di Patrizia Gesuita.
Davide Costantini, come l’ho definito simpaticamente il Buranello, perché è nato a Burano e ispirandomi al soprannome di un bravo compositore italiano del periodo Galante (prima metà del 1700). Davide è stato un dipendente dell’Ufficio tecnico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. E’ sempre stato un grande comunicatore, persona estremamente carismatica e aperta agli studenti, alla gente, agli allievi dei suoi corsi. Da quando è rimasto “folgorato” dal tango, ha sempre dedicato molte ore della settimana allo studio e alla pratica di questo ballo sensuale, a livello amatoriale. La parola “Amatoriale” non deve depistare, Davide, così come avveniva nel’700, pur facendo altro nella vita, ha coltivato la passione per il tango ad altissimi livelli, studiando con i maggiori maestri argentini. Dopo il lavoro organizzava con altri colleghi, all’interno del Cral, attività sportive, e ha sempre avuto la propensione nell’organizzare eventi da condividere con la gente. Insieme a sua moglie Anna, condividendo una grande sintonia e la passione per il tango, hanno dato vita a una didattica del “tango argentino” di alto livello non solo a Venezia, ma anche in Puglia e in altre parti d’Italia. Grazie alla loro simpatia e professionalità, sono riusciti a creare stage con gruppi numerosi di tangueri, che sono rimasti affascinati dal loro entusiasmo, dalla loro bravura e dalle milonghe e stage organizzati con artisti argentini di fama internazionale.
Anna Proscia e Davide Costantini.
Quando è nata la tua passione per il tango?
Nel 1989. Forse sono uno dei primi ballerini amatoriali che si è avvicinato al tango. A me è sempre piaciuto ballare e quando ero più giovane, si bazzicava negli ambienti studenteschi a Venezia. L’Avogaria era una sede dove gli studenti si ritrovavano a svolgere attività culturali e il mercoledì alcuni amici si ritrovavano a ballare il tango. Un giorno mi sono trovato per caso e sono rimasto affascinato da questo ambiente di sale di prova dove si gesticolava molto col corpo. Era frequentato da attori e ballerini. Poi ho incominciato ad appassionarmi nel guardare queste persone che modellavano i movimenti sulla musica. A quei tempi il tango argentino era sconosciuto. Da lì mi sono appassionato ed è nata la voglia di conoscere la storia e l’evoluzione di questa danza. I primi anni facevamo un incontro settimanale tra amici e dopo ci si sedeva a bere qualcosa in questi “Bacari” e si sognava di andare a Parigi a perfezionarci. C’erano poche associazioni in Italia, solo in alcune città come:Torino, Trieste, Venezia, Reggio Emilia a Roma. Proprio in questa città c’era un’argentina che teneva un corso di tango-teatro e venne nel ’90 a Venezia a fare uno stage. Eravamo un gruppo di circa dieci persone, tutte persone di diverso stato sociale affascinati dalla cultura del Tango tra cui: un gondoliere un antiquario e una contessa veneziana, che ci permetteva di organizzare delle feste nei salotti degli antichi palazzi veneziani, “sapori di altre epoche”.
Chi sono stati i tuoi insegnanti?
