sabato, 27 Aprile, 2024 5:46:26 PM

CAGLIARI – Giuseppe Vignolo – Guardando l’oasi di Kufra

Il tempo della riflessione non è mai abbastanza. Lo dimostra Giuseppe Vignolo con il suo pensiero: umanamente infinito. E’ la sua innata umanità a spiegare chi è Giuseppe Vignolo.

Sarò retorica, probabilmente tediosa, ma nei testi dell’autore, traspare un’ asettica componente critica che lo esula da essere giudice.

Non condanna, nè imputa. Non calcola il peso di una colpa. Una morale umana senza colore, nè fede. L’approccio per una umanità dimenticata o condannata, non lo condiziona a ergersi arbitro tra il bene e il male.

Prima di tutto, l’uomo. Poi la redenzione, il peccato, il pentimento. Non dettati da lui ma nemmeno effettuati. Li osserva, ne fa analisi introspettiva, li somatizza.

Esprime, come negli altri versi poetici presentati nelle edizioni precedenti, la sofferenza altrui in se stesso. Empatizza e somatizza il dolore. Lo rende soggetto stesso di quello che scrive.

Ed è ebreo, ed è musulmano, è profugo e condannato. E’ militante e rivoluzionario. Con l’arma della parola, può!

Con “Guardando l’oasi di Kufra“, si fa transfugo da una realtà vissuta nella miseria, alla ricerca di una terra migliore e come da testimonianze, le agognate mete, non sono affatto quelle sperate.

Azzardo la rabbia dell’illusione. La nostra realtà agli occhi di quelle barche che navigano l’inganno di una esistenza migliore, ci rende immuni da quell’umanità naturale che ogni popolo dovrebbe avere.

E, continuo, mi irrita l’indifferenza provata ai tanti che annegano nell’inganno di una società sorda alle grida delle donne e degli uomini che cercano solo umanità.

Dopo. Dopo parliamo di politiche e integrazioni. In assoluto, il primo gesto è l’accoglienza. Sovverto il falsum statum (essere falso n.d.r.). Lavarsi la faccia con proclami e apologie ideologiche, è vile.

L’autore ha l’animo limpido: la trasparenza emotiva del testo è dettata dalla purezza interiore.

Ai lettori, l’invito all’ascolto del componimento poetico di Giuseppe Vignolo, interpretata dall’autore.

Anna Landolfi.

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