di Gianni Pantaleo.
Talento sorprendente, Claudia Lucia Lamanna già da giovanissima studentessa, colpisce per la sua naturale attitudine allo strumento dell’arpa. Docenti del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, intuiscono le doti rare di una futura muscista che con l’arpa, tra gli strumenti più complessi a corde, conquista pubblico e critica per la tecnica e l’interpretazione di composizioni musicali di importanti autori. Questa breve intervista, presenta la musicista con la leggerezza delle sue parole che raccontano il suo percorso di artista.
Lo studio di uno degli strumenti più difficili, l’arpa. Ma anche lo strumento dai suoni più melodiosi. L’arpa è stato il suo primo e assoluto strumento?
Sì, ho iniziato lo studio della musica direttamente con l’arpa, dopo averla scoperta in un concerto.
Gli studi. Il suo percorso di studi è imponente. Maestri noti e internazionali. Posso percorrere con lei, una breve strada dagli inizi? La bambina Claudia Lamanna…
Ho iniziato la mia formazione al Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli, dove ho terminato tutti gli studi offerti dal sistema vigente in Italia. Avendo poi voglia di perfezionarmi ulteriormente, ho deciso di trasferirmi all’estero subito dopo la maturità. Quindi, sono stata dapprima al Koninklijk Conservatorium di Bruxelles, per poi proseguire al Norges musikkhøgskole di Oslo, ultimando il mio percorso alla Royal Academy of Music di Londra e all’Universität Mozarteum di Salisburgo. Tutti questi sono stati anni fondamentali per la mia crescita artistica.
Il Conservatorio di Musica “Nino Rota”. Ha avuto docenti che le hanno dato fiducia subito? Chi comprese il suo talento?
Sin dai primi anni, i miei docenti di strumento hanno riconosciuto in me una non comune predisposizione. Anche il Direttore e i docenti di materie complementari, quali musica da camera, hanno avuto simili intuizioni e mi hanno sempre incoraggiata a proseguire con tenacia i miei studi, offrendomi anche innumerevoli occasioni di concerto.
Norwegian Academy of Music di Oslo e la Royal Academy of Music di Londra. Sono stati tracciati per la carriera di arpista o un perfezionamento alla sua professione?
Queste Accademie che cita, insieme anche al Mozarteum di Salisburgo, sono tre fra le maggiori istituzioni di educazione musicale al mondo. Tuttavia, non rappresentano tappe inevitabili per la carriera arpistica: si è trattato sempre di mie scelte ponderate, considerando le relazioni strette durante gli eventi in giro per il mondo, nonché l’affinità relativa ai gusti artistici miei e dei docenti con cui ho avuto il piacere di lavorare.
La sua passione per la danza. La sua biografia la cita come allieva di danza classica. Mi pare che arpa e balletto, siano magia di uno spettacolo. Ha una partecipazione di presenza in scena per un balletto?
Amo molto il balletto e ho praticato danza classica per diversi anni, prima di dedicarmi completamente alla musica. Nel momento in cui ho lavorato nell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, ho avuto il piacere di suonare in alcune produzioni ballettistiche, in cui ho avuto modo di accompagnare i passi di varie étoiles.
Teatro Petruzzelli, Teatro alla Scala, Orchestra Sinfonica ICO 131 della Basilicata…un piacere conoscere quanto lei arpista, sia amata e ben ospitata. Una personale e condivisa sua emozione: ne è sorpresa?
Il teatro ha sempre rappresentato per me un vero e proprio habitat naturale, quindi, è sempre un piacere calcare i palcoscenici di tutto il mondo, dalla Oslo Opera House alla Merkin Concert Hall di New York, dalla Kolarac Concert Hall di Belgrado alla Art and Culture Hall di Bangkok, dalla Salle Colonne di Parigi allo Sheung Wan Civic Centre di Hong Kong.
Lei è presente come musicista di riconosciuta qualità tecnica e artistica in molti paesi europei. Lo studio dell’arpa, quanto meticoloso è? L’alta capacità del pizzicato, per una giovane arpista, la si acquisisce? Lo studio di uno strumento, deve avere delle predisposizioni fisiche, sbaglio?
Come per tutti gli strumenti, anche lo studio dell’arpa esige tanta disciplina. Può risultare alquanto impegnativo se si considera che noi, al pari degli organisti, dobbiamo coordinare mani e piedi. Ad ogni modo, non richiede alcuna predisposizione fisica particolare, quindi, chiunque di buona volontà può approcciarsi ad uno strumento come questo.
Suona uno strumento di origini antichissime. E’ considerato lo strumento degli dei. Dare “voce” con le sue mani all’arpa, non le crea sempre una emozione sovrannaturale? Non tutti possono essere arpisti, diciamolo…
Immagino che chiunque suoni uno strumento, anche se diverso dall’arpa, provi le stesse emozioni, purché abbia passione per ciò che fa.
E’ figlia della Puglia. La nostra regione la premia? Non è che siamo, purtroppo, al nessuno è profeta in patria? Risorse artistiche come lei, dovrebbero essere tenute ben chiuse negli scrigni delle nostre Istituzioni…senza nota di polemica, non mi fraintenda.
Sì, talvolta ci si sente trascurati in patria, ma il rovescio della medaglia è che questa condizione può offrire l’opportunità di spingersi verso altri lidi, dove si è maggiormente apprezzati.
Un concerto prossimo?
Sono in fase di definizione le date di un tour nelle principali capitali europee, negli Stati Uniti e in Messico, oltre che naturalmente in Italia. In ogni caso, vi invito a tenervi aggiornati attraverso il mio sito web: www.claudialucialamanna.com .
Seguirla nei concerti è esperienza di notevole suggestione. Conosciamo bene quanto dolci siano le sonorità dell’arpa e quanto le note stesse, rendano l’animo del pubblico di serena attenzione. L’incanto delle esecuzioni, sono il valore artistico che Claudia Lucia Lamanna esprime con le abilità tecniche delle mani, pizzicando quelle corde che trasmettono emozioni.
Gianni Pantaleo.
Le immagini e i testi potrebbero essere soggetti a copyright.