di Adele Dentice.
“Ma siete impazziti che cosa state facendo?”.
Con queste parole inizia la storia di Gaspare Mutolo, collaboratore di giustizia e artista;
“Ma siete impazziti che cosa state facendo?” queste le parole pronunciate dalla moglie, quando seppe dell’uccisione del figlio di un boss ponendosi dall’altra parte della mafia, come madre e moglie trascinando via il marito da quel mondo chiuso e claustrofobico in cui era intrappolato da giovanissimo. Lui, un tempo affascinato dal potere di Totò Riina, riconosce in Giovanni Falcone e Paolo Borsellino uomini veri, in grado di proteggerlo e fu lui il primo tra i collaboratori di giustizia a parlare dei rapporti tra mafia e politica, tra mafia e istituzione Una scelta coraggiosa, determinante per le indagini che seguiranno, una scelta che condizionò inevitabilmente la sua vita.
Paolo Borsellino, magistrato (1940-1992) Giovanni Falcone, magistrato (1939-1992)
E poi…c’è il carcere.
E poi l’amore per la pittura, che gli permette di raccontare con tratti semplici, ma originali, i ricordi, immagini e sensazioni, luoghi cari alla memoria che esplodono nei colori sgargianti del mare o dei tetti rossi della sua Sicilia. Gaspare sa che i suoi quadri naif manifestano con molta chiarezza ed espressività sentimentale il suo vissuto e nel comunicarlo con la sua arte prende sempre più coscienza del suo mondo interiore, esternandolo con assoluta bellezza e comunicazione.
Gabriele Mutolo
Gaspare Mutolo continua a denunciare, con le sue opere e con le sue emozioni attraversa scuole, convegni, si rivolge ai giovani condizionati da immagini di negatività per narrare la sua arte come esperienza liberatoria della bellezza e con essa acquisire la capacità di essere giusti; perchè la bellezza e la giustizia si oppongono al concetto di male e la mafia è male anche se imbellettata da falsi valori dell’onore, fedeltà. La mafia è brutta orribile e divora i suoi figli ingannandoli con miraggi di potere e ricchezza. La mafia, con la m minuscola, fa paura a prescindere e inganna con la più morbosa assuefazione al “brutto” e alla perdita della contemplazione del “bello”.
Ma non disperiamo: “La bellezza salverà il mondo”. E’ ciò che dice Fedor Dostoevskij ne “L’idiota” ed anche se molto difficile, provare a spiazzare la mafia con l’arte, è una grande soddisfazione!
Adele Dentice
https://pietrasupietra.wordpress.com/2018/01/06/larte-uccide-le-mafie/
http://www.dirittisociali.org/attualita/2018/01/l%E2%80%99arte-uccide-le-mafie.aspx
http://www.gasparemutoloarte.it/
Le immagini e i testi potrebbero essere soggetti a copyright.