova drammaturgia napoletana.

In seguito sono entrato a far parte de la compagnia “Le Nuvole” successivamente  “Casa del Contemporaneo” di Napoli e lì ho avuto la possibilità di esprimermi anche come regista.

La Grande Magia

Ed eccoci all’altra fase artistica a quella che vede Rosario Sparno regista. Ce ne vuole parlare?

Un periodo importante è stata la collaborazione con il Teatro “Mercadante” di Napoli, dove  ho messo in scena diversi testi di drammaturgia contemporanea, (la mia grande passione) e, allo stesso tempo, ho lavorato a riduzioni di opere famose.

Devo confessare che inizialmente, con grande timore,  ho voluto sperimentare le riduzioni teatrali,  ma visti i risultati, posso dire, con immensa gioia, di essere riuscito a realizzarne tanti fra i quali una produzione con un’opera del grande Shakespeare: “La Tempesta”, che ha girato per dieci anni.

La Grande Magia – Ph. Luigi Maffettone

Per il Teatro “Mercadante” e Casa del contemporaneo  ho sperimentato altre riduzioni di opere famose come “Casa di Bernarda Alba” di Lorca, “La Grande Magia” di Edoardo De Filippo e qualche anno fa “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare.

Ho fatto un percorso parallelo di riscrittura e ho adattato i testi, utilizzando la loro lingua e il loro stile,  senza mai tradirli.

Le funambole (2018) – Ph. Luca Mascia

So che il lavoro di riduzione dell’opera di Eduardo, ti ha dato tante soddisfazioni…

Ho avuto l’idea di adattare “La Grande Magia “di Eduardo De Filippo . Per me è stata una grande sfida, non è semplice lavorare su opere di un “Grande”, scomparso abbastanza recentemente.

Mi sono recato a Roma con il mio produttore Giovanni Petrone, dove ho incontrato Luca De Filippo e gli ho spiegato che volevo adattare l’opera di suo padre per soli tre attori senza cambiare nulla della lingua di Eduardo.

Le funambole – Ph. Luca Mascia

Lui è stato inizialmente dubbioso, ma allo stesso tempo incuriosito. Mi ha risposto di fare la produzione, che sarebbe venuto a guardare lo spettacolo e infine mi avrebbe detto se poterlo fare oppure no.

Ricordo che quella è stata l’interpretazione più emozionante. Per “La Grande Magia” ho lavorato sia come regista che come attore.

Abbiamo recitato solo per Luca De Filippo e la sua compagnia. In contemporanea Luca De Filippo, stava rappresentando la stessa opera con tutti i personaggi scritti nell’opera originale.

Le funambole – Ph. Luca Mascia

Alla fine della rappresentazione Luca è venuto in camerino e mi ha stretto la mano dicendomi: «Sembra che sia stata scritta cosi da mio padre». Non sono svenuto per decenza, ma ero emozionatissimo.

Credo che il lavoro importante del regista sia avere un buon intuito nella scelta degli attori, creare il clima giusto, l’amalgama giusta tra gli attori e in quel caso si è davvero verificata la grande magia…

So che la produzione dell’adattamento della “Grande Magia”, l’avete portata anche all’estero. Cosa ricordi?

Si, il grande impegno, associato a un pizzico di fortuna, ci ha permesso di portare la produzione con soli tre attori, al Festival in Scena  di New York nel 2019.

E’andata benissimo, abbiamo recitato in italiano con i sovratitoli e ci sono state reazioni emotive davvero inaspettate. Un pubblico americano vario, che è rimasto colpito ed emozionato, nonostante la lingua diversa.

Tutto ciò mi ha fatto pensare che se un lavoro è fatto bene e recitato bene, arriva al cuore. Lo spettacolo è piaciuto così tanto, che ci hanno chiesto di replicare nel 2023, in California nelle città di: San Diego, San Francisco e Santa Rosa.

Opera Buffa Livietta e Tracollo (2023) – Regia di Rosario Sparno

E stata un’esperienza bellissima, una sfida importante, che mi ha permesso di lavorare con pubblici differenti.

Ci parla della sua esperienza come attore cinematografico?

Sono più un attore e regista di teatro. Ho lavorato un po’ per la televisione e ho partecipato a “Gomorra”, tappa obbligata per gli attori napoletani.

Nel cinema ho lavorato con i fratelli Frazzi nel film “Certi bambini”. Inoltre sono stato fortunato e, anche in questo caso, facendo tempo fa, il provino per il Film “Il Resto di niente”, con la regia di Antonietta De Lillo, fui preso per interpretare Gennaro Serra di Cassano.

