giovedì, 17 Aprile, 2025 4:12:10 AM

Bisceglie (Ba) – Il Nibbio, l’indagine, la Storia, l’Umanità

di Antonio Pasquale.

Conoscere la storia di un uomo, della propria vita e dell’alto senso delle Istituzioni, rende solo in parte la cifra valoriale di Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, che ha perso la vita il 4 marzo del 2005 durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica.

Un capitolo troppo recente quanto complesso per un’analisi esaustiva; un passato non ancora pacificato, a cui non è stato forse riconosciuto il corretto portato, senza caricarne la vicenda di ideologie, colpevolezze e mancanze troppo ingombranti per meritarne uno spazio di dibattito costruttivo e significativo.

Alessandro Tonda

Un uomo votato alla famiglia, onesto e competente nel suo delicatissimo lavoro di Dirigente del SISMI, che univa l’intraprendenza, il dialogo, la moderazione e una strenua fermezza ad una sconvolgente umanità, ad un raro rispetto per la vita altrui, capace di leggere nelle pieghe di un vissuto senza etichettarlo, di uno sguardo sincero in cui riconoscersi e a cui ci si poteva affidare dopo aver contraccambiato la disponibilità all’ascolto.

In tale descrizione si iscrive il ritratto umano di Calipari emerso dalla pellicola di Alessandro Tonda, Il Nibbio, Notorius Pictures, in sala in questi giorni; progetto a cui ha contribuito la volontà e l’impegno della famiglia Calipari, con il patrocinio della

Presidenza del Consiglio,

il supporto del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza,

l’AISE,

la Polizia di Stato,

la Prefettura e Questura di Roma

e della Fondazione Med-Or,

come partner culturale.

Come troppe storie questo omicidio non ha ancora colpevoli o per meglio precisare, non è stata individuata una responsabilità univoca che si traduca in colpevolezza.

Il senso di partecipare alla visione de Il Nibbio e di ricostruirne la vicenda porta all’attualità la vicenda di Calipari e del contesto italiano e internazionale del 2005 non conosciuto dai giovani e a tratti dimenticato dalla maggioranza, che ne conserva un ricordo spesso non integrato in un sistema complesso e articolato, la cui eziologia risale anche alla realtà di occupazione, morte e deprivazione dell’Iraq e alla difficoltà di gestirne i delicati e precari equilibri.

Claudio Santamaria

Ho trovato efficace la resa filmica del regista Tonda e l’interpretazione attoriale del cast, a partire da un immersivo e profondo Claudio Santamaria nel ruolo di Calipari, dall’intensa Sonia Bergamasco, nella parte della giornalista de “Il Manifesto”;

rinvenendo una giusta e reale misura nella loro recitazione, una speciale espressività degli sguardi, dell’attuazione di un linguaggio non verbale e di dialoghi ben calibrati, senza indulgere ad alcuna faziosità, se non per l’esigenza e la ricerca di verità, la coerenza nello svolgimento del proprio lavoro e l’accettazione dei limiti di una vita con limitazioni e restrizioni, ma che ci comunica il valore e il senso della scelta.

Sonia Bergamasco

Non è semplice leggere tra le riga di una storia l’importanza di saper scegliere nella nostra vita, enucleato come testimonianza concreta e che, nella vicenda di Calipari, si risolve nell’ultima scelta di protezione, coerente con il mandato di vivere il senso delle Istituzioni e il profumo della libertà nel modo più autentico ogni giorno.

Penso che aver condiviso la visione de Il Nibbio con i miei studenti abbia rappresentato una piccolissima azione di consapevolezza, predisponendosi alla conoscenza di una vicenda a loro non nota su cui iniziare o riprendere la riflessione.

Il cinema, come le Arti performative, possono ancora una volta appore il loro contributo nel porre domande, far muovere idee e conoscenza, storie che prendono vita e consistenza, sottraendosi  in punta di piedi all’oblio.

Antonio Pasquale.

About Arti Libere

Guarda anche

Roma – Adrien Brody: da Il Pianista a The Brutalist

di Filippo Magnifico. Chi è Adrien Brody? È difficile rispondere a questa domanda in maniera …

Lascia un commento