La prima insegnante professionista è stata Florencia Taccetti, un’argentina, che lavorava a Parigi con Coco Dias, che insegnava a Parigi al Consolato argentino. Florencia Taccetti aveva un fidanzato, che studiava architettura a Venezia e spesso veniva a trovarlo e per pagarsi i soggiorni faceva lezione. Parigi era una seconda patria degli argentini e del “Tango Argentino”, c’è un film molto bello che fotografa la realtà degli argentini fuggiti alla dittatura: L’esilio di Gardel. Fatta questa esperienza con i maestri, la nostra fame di tango è aumentata. Ci siamo costituiti come associazione nel ’92 ed è nata “Libertango”. Alejandro Aquino, un bravissimo maestro coreografo, con Maria Chiara Michieli, sono diventati nostri maestri. Con Alejandro, che viveva a Reggioemilia, organizzavamo corsi a Venezia una volta alla settimana. E’ stato un periodo bellissimo, imparare cose nuove, comunicare col corpo e trasmettere i nostri sentimenti. Non avevo ancora trent’anni. Era il piacere di scoprire questa nuova dimensione, la cosa particolare è che il tango avvicinava gente molto colta, a differenza dei balli latino-americani. Eppure il tango è nato dal popolo, dai sobborghi di Buenos Aires, ed è arrivato in Europa nel periodo di Carlos Gardel (cantante, attore e compositore argentino). Fu immediatamente adottato nei salotti parigini perché veniva reputata una danza trasgressiva e diventò un ballo di élite. I primi testi furono censurati, perché erano volgari e parlavano di donne di malaffare, utilizzando anche termini poco raffinati, difatti come ho detto prima: il “tango argentino” nacque nei sobborghi di Buenos Aires. Tuttavia molta musica fu esportata anche dall’Italia, perché molti compositori erano di origine italiana. E’ un ballo creolo formato dalla Tarantella napoletana, la Sevillana spagnola, il Candombe uruguayano- africano, un mix di culture diverse e credo che sia in questo la sua forza. Tornando ad Aquino, ebbene lui aveva una compagnia denominata “Tangueros”, andava ovunque a fare spettacoli e noi lo seguivamo come fanno i grandi fans. Nel ’97 abbiamo provato a creare uno spettacolo con Aquino, e vivemmo con lui un percorso teatrale. Creammo uno spettacolo bellissimo: ”Romeo e Giulietta in Shakespeare”, con una compagnia amatoriale di 15 persone. Lo spettacolo comprendeva 12 brani di tango la maggior parte di Osvaldo Pugliese. Ti dirò, lo replicammo per due anni in diversi posti, il più singolare ed emotivamente forte, il carcere femminile di Venezia.
Alejandro Aquino Florencia Taccetti
Quando e dove hai fatto le prime esperienze “milonghere”?
All’epoca non esistevano Milonghe, ma c’erano solo feste. Noi le proponevamo nei palazzi storici di Venezia e arrivavano i primi gruppi tangueri che si formavano in Italia. Organizzavamo queste serate due tre volte l’anno.
So che anche tua moglie Anna Proscia è una tanguera. La vostra storia è iniziata grazie al “Tango Argentino”, oppure questo ballo sensuale ha favorito una successiva intesa?
Conobbi Anna nel’97, nell’ambito universitario; ci conoscemmo durante una vacanza. Io ero in quel luogo perché disputavo un torneo di tennis organizzato sempre dal Cral universitario. Il nostro è stato un incontro attraverso il ballo. La sera partecipai alla gara di ballo, tra le giurate c’era Anna. Misero la musica di “Nove settimane e mezzo”, feci uno strep che ebbe successo, per il mio modo sinuoso ed elegante, che avevo imparato sicuramente grazie alla mia esperienza tanguera. Subito dopo la mia premiazione, Anna si avvicinò e mi chiese se avessi fatto esperienze da cubista o altro, perché le mie movenze avevano fatto colpo sulla commissione e non solo… Fu un colpo di fulmine, rimasi la notte intera a chiacchierare con lei e persi il titolo al Torneo di tennis (ride). Da quel momento nacque un’intesa con la bella donna pugliese dagli occhi scuri e la carnagione color ambra. Parlai subito ad Anna della mia passione per il tango e lei si incuriosì immediatamente. Qualche tempo dopo decidemmo di andare a vivere insieme e le dissi:«Se sposi me, sposi anche il tango». Per me era importantissimo, avevo avuto un paio di relazioni prima, ma non ero riuscito a condividere la passione per questo ballo. Così nel ’98 nacque “TangoParaSiempre”, ed eccoci ancora qui insieme e più innamorati che mai. Nel ’98 decidemmo di fare un corso con il grande Miguel Angel Zotto, per la prima volta in Italia con la sua compagnia “Tango x dos”. A quei tempi, lui era il massimo. Anna aveva appena iniziato, io invece avevo nove anni di studio. Con Anna andammo a Roma. Ricordo che presi delle ferie e andammo per tre fine settimane e facemmo tutte le lezioni possibili. Con Miguel Zotto ritrovai amici insegnanti, che venivano da diverse parti dell’Italia. Per avere un’idea i cosiddetti “Intermedi” erano sessanta coppie. Zotto aveva quarant’anni ed era al massimo della sua notorietà in coppia con Milena Blebs.