Tomcat (2015) – Regia di Rosario Sparno

Il film fu presentato nel 2004 alla Mostra del Cinema di Venezia fuori concorso e fu molto apprezzato dalla critica, ricevendo diversi premi, e, in quella occasione, ebbi la fortuna di conoscere Maria De Medeiros, che interpretava Eleonora Pimentel Fonseca, una poetessa intellettuale e giornalista italiana, figura di spicco della Rivoluzione Partenopea del 1799.

Passiamo alla sua ultima esperienza teatrale Pierre e Jean, testo adattato da Massimiliano Palmese e prodotto dalla Compagnia Diaghilev.

Potrà essere un anacronismo, ma Guy de Maupassant descriveva le fragilità della famiglia intesa come componenti di un nucleo che si affronta tra sentimenti e risentimenti. Mi pare che l’autore sia stato lungimirante: oggi siamo come 200 anni fa?

Oggi come 200 anni fa, non cambiano le dinamiche umane. Oggi non ci sono più differenze tra figli legittimi e illegittimi, per fortuna, ma ciò che non cambia è il rapporto con il danaro.

Entrambi i protagonisti si innamorano di una ricca ereditiera. Arriva un’eredità inaspettata solo a un figlio, che scatena una serie di eventi.

Tomcat

Una famiglia felice, finché uno dei figli riceve da un certo Maresciallo amico di famiglia, un’eredità. Da qui incomincia a delinearsi un dramma.

La famiglia, descritta è una metafora della società. Quando arriva un’economia e c’è una disparità, si creano dei conflitti e rotture anche nei rapporti familiari.

Tomcat

L’eredità arriva a Jean, perché è il figlio illegittimo nato dal maresciallo e dalla madre di entrambi i figli (ma questo non lo sa nessuno).

Maupassant sottolinea una cosa importante, la mancanza di morale. Fra i due fratelli, Pierre, il figlio legittimo, doveva essere sostenuto dalla famiglia, ma in realtà, la società ti riconosce solo se vinci.

Tomcat

Jean diventa ricco, sposa l’ereditiera Rose e, le fragilità di Pierre, il fratello romantico, che ha intuito la tresca della madre fin dall’inizio del dramma, non vengono accettate e, cosa immorale, la famiglia gentilmente lo allontana.

La riscrittura con soli due personaggi, è davvero insolita e incuriosisce. Quanto è stato complicato?

Il testo è diviso in quadri ed è scritto per 4 personaggi. La scelta di farlo con due, non è stata assolutamente semplice. Ho avuto la fortuna di lavorare con due attori bravissimi: Paolo Panaro e Roberto Petruzzelli.

Paolo Panaro interpreta la madre Madama Roland donna romantica e Jean, il figlio della fuga d’amore, meno romantico e molto pragmatico. Sono i due personaggi, che alla fine saranno i vincitori.

Pierre e Jean (2025) – Paolo Panaro e Roberto Petruzzelli

Regia di Rosario Sparno

Roberto Petruzzelli interpreta Rose l’ereditiera molto pratica e pragmatica e Pierre, che ha dentro di sé un grande furore ed è molto romantico come sua madre.

Non le nascondo che mi ha affascinata la scelta della mancanza di travestimenti.

Infatti ho chiesto di non lavorare sui travestimenti, ma fin dall’inizio doveva essere molto chiaro e senza eccessi, il passaggio dei ruoli.

Pierre e Jean

Da metà rappresentazione, la trasformazione di Pierre in Rose e Jean in Madame Roland, è sempre meno evidente. Perché ogni personaggio ha dentro di se un po degli altri personaggi.

Lo spettatore deve seguire attentamente perché si deve creare una tensione e un ritmo incalzante, serrato che va da una scena all’altra. Lo spettatore deve continuamente farsi la domanda: Chi è il personaggio?

Sparno – Valmorin – Weekend di Ruccello (2020) 

Ho assistito a una replica e Le posso assicurare che mi sono divertita e commossa. E’ stata una scelta registica decisamente vincente. Inoltre tutte le repliche dal 14 al 30 novembre, presso l’Auditorium Vallisa di Bari, sono andate sold out e questo la dice lunga….Complimenti davvero!

 Crick – Regia Rosario Sparno – Ph. Pino Miraglia

Ma ora parliamo del futuro prossimo….Cosa bolle in pentola?

Quando tornerò a Napoli nella sala Assoli, un luogo davvero magico e piano di energia (la sala dove si sono formati  Toni Servillo, Mario Martone, etc.), abbiamo “ Crick”, una produzione dedicata al grande Francesco Silvestri, scomparso pochi anni fa, con gli attori Luca Iervolino e Francesco Roccasecca.

E poi…Stiamo incominciando a lavorare nel sito archeologico di Pompei e….[Mi guarda con un sorriso ironico] per scaramanzia non diciamo nulla…

Patrizia Gesuita.

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