domenica, 22 Dicembre, 2024 12:53:30 PM

A proposito di Dumbo e Peter Pan

di Anna Landolfi.

Ho dovuto riflettere molto, prima di proporre al direttore, questo servizio redazionale. Non è un fatto di cronaca, il magazine non si occupa di cronaca. Non è nemmeno uno “shoot” su una esposizione straordinaria di un pittore del Rinascimento. Ma neanche una recensione di un film, di una commedia…insomma, nulla che ha a che fare con l’arte. O meglio: il cinema è la settima arte e i cartoni animati sono cinema. Il fatto è che in questi giorni si è aperta una polemica che mi ha lasciata a dir poco esterrefatta! Sottoporla al lettore, è anche ragione per capire meglio e perché no, magari polemizzarci un po’ su. La multinazionale Disney, ha deciso di vietare alcuni dei suoi splendidi film, ai bambini al di sotto dei sette anni. Pare che le ragioni siano piuttosto serie: in alcune sequenze, sembra ci siano riferimenti all’odio razziale, a stereotipi classisti, all’emarginazione. Prima di citare i titoli “incriminati”, mi sono fermata un po’ e mi sono detta: “Io sono cresciuta con Biancaneve, ho sognato con Cenerentola, mi sono anche “addormentata” cento anni con Aurora (n.d.r. “La bella addormentata nel bosco”), ho sperato di incontrare principi azzurri e aspettato di essere liberata da draghi e streghe. Non mi pare di essere cresciuta sconvolta! Curiosa, ho mangiato pezzi di casa di pan di zucchero insieme ad Hansel e Gretel e quando giocavo nei giardinetti della mia città, non avevo paura del lupo, perché di lì a poco sarebbe venuto il cacciatore. Insomma: ma davvero certi cartoni animati turbano i sogni dei nostri bambini?

Dumbo (1941)

I film vietati ai minori di sette anni sono: “Dumbo”, “Peter Pan” e “Gli Aristogatti”. Sorpresi? Direi di sì. Dunque: in “Dumbo” c’è una scena dove mentre l’elefantino vola, è circondato da corvi (i corvi sono “neri” perché così ha voluto la Natura) e sono “vestiti” come, gli “schiavi” delle piantagioni del sud degli Stati Uniti. La clip video è stata anche rimossa da You Tube! Non so quanto i piccoli dai sette anni in…giù, sappiano la storia degli schiavi in America, questo si studia, certo che sì, ma bisogna crescere un po’ per avere consapevolezza di quanto noi umani siamo stati così…poco umani con gli altri…umani (ma la schiavitù, purtroppo, esiste ancora oggi). La scena è semmai divertente, perché i corvi “canzonano” il cucciolo di elefante in volo perché ha le orecchie grandi. Ma sono esempi di bambini che anche oggi, a scuola, si “canzonano” tra loro: è parte della “crescita” del bambino. Le zuffe, i dispettucci, sono parte del confronto che maturerà i piccoli a socializzare. E’ parte della vita.

Peter Pan (1953)

“Peter Pan”: non ne ero consapevole, ma mi innamorai di questo bambino strano! Innamorai: ma cosa potevo capire dell’amore a sette anni? Bene, pare che nel film, Peter Pan, chiami pellerossa gli abitanti di una tribù che vive sull’Isola Che Non C’è. Pellerossa…Peter Pan non sapeva che il termine è dispregiativo: si dice “nativi americani”! Io sono “bianca” non perché sono di “razza” bianca: sono bianca come un foglio di carta perché…sono bianca. Certo, non ho sette anni, ma da piccola avevo già amichetti di un altro colore della pelle e noi bambini non ci facevamo davvero caso. Gli occhi dei bambini non hanno queste “contaminazioni” indotte dagli adulti. Le “ansie” di genitori che non desiderano che nelle classi dei loro figli ci siano…i colori, sono pregiudizi che abbiamo noi adulti.

Duchessa e Romeo. Gli Aristogatti (1970)

Shun Gon in tutte le lingue europee.

Poi, ”Gli Aristogatti”. Sperduta nella cesta abbandonata da quel “delinquente” del maggiordomo, Duchessa, l’aristogatta del film, conosce un “ciociaro de’ Roma”, magari un po’ tamarro, ma gentile e premuroso con i piccoli di Duchessa: Minou, Matisse e Bizet. In una insolita band, che Romeo (il gatto borgataro) dirige, ha tra i suoi musicisti-gatti, Shun Gon, un gatto siamese di fattezze cinesi (ma i gatti siamesi vengono dall’estremo Oriente!). Bene: pare che il curioso siamese sia una “caricatura” degli orientali. Ma gli orientali hanno gli occhi a “mandorla”, magari non hanno denti sporgenti, ma i denti sporgenti li abbiamo anche noi occidentali, gli africani, gli indio-americani: cioè, non è un difetto, è una caratteristica dei denti che è correggibilissima. Insomma: a me pare un po’ esagerato.

Questa censura è vista con gli occhi dei grandi, forse colpevoli di avere commesso errori che riversano sui bambini  e che questi dettagli, proprio non li notano. I bambini sognano e un corvo, un pellerossa o un gattino siamese, dubito li rendano inquieti. Dopotutto, che male c’è desiderare un Principe Azzurro? Non sono i sogni i nostri desideri? Credo che molte di noi lo sognino ancora. Svegliarsi con un loro bacio? Nessun problema: se il principe non c’è, basta chiudere gli occhi e…sognare.

Anna Landolfi.

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