di Adele Dentice.
Quali opere, in una galleria ideale, terranno il confronto con Michelangelo? Quali valori, quali qualità, il nostro tempo consegnerà ai posteri? oggi si ha la sensazione di un’arte schiava del suo passato; nonostante sia cambiata la percezione del mondo e, quindi, il fine dell’arte stessa, persiste una dimensione di sostanziale continuità, nessuna spinta, nessuna ricerca, si legge solo la debolezza di carattere dell’arte contemporanea e il confronto con i grandi del passato resta sempre un’aspirazione. Il problema è che quando si guarda al presente non si vede nulla di buono, non si considera la grandezza del progresso, ci si chiude a riccio denigrando tutto ciò che di sbagliato c’è a questo mondo esaltando solo ciò che di eccellente c’è stato nel passato. Nonostante gli sforzi di tanti, quasi nessuno ricorda il nome di artisti moderni ed il sistema, più che sostenere il rinnovamento e la crescita di nuovi artisti, crea simulacri del passato. Certo lo sguardo rivolto all’indietro riconosce i geni, i grandi maestri, il passato aveva Leonardo, consegnato recentemente al grande pubblico delle fiction sotto forma di fumetto fantasy, oltre i vari Michelangelo, Raffaello, Brunelleschi. Ma l’arte deve guardare al presente, deve acchiappare tutto ciò che c’è di buono o di cattivo e raccontare; deve saper raccontare la follia del turbo-capitalismo e la celebrazione della nevrosi compulsiva dell’acquisto, del mondo fatto di solitudini i cui desideri nascono dagli spot pubblicitari.
Blu, pseudonimo di un artista italiano.
I ragazzi si incantano di fronte a figure come i trappers e i tronisti, ma è quello che gli viene offerto e va bene così, fa parte del tempo; sono giovani; per loro esiste solo l’eccellenza o il degrado, l’esaltazione totale, l’accecamento assoluto; sono giovani, spesso incantati da figure poco raccomandabili, ma che fanno provare emozioni. I giovani hanno bisogno di crescere e, per crescere, ci vuole spazio; ci vuole spazio per raccontare l’attualità, ma, spesso, le nuove sperimentazioni si scontrano con la poca disponibilità dei media nel pubblicizzare opere d’arte contemporanea, il tempo viene riservato al passato o alle avanguardie storiche, così, molti ragazzi hanno scelto i vagoni dei treni, i grandi muri di palazzi fatiscenti per esprimere la loro tensione visionaria. Tra incerti e ripetuti grafismi di sapore vandalico e veri prodotti d’arte realizzati con moderne tecniche (spray, elevatori meccanici, pitture al quarzo) i giovani, per sfuggire al deprimente anonimato sottopongono, non solo ai passanti, ma anche alle istituzioni, colori forti e stridenti, tratti fisici deformati per dare personali opinioni, ma soprattutto per suscitare domande, innescare un pensiero e trasmettere speranza.
Blu, pseudonimo di un artista italiano.
E’ la Street Art il nuovo che avanza, un’arte relegata in un ambito ristretto e underground, perché spesso confusa con i muri imbrattati delle periferie, ma che, stravolgendo i vecchi tabù di bassa cultura relegata a segni a sfondo politico, si è evoluta come un crescente fenomeno artistico volutamente estraneo al mondo ufficiale dell’arte istituzionale.
Banksy, artista inglese dall’identità sconosciuta.
Ci sono grandi artisti che ci regalano opere incredibili, pensiamo a Banksy o Blu o al giovane calabrese Antonino Perrotta, in arte Attorrep, che ha rigenerato interi quartieri degradati, eppure a fianco di questo movimento culturale esiste anche il serio pericolo che l’arte, non più legata alla capacità tecnica, allontanata dai canoni “classici” del fare artistico diventi facile, libera e vaga col serio rischio che diventi banale; così neutralizzato, da una società asfittica che non investe sull’arte e sulla cultura, l’artista di grido si riduce a proposta spregiudicata di mercato e la distanza dai grandi del passato diventa irrimediabile…
Adele Dentice.
https://www.ottenove.it/antonino-perrotta-street-artist-calabrese-e-i-murales-di-diamante/
https://www.travelonart.com/arte-contemporanea/blu-10-opere-dello-street-artist/
https://living.corriere.it/tendenze/arte/banksy-opere/
In copertina: Antonino Perrotta, in arte Attorrep.
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