di Enzo Lorusso
La felicità degli infelici. Un ossimoro. Ma non in questo caso, non nel caso de “La Felicità degli Infelici”, il romanzo solidale di Mino Grassi (Ventotto Edizioni) che offre uno spaccato del microcosmo rurale di un paesino della Murgia barese a cavallo soprattutto del secolo scorso, incentrato – come recita il sottotitolo del romanzo – sugli “Amori ultimi e passioni di altri tempi”. Protagonisti uomini e donne costretti a fare i conti con una miseria endemica cui il nostro Sud sembrava condannato da un destino imperscrutabile e che lascia poco spazio ai sogni, alle speranze, all’amore troppo spesso travagliato. E nonostante questo tutti tentano di ritagliarsi un proprio spazio anche angusto di sentimenti, di affetti che possano dare un senso a un’esistenza.
In questo contesto si intrecciano storie d’amore spesso travagliate, sofferte, contrastate che talvolta svaniscono per causa di forza maggiore. Salvo poi a ritrovarsi – come capita a diversi – al crepuscolo della loro esistenza, dopo varie vicissitudini, al “Sorriso Divino”, l’ospizio come si diceva una volta o Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) come si dice oggi, dove talvolta si riallacciano magicamente certi rapporti interrotti bruscamente decenni prima. E’ questa la “Felicità degli Infelici”, la felicità (o meglio i brandelli di felicità) che ti può avvolgere all’epilogo della tua vita. Una felicità intensa ma anche caduca, effimera perché, ancorchè postuma, deve fare i conti anche con il Covid che nella Rsa – come purtroppo registra la recente cronaca – ha fatto non poche vittime anche in Puglia.
Ma la “Felicità degli Infelici” è anche un affresco della società rurale pugliese, sui suoi valori fondanti (la fatica, il sacrificio, la famiglia, la chiesa, etc), dove mettere insieme il pranzo con la cena non era scontato, dove l’apertura dell’Italsider negli anni ’60 veniva considerata una panacea per affrancarsi da una vita di stenti e di tribolazioni. Senza trascurare altri due elementi che contraddistinguono l’intera vicenda: il tributo pagato al 2° conflitto mondiale (ivi incluso il “passaggio” degli yankee dalle nostre parti non privo di conseguenze…) e l’emorragia conseguente all’emigrazione verso gli States e il Nord Italia alla ricerca affannosa di un futuro migliore.
“La Felicità degli Infelici” è’ tutto questo.
Enzo Lorusso.
In copertina: Mino Grassi, scrittore.