Miguel Angel Zotto Milena Blebs
Quanto è stata importante l’esperienza in Argentina, la patria del tango?
Dopo essere stati a Roma, tornammo galvanizzati dall’esperienza con Zotto, e decidemmo di partire in Argentina, dove rimanemmo 45 gg. Abbiamo visitato molti luoghi e studiato per un mese a Buenos Aires. Era il ’99 e quando andammo, i grandi ballerini erano tutti in patria e abbiamo potuto studiare con i migliori. Tabella di marcia: Lezione al mattino, Milonga pomeridiana, lezione pomeridiana e dopo cena Milonga notturna fino alle 4 del mattino. Ti premetto che due mesi prima, andammo a Parigi e conoscemmo una coppia di rifugiati politici argentini: lei insegnante di lingua spagnola all’Università della Sorbonne, e lui metalmeccanico, sindacalista. Negli anni ’80 lui scriveva delle cose sulla dittatura e furono costretti a fuggire in Europa e precisamente a Parigi. Ci conoscemmo per caso in libreria e simpatizzammo a tal punto che diventarono nostri grandi amici. Furono loro che ci indicarono dei posti in cui andare in Argentina. Abbiamo incontrato tutte persone, che avevano vissuto la dittatura contrastandola e molti di loro erano stati costretti a fuggire dalla loro patria. Abbiamo conosciuto l’aspetto culturale argentino legato al tango. Infatti molte belle musiche e canzoni sono ispirate al motivo melanconico del ritorno dall’esilio in patria.
Cosa rappresenta per Davide il “Tango”?
C’è una frase storica che dice “Il tango è un pensiero triste che si balla”, tuttavia è anche allegria, ballo, milonga. Posso dirti che non potrei vivere senza, è la mia linfa vitale. Le cose che faccio, le faccio con passione, mentre al lavoro ero un numero, un cartellino, nel tango ho trovato la mia forma di comunicare, interpretare e di esprimermi. Nel tango sono riuscito a trovare, attraverso una particolare fisicità, la capacità di comunicare emozioni. In questo periodo ne sto soffrendo molto, perché era un mio alimento, che mi ha permesso anche di creare delle belle amicizie.
Com’è nata la tua avventura di insegnante di “Tango argentino”?
Nel ’97 ho incominciato il primo approccio come assistente di Aquino durante le prove dello spettacolo “Romeo e Giulietta in Shakespeare”. In realtà si trattava di un tango coreografico, anche l’età ce lo permetteva… Quando portai Anna a “Libertango”nacquero delle gelosie da parte di alcune tanguere. Sono stato messo davanti a una scelta e ho scelto l’Amore. Lasciai l’Associazione nello stesso periodo in cui andammo a vivere insieme a Mestre. Verso la fine dell’estate di quell’anno, fui chiamato dalla proprietaria di una palestra di Mestre, che mi propose di fare un corso di tango argentino. Pertanto, d’accordo con Anna, accettai con l’intento di creare un altro gruppo tanguero.
Insegni da tempo in coppia con Anna, è nata subito la vostra collaborazione?
