di Valeria Cristiano.
Continua, in questa seconda parte, il servizio redatto da Valeria Cristiano, sulla “Trilogia delle metamorfosi” di Andrea Camilleri. Di seguito, ai lettori che seguono la nostra rassegna letteraria, “Il casellante” e “Il sonaglio”, miti della cultura greca in Sicilia.
“Il casellante”
Siamo in tempo di guerra, 1941. Il racconto, oltre ad essere un affresco della vita dei siciliani in quel periodo, tratta la storia di Nino, casellante delle ferrovie, e della moglie Minica. I due sono giovani e si amano molto, ora c’è il lavoro e pure la casa con l’orto, manca solo un figlio. Il figlio non arriva, i due si sottopongono a visite e cure, ed è grazie ad una mammana che finalmente il sogno sta per diventare realtà: Minica è incinta. Quando è già bella grossa al casello vicino arriva un nuovo casellante che da subito si dimostra molto amichevole verso la coppia e soprattutto verso Minica, che riempie di gentilezze. In realtà si tratta di uno stupratore assassino particolarmente attratto dalle donne incinte, che approfitta di un’assenza di Nino per stuprare selvaggiamente Minica e colpirla ripetutamente alla testa con una spranga, lasciandola a terra in una pozza di sangue, sicuramente morta. Ma Minica non è morta, viene ricoverata in ospedale e operata al cervello…e naturalmente ha perso il bambino. Questa perdita colpisce profondamente la povera ragazza che reagisce in modo originale: visto che ha perso il suo bambino, il suo frutto, vuole diventare albero per fare frutti diversamente. Si trasferisce nell’orto, scava una buca e ci si mette in piedi, ricoprendosi di terra fino alle caviglie. Nino inzialmente cerca di dissuaderla, poi capisce che Minica è “oltre” e che se vuole salvarla ha solo una via: assecondarla. Così Nino ogni giorno inventa qualcosa per curare “l’albero Minica” ed in cambio lei accetta di mangiare qualcosa. Nino le crea i sostegni con pali di legno per una tazza di latte, la protegge con una cerata contro la pioggia e lei mangia un uovo, la riscalda con una coperta adattata e lei accetta una minestrina…la “pota” tagliandole qualche ciuffetto di capelli, la trapianta in una buca più grande e così via. Quando comincia a non vedere una via d’uscita e dispera di riuscire a riportare la sua amata Minica allo stato umano, un bombardamento fa deragliare un treno proprio davanti al casello. Nino porta Minica al sicuro in una grotta che ha scoperto sotto il pozzo, e va ad aiutare i soccorritori. Quando sono tutti andati via, Nino cerca nelle carrozze qualcosa che potrebbe essere utile per Minica e sente come un miagolio. Ma non è un gattino, è un neonato! Nino lo prende, lo porta a casa, lo lava e lo veste, gli prepara anche un biberon con il latte di capra, poi però lo prende e lo porta a Minica. Il bimbo piange forte e nella grotta il suo pianto rimbomba amplificato. Minica si sveglia, si appoggia su un fianco e sorridente dice a Nino “Dunamillo ‘ccà” e gli dà il biberon. E per Nino il sole sorge in quel luogo e in quel momento.
“Il sonaglio”
Il protagonista di questo racconto è il quattordicenne Giurlà, figlio di un pescatore, che aiuta la famiglia buttandosi a mare ogni giorno e pescando pesci con le mani. Quello è il mangiare della famiglia, così il padre il suo pescato può venderlo tutto al suo unico cliente, il ricco don Petrino. Dopo aver conosciuto Giurlà, trovandolo un ragazzo sveglio, don Pitrino gli offre un lavoro come guardiano delle sue capre, in montagna. La famiglia acconsente e Giurlà parte. All’inizio gli manca l’odore ed il suono del mare, ma presto impara ad apprezzare i profumi della montagna, la sua aria fina ed il suo lavoro. Impara a riconoscere le capre una ad una, e quella che si affeziona a lui la chiama Beba, gli tiene compagnia. Dopo qualche mese Giurlà viene richiamato a casa dalla famiglia. Tornato, si rende conto che il mare, gli amici e la vita di prima non sono più per lui, vuole tornare in montagna. La famgilia acconsente e Giurlà torna al suo gregge giusto in tempo per salvare Beba, che in sua assenza aveva smesso di mangiare. Giurlà si prende cura di lei giorno e notte per farla riprendere, impara a conoscerla e Beba risponde con amore ad ogni sua cura ed attenzione. Ed è ancora Beba a volere da lui le sue prestazioni di maschio, cui Giurlà risponde prima per accontentarla, poi per autentica passione. Sono molto belle da leggere le riflessioni di Giurlà, che si rende conto di quanto sia egoista il suo sentimento per Beba, visto che le impone di rinunciare alla sua natura per scegliere lui. Durante l’estate arriva la contessina Anita dalla Svizzera, Giurlà deve mettersi a sua disposizione e Beba diventa la compagnia preferita di Anita. Un giorno sono insieme in barca sul laghetto quando si scatena una tempesta, le due cadono nel lago e Giurlà accorre in soccorso, si tuffa nel lago e deve scegliere chi salvare per prima. Sceglie Anita, e non fa in tempo a salvare Beba. Prostrato dal dolore, seppellisce l’amata capretta sotto il suo letto per averla ancora vicina e le parla aprendo il suo cuore come quando era viva. Anita però si è innamorata di Giurlà e con lo sciopero della fame ottiene che il padre accetti Giurlà come suo marito. Il ragazzo si ritrova così sposato e scopre che il corpo della moglie è un territorio già conosciuto, che lui già ama. Le scopre un piedino – che la fa zoppicare – in tutto e per tutto simile ad una zampa di capra, lei indossa il collarino col sonaglio di Beba e quando lui la chiama “Amuri mè” Anita risponde con la stessa voce della capretta. E ride. Un vero e proprio miracolo d’amore.
Di questo libro meraviglioso si raccomanda la lettura, per rivivere assieme a Gnazio, Nino e Giurlà la scoperta dell’amore, per scoprire assieme a Maruzza, Minica ed Anita la potenza della trasformazione delle donne che vogliono essere se stesse, e per riflettere sull’amore, che è sempre grazia ricevuta ed in quanto tale deve essere ricambiato con generosità e trasporto quotidiani. Il maestro Camilleri ci incanta anche stavolta con le riflessioni dei protagonisti e con gli affreschi della vita quotidiana in Sicilia.
Valeria Cristiano.
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Camilleri
Le immagini e i testi potrebbero essere soggetti a copyright.