sabato, 12 Aprile, 2025 6:25:08 PM

Bari – Riflessioni in musica…

di Antonio Pasquale.

Citando una calzante analogia del grande Enrico Maria Salerno “Il festival di Sanremo è come lo zio d’America”.

Infatti egli ogni anno fa visita ai suoi parenti italiani, portando quella ventata di novità, di attesa, ma altresì motivo di unione della stessa famiglia.

Mi piace descrivere in tal modo l’impatto del festival nella società italiana, grande indicatore delle evoluzioni dell’Italia.

L’edizione 2025, a prescindere dalle preferenze musicali e artistiche, permette di riflettere sull’importanza delle diversità presenti sia per generi sia per età degli interpreti, veicolo di messaggi di impegno sociale, spensieratezza, bellezza e teatralità.

Che si tifi la personalità più impattante, il testo più rilevante, il ritmo più profondo o coinvolgente, nessuno resta escluso dal fenomeno canoro e di spettacolo, che caratterizza l’Italia da 75 anni, esprimendone le istanze e le esigenze comunicative, di cui si rende promotore.

Quest’anno ho apprezzato la versatilità delle proposte e il lavoro dietro la maggioranza dei testi, veri progetti di vita e di come musica, teatro, arti performative siano le nobili protagoniste.

Potrei soffermarmi sulla musicalità del vincitore Olly, sulla caratura del testo dell’ interpretazione di Simone Cristicchi, sulla profondità cantautorale di Lucio Corsi, Brunori SAS (per citarne alcuni), sul talento di Giorgia, interprete ineccepibile e dalla grande umiltà, sulla grinta coraggiosa di Marcella Bella, ma non renderei un ritratto esaustivo, seppur personale.

Ci tengo a sottolineare la bellezza degli accompagnamenti di esperti sassofonisti e il ruolo cardine dei coristi e delle coriste, valore aggiunto e nuovamente integrato nelle interpretazioni più suggestive e complete.

Il Festival di Sanremo divide, unisce, fa riflettere, ci rende critici musicali ed esperti di stile per alcuni giorni, attribuendoci una libertà di una ampiezza considerevole e distintiva di una parentesi di spettacolo, unica, cangiante, un vero spaccato del nostro essere nel tempo.

Le parole, le note, la metrica e la scenografia diventano attori principali di un tesoretto di idee, da sviluppare durante l’anno e intriganti opportunità di valutarne le evoluzioni, da vivere e percorrerle con brio rinnovato e versatilità.

La Bellezza passa anche attraverso l’ascolto, la disposizione a porsi in contatto con il panorama espressivo, che il festival porta con sé e in cui siamo fascinosamente coinvolti.

Antonio Pasquale.

About Arti Libere

Guarda anche

Fonni (Nu) – Il Canto Monodico: Ballos de Onne “A Boˀe Sola”

di Anna Landolfi. Andrea Nonne: È noto che il primo strumento musicale dell’umanità sia stata …

Lascia un commento