ARTI LIBERE – LE RECENSIONI
Spesso, molto spesso, abbiamo la certezza che professioni importanti, siano immuni da sentimenti che provano la gran parte degli uomini che fanno altri mestieri.
Un luogo comune innocente. Certezze senza riflessione, fatte in buona fede. Si pensa che professioni quali i medici, gli avvocati, gli insegnanti, siano al di sopra o al di fuori dei comuni comportamenti che affliggono chi dei loro servigi ha bisogno.
Un’analisi di quanto simili siano a noi comuni mortali, professionisti di mestieri popolarissimi, spina dorsale della società, quella del terzo settore praticamente, la descrive in maniera dettagliata e scientifica, il libro scritto da Pietro Battipede e Michele Mongelli, “La toga”, ed. GELSOROSSO.
Un’analisi introspettiva di un uomo che si trova (e non si ritrova) a confrontarsi con un altro uomo che stenta a comprendere che è LUI.
Noi lettori, noi utenti e clienti, noi usufruitori dei servizi di professioni quali gli avvocati, i medici, i docenti colmi del loro sapere, non ci vieme mai in mente che fuori dalle loro professioni, sono uomini e donne come chiunque di noi E’.
Michele Mongelli
Mavio, il protagonista, si specchia in un altro mettendo in dubbio tutto il percorso della sua carriera riconoscendo con difficoltà, i dubbi, gli scopi per i quali dedica la sua vita.
Un’interiorità che scava e ragiona con un’intima umanità e trasmette tenerezza. Intorno a Mavio, una serie di professionsiti della mente, del teatro, del commercio, della legge, ognuno con una propria e personalissima riflessione.
Considerazioni razionali, consapevoli. Esami minuziosi di una quotidianità non discostata dalle professioni ma comunque legate agli uomini e alle donne che di quelle professioni ne fanno la loro vita.
Pietro Battipede
Il libro evidenzia quanto certe categorie professionali vivano le stesse emozioni che chiunque altro vive.
Ci ritroviamo nei loro studi, pensando che essi siano avulsi dagli stessi problemi che stiamo loro presentando.
L’attenta lettura è un’ importante valutazione: il point of view è spostato leggermente più in basso della parte della testa, sede del pensiero, per avvicinarla un po’ più sul petto, sede del cuore.
Gianni Pantaleo.