lunedì, 18 Novembre, 2024 6:43:17 AM

Cisternino (Br) – Scatti di Lisetta Carmi

di Annalisa Semeraro.

Molti artisti e intellettuali, venuti dall’Italia e dal mondo, ad un certo punto della loro vita, si sono lasciati affascinare dalla Valle d’Itria, decidendo di trasferirvisi e stabilire qui la propria casa ed esistenza.

Tra questi, la fotografa genovese Annalisa Carmi, meglio conosciuta come Lisetta Carmi.

Nata a Genova il 15 febbraio del 1924 in una famiglia ebraica e benestante, dopo una carriera da concertista, e dopo aver girato il mondo come fotoreporter, si trasferisce a Cisternino e qui vive fino alla morte, avvenuta nel 2022 all’età di 98 anni.

Prima di morire, Lisetta Carmi aveva donato al Comune di Cisternino la sua collezione di 900 libri e 31 dei suoi scatti.

Cisternino vuole oggi valorizzare questo prezioso dono, rendendo questi scatti protagonisti di una mostra aperta al pubblico.

L’esposizione si articola in settori tematici e gli scatti sono accompagnati da cartelloni narrativi e descrittivi, funzionali a conoscere la genesi delle opere e la vita della Carmi.

La cerimonia di apertura si è svolta il 15 febbraio presso lo storico Palazzo Lagravinese a Cisternino. Una data non casuale: il 15 febbraio segna il centenario della nascita dell’artista.

La mostra sarà aperta al pubblico ogni sabato e domenica dalle ore 18 alle 20, fino al 3 marzo. L’esposizione è curata dalla giornalista e documentarista Lucilla Parlato, assieme al fotogiornalista Mario Laporta, docente di Fotografia e Fotogiornalismo presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, e a Patrizia Pentassuglia, antropologa, storica e ricercatrice che nel 1993 scrisse la sua tesi di laurea proprio su Lisetta Carmi, redigendone una vera e propria biografia.

Lisetta Carmi (1924 – 2022)

Dopo l’apertura della mostra, l’evento celebrativo è proseguito presso la Biblioteca Tommaso Fiore con la proiezione di un video commemorativo.

Un video ricco di testimonianze di chi la conosceva, come il titolare dell’edicola che lei sempre frequentava e nella quale era facile incontrarla.

Ad arricchire l’evento, i saluti istituzionali del Vicesindaco e Assessore Roberto Pinto e gli interventi di Lucilla Parlato e Patrizia Pentassuglia, organizzatrici della mostra, e di alcuni collaboratori dell’Ashram Bhole Baba.

Discorsi carichi di stima e affetto. L’entusiasmo di Lucilla Parlato, la commozione di Patrizia Pentassuglia.

Patrizia Pentassuglia e l’Assessore Roberto Pinto

“Quando incontro un contadino, gli bacio le mani”, le sagge parole di Lisetta che un signore del pubblico, alzatosi in piedi, ci tiene a ricordare.

A seguire, il bellissimo documentario “Un’anima in cammino”, realizzato da Daniele Segre nel 2010.  In “Un’anima in cammino” la parola passa direttamente a Lisetta Carmi.

Le luci si spengono in sala. Il suo volto appare in primo piano sullo schermo del proiettore, mentre la sua voce risuona chiara e ferma, e lei prende a raccontare le mille vite che ha vissuto.

Palazzo Lagravinese (fine XVIII sec.)

Ne emerge una forte personalità, caparbia, indipendente, avventurosa, libera. Schietta, capace di mandarti a quel paese, se necessario.

Una mente lucidissima, spinta dal bisogno di capire, capire l’essere umano, il mondo. Amante della semplicità, dell’essenzialità, delle persone.

Il documentario e la mostra, coi suoi cartelloni descrittivi e narrativi, delineano in modo davvero esaustivo le fasi esistenziali e artistiche di Lisetta Carmi.

Lucilla Parlato

Se ne esce sicuramente arricchiti e incuriositi. Non è facile riassumere in poche righe quanto appreso sulla sua lunga vita, una vita affascinante, fatta di diversi capitoli, ognuno dei quali ha rappresentato il salto verso una maggiore consapevolezza e apertura al prossimo.

Da bambina ebrea, è costretta dapprima a lasciare la scuola a causa delle leggi razziali e successivamente trasferirsi in Svizzera con tutta la famiglia.

Terminata la guerra, inizia una promettente carriera da pianista. Una carriera interrotta bruscamente e per decisa convinzione della stessa Carmi.

Nel 1960 vuole partecipare ad una manifestazione antifascista, ma il suo maestro di musica le vieta di aderirvi per salvaguardare l’integrità delle sue mani.

Lisetta non ci sta: “Se le mie mani sono più importanti del resto dell’umanità, allora smetto di suonare”.

L’inizio della sua attività come fotografa coincide, casualmente ma forse non a caso, con la scoperta della Puglia.

Agli inizi degli anni sessanta, arriva in Puglia con l’amico etnomusicologo Leo Levi, intenzionato a documentare i canti degli ebrei di Sannicandro Garganico.

In occasione di questo viaggio, Lisetta scatta le sue prime fotografie, restando affascinata da questa terra semplice e contadina. .

Tornata a Genova, utilizza la fotografia per raccontare e denunciare forti tematiche sociali. Documenta le dure condizioni di lavoro dei camalli, i lavoratori del porto di Genova.

Il mondo dei transessuali di Via del Campo, di cui conquista la fiducia e che da lei si lasciano fotografare. Durante gli anni della guerra e delle discriminazioni razziali, aveva vissuto sulla propria pelle l’emarginazione, la solitudine.

Circostanza che deve averla profondamente segnata, alimentando la sua vocazione per i temi sociali, gli invisibili, gli sfruttati, gli emarginati, di cui volle raccontare le difficili condizioni.

Voleva “fotografare per capire” e “scrivere con la fotografia”, diceva, in un anelito costante verso la libertà e l’autodeterminazione.

Le foto che ritraggono il poeta Ezra Pound scavano nel profondo e sono immerse in un silenzio marmoreo e assordante.

La mostra fotografica contiene diversi altri scatti, frutto del suo lavoro di reportage in Sardegna, Sicilia, in Sud America, in Afghanistan, in India.

Proprio in India ha inizio un nuovo capitolo della sua vita, inaugurato dall’incontro col Maestro Babaji, che diventa il suo Guru spirituale.

Sotto la guida di Babaji, nel 1979  Lisetta Carmi fonda un Ashram in Valle d’Itria. Tra i trulli e gli alberi di questa valle magica e sacra, sorge l’Ashram Bhole Baba, come centro spirituale, non religioso, aperto a tutti i credi, e promotore di tolleranza, semplicità, amore verso la natura e il prossimo.

Una panoramica riassuntiva sulla sua vita e attività, che si trova approfondita all’interno della mostra e nel documentario. 

Una preziosa occasione, l’inaugurazione della mostra, per celebrare Lisetta Carmi nelle sue molteplici vesti: la Carmi artista, fotografa determinata e intrepida, ma anche e soprattutto la Lisetta Carmi amica, consigliera generosa e schietta, madre di tutti, guida carismatica.

Restano gli innumerevoli scatti, i libri, le raccolte, le mostre, i documentari. Resta il segno indelebile che, evidentemente, Lisetta Carmi ha lasciato nei cuori di chi l’ha conosciuta.

E restano i racconti di chi ogni giorno la incontrava tra i vicoli di Cisternino, la casa che lei si era scelta.

Annalisa Semeraro.

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