In realtà si, dal ’98, presso la scuola di ballo a Mestre. In seguito con “TangoParaSiempre”, diventata un’Associazione ufficiale nel 2001, abbiamo preso una nostra sede per insegnare. Prima una palestra di un Tennis Club, poi le palestre comunali in citta di Mestre per arrivare a quello che diventerà il nostro sogno la sede di “Tango Para Siempre” un luogo interamente dedicato al Tango Argentino. L’abbiamo chiamata “La Lumiere” ma stiamo correndo troppo, c’e’ ancora tanto da raccontare, siamo ancora nei primi anni del 2000. Dopo l’Argentina abbiamo preso contatti con maestri famosi e abbiamo invitato in Italia tanti grandi nomi, diventando promotori della cultura del “Tango Argentino”, come Gloria ed Eduardo Arcimbau, Julio Balmaseda e Corina Della Rosa, Adrian e Erica Boaglio Miguel Angel Zotto con Daiana Guspero Pablo Veron e tanti altri.
Ti confesso che ho scoperto la mia passione per il tango argentino grazie a una vacanza trascorsa con mia madre a “Sierra Silvana” sulla Selva di Fasano. Perciò grazie a voi… Come ti sei ritrovato ad organizzare un “Festival del tango” in Puglia?
Torniamo per un attimo al periodo di Roma con Alì e Eliana. Loro ci hanno invitato come insegnanti durante una vacanza in Grecia. Era il 2004. Abbiamo portato un gruppo di Venezia. E’ stato un successo, grande entusiasmo. Nel 2005 replicammo, ma ci furono problemi di gestione. In questa piccola isola ci ritrovammo in 180 persone e fu davvero problematico. Nel 2006 venimmo in Puglia invitati a una comunione, perché Anna è di Sannicandro di Bari e andammo a Sierra Silvana. Ci piacque tantissimo e proponemmo al direttore dell’hotel la possibilità di organizzare una vacanza Tango. Dopo poco tempo fu lo stesso direttore ad invitarci per insegnare a un piccolo gruppo locale. Da quell’estate è nato il “Festival del Tango Internazionale vacanze in Puglia” e nel corso degli anni, soprattutto nel mese di luglio, è diventato un evento importante. Dal 2007 siamo arrivati al 2021. Inizialmente era un Festival di una settimana, dopo diventò di un mese, con gruppi di 50 persone a settimana. Abbiamo invitato coppie di maestri argentini sempre diversi da una settimana all’altra. Nel corso degli anni abbiamo conosciuto tre direttori diversi gentilissimi e di grande competenza dell’hotel Sierra Silvana della Selva di Fasano.
Che progetti hanno Davide e Anna per il futuro “tanguero” e in particolare in Puglia? Tornerete a organizzare i corsi e le Milonghe nel romantico Gazebo delle Bouganville di “Sierra Silvana”?
Ti do una news. Come ben sai, Anna ha la sua famiglia a Sannicandro, Io mi sento molto pugliese e la gente che si avvicina al tango, è bella gente e sono molto ospitali, nel corso di questi anni abbiamo creato delle belle amicizie. Noi siamo stati promotori del “Tango argentino” nella zona di Fasano, Martina Franca e abbiamo invitato i più grandi rappresentanti di tango a livello mondiale, Questa estate ci sarà la quindicesima edizione del “Festival del tango” a “Sierra Silvana” e, Covid permettendo, visto che da quest’anno sono pensionato, l’intenzione è di poter prolungare i nostri soggiorni Puglia e organizzare dei corsi continuativi per gli amici tangueri pugliesi. C’e’ ancora molto da raccontare della nostra vita tanguera: il nostro “Tango World in Venice” dal 2008 al 2012 la manifestazione Internazionale di Tango che ha attirato nella nostra meravigliosa citta di Venezia appassionati tangueri da tutto il mondo. Ma questo ve lo racconteremo la prossima volta… Vi aspettiamo sul sito “Tango para Siempre”
Patrizia Gesuita.
http://www.tangoparasiempre.it