di Anna Landolfi.
E’ forse il più difficile dei miei rapporti. Non è mio desiderio commuovere nessuno. Non è mio volere polemizzare con nessuno. Redigere con profonda prostrazione ciò che accade nella regione più amata della nostra penisola, è quanto di più straziante possa capitare ad una giornalista il cui dovere è spiegare, informare, sperare di riflettere con il metro di misura che è la propria testa. Al popolo sardo, agli amici della Sardegna, all’Isola del Sole, a quella gente che vive tra le aspre montagne di questa eterna terra, agli alberi, al vento, alle sue mareggiate, agli scogli aguzzi che sfiorano il cielo, ai canti sardi, alle mani delle donne che tessono il filo dei telai, alla magia dei suoni delle launeddas, ai lunghi capelli corvini della bellezza sarda, ai volti degli uomini scavati dal sudore del lavoro…e sensa altre parole.
Su Montiferru a chisina di Franco Piras
Pro fimare custu Ifferru
solu s’abba est sa meighina
Ca tottu su Montiferru
Reduidu ana a chisina
A fogu ana faladu
a bonorchisi fu puntadu
e ab’atru monte de Suddie
Idumaiore s’ighina
Ca tottu su Montiferru
Reduidu ana a chisina
de Bonarcadu est partidu
Fintzas a Santulussulzu
Su populu tott’unidu
Pro sa idda in aculzu
E de Cugliari su monte
Brusandeche est s’ischina
Ca tottu su montifferru
Reduidu ana a chisina
Fintzasa Iscanu at tocau
Sennariolo este in fogu
A Portu alabe e calau
Ponendedi sa vida in zogu
Ca cheriat fulminau
ch’in su coro at postu ispina
Ca tottu su montifferru
Reduidu ana a chisina
De Usellus apo intendiu
fogù b’ada in cue puru
Mannu na chi este s’incendiu
Brusandeche tanca e muru
Poberu e poberu iscuru
Tottu sa zente mischina
Ca tottu e su Montifferru
Reduidu ana a chisina
Pro frimare custu Ifferru
solu s’abba est sa meighina
Ca tottu e su Montifferru
Reduidu ana a chisina
Ph. Franco Piras.
Il Montiferru in cenere
per fermare questo inferno
solo l’acqua e la cura
perché di tutto il montiferro
hanno bruciato monte e pianura
hanno persino bruciato
del Gulcere Sat. Agostino
e anche il monte ha rischiato
del montiferru li vicino
parte dopo da Soddì
sino ad Ajdomaggiore la radura
da Bonarcado e partito
sino a Santo Lussorio
dove il popolo unito
a passato il purgatorio
e di Cugliari la montagna
dove il fuoco fa paura
anche Scano di Montiferro
con Sennariolo a seguire
fuoco e cenere un aberro
che si rischia di morire
senti la gente pattire
e profonda e la tristura
per fermare questo inferno
solo l’acqua e la cura
perché di tutto il montiferro
hanno bruciato monte e pianura.
Riflessione di Franco Piras.
Faccio una riflessione personale, da scrittore a tavolino (non considerandomi un poeta), dove io nella poesia che sento profondamente come Sardo e in particolare come sostenitore della cultura Sarda espressa in canto, un canto arcaico millenario che ancora nelle nostre zone conserviamo e tramandiamo di generazione in generazione, in pura lingua Logudorese, voglio raccontare tutta la drammaticità degli eventi dolosi e non che hanno e ancora continuano a bruciare la nostra amata Terra, per noi Sardi due volte Madre, nel sangue e nel cuore.
Non entro assolutamente in polemica con chi contro di chi o a favore di chi, ma semplicemente voglio raccontarvi e mettervi a conoscenza della drammaticità degli eventi avvenuti in questi 5 giorni tra il Montiferru, il Guilcer parte del Gennargentu e dell’alta Marmilla. Che se andate a vedere nella cartina delle Regioni storiche della Sardegna vi renderete conto che acchiappa, partendo dal Gennargentu sino ad arrivare al Montiferru una importantissima fetta dalla costa orientale alla costa occidentale.
Vi posso garantire che nel campo dello spegnimento operavano migliaia di persone dai vigili del fuoco alla forestale alla protezione civile, compagnie Barracellari di tutti i paesi interessati e non, vigili del fuoco arrivati in forze dalla Corsica, oltre a dieci Canadair, sei e forse più elicotteri, popolazioni intere, pastori e chi più ne ha più ne metta, si può dire che non e mancata certo la solidarietà.
Ma tutto questo non e bastato a fermare sino ad oggi il fronte mostruoso del fuoco che a arso al suolo oltre 20.000 ettari di boschi e foreste millenarie, pascoli, aziende ovili, case strutture private o pubbliche come le poste di Cuglieri, sono ste sfollate migliaia di persone, i volontari e chi preposto allo spegnimento che dalla mattina e tutta la notte anno dovuto cedere per stanchezza, addirittura senza che si fermassero neanche per mangiare un boccone. Oggi noi Sardi piangiamo e soffriamo come soffre la nostra amata Terra dove il manto nero avanza distruggendo il verde.
Ses una vera, terra mia amada
M’impresso a tie mancari ses brusada
Sei un gioiello terra mia amata
Mi stringo te anche se sei bruciata
Anna Landolfi.
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