di Anna Landolfi.
E’ l’ascolto che incanta. Declamare versi è un’arte. L’orecchio umano non percepisce tutti i suoni della natura. Molti, moltissimi, non hanno “suono”. Solo caratteristiche anatomiche uditive di altri esseri viventi, possono tradurli in suoni. L’orecchio umano ha peculiarità di gamma di suoni ben definita.
Il parlare quieto, pacato, il suono cadenzato di una interpretazione che modera e accentua le sfumatura della voce, aiutano l’ascoltatore a emozioni che si diffondono su tutto il corpo: è la quiete dell’anima.
Quella che ascolterete, accompagnata dalla sua lettura, è “Il Fiume”, una composizione in versi di Patrizia Gesuita, scrittrice e anche ricercatrice di danze storiche. L’autrice, probabilmente rammenta un momento passato, rivissuto con la parola.
Si lascia andare, trasportata dall’acqua e compone con pause lente, misurate definizioni che si materializzano in immagini da quella esperienza emotiva provata.
E’ dolce lo scorrere del fiume: lo racconta, lo spiega, lo narra, facendo dell’acqua, testimone dei paesaggi che essa attraversa.
Incontra, scorre, attraversa…è un viaggio. Il lettore saprà ben farsi coinvolgere, perchè come l’autrice scrive, il fiume è: “…una danza incessante piena o priva di sogni, come la vita, come l’amore.”
Patrizia Gesuita
Il Fiume.
Ascolto l’incessante fluire del fiume.
Dolce suono, melodia piena di note
e priva di pause.
Scorri, scorri fiume senza posa…
Mi immergo per pochi attimi,
e attraverso con te
paesaggi e pendii, vedo uomini stanchi di lottare,
donne prive di speranza e di dignità,
sguardi curiosi e ammirati di bimbi felici
ignari dello scorrer del tempo.
Scorri, scorri fiume,
attraverso percorsi tortuosi,
riesci a scavare fin nelle rocce,
per poi riaffiorare in morbide e verdeggianti valli.
Una danza incessante
piena o priva di sogni,
come la vita, come l’amore.
Patrizia Gesuita fa di più: la interpreta. Ha così facoltà di approfondire l’emozione provata trasmettendola all’ascoltatore. Completa artista, non smette di stupirci: veloci sono le sue mani che scorrono sui tasti del pianoforte, così facendo, l’autrice regala un’altra sua interpretazione e, legate le note alle parole, esse si trasformano in emozioni.
Sono le “Poesie non di…autore”.
Anna Landolfi.
In copertina: “Fiume” di Massimo Botti (Foligno, 1969)
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