di Flora Marasciulo.
Bentornati! Ho pensato di parlare del luogo più santo sulla terra che è proprio in Italia, a Loreto. Ha una storia tanto affascinante quanto incredibile nel vero senso del termine.
La festa liturgica della Madonna Lauretana ricorre il 10 dicembre in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa di Nazareth a Loreto, dove si può ammirare nel Santuario, l’iconica e straordinaria statua di Maria che sovrasta la Santa Casa dove ha vissuto.
Permettetemi di ricordare un altro importante regalo che la Vergine ha fatto all’umanità: la Sua immagine impressa sulla tilma di San Juan Diego nota come la Madonna di Guadalupe di cui ho ampiamente disquisito in un precedente articolo dal titolo: La Donna vestita di sole.
Il diavolo confessa e conferma ad un esorcista che la Santa Casa di Loreto è il luogo dove la Madonna ha vissuto più di 2000 anni fa.
Un sacerdote andò in pellegrinaggio a Loreto con una donna di 23 anni e una ragazza di 14 anni. Le due donne, però, avevano un grave segreto, tanto che il prete decise di celebrare una messa all’interno di quel Santuario.
Appena le due donne e il religioso entrarono all’interno della Casa il demonio si palesò. Le due donne cominciarono a urlare in modo feroce, tanto da spaventare e terrorizzare le persone in visita alla Basilica e i frati custodi del Santuario che non appena capirono chi avevano di fronte si misero a pregare con tutta la forza che avevano nel cuore.
Basilica della Santa Casa
“Maledetto prete, ti odio enormemente con tutto il mio inferno”, furono le parole che il diavolo pronunciò davanti alla Santa Casa per mezzo delle due sfortunate donne, “Non devi farmi questo, non è possibile per me che sono l’eterno maledetto entrare nella Casa di Quella Donna, la tutta Santa, la tutta Purissima e Vergine che fu scelta dal tuo Dio con il Suo grembo per diventare la Sua Casa in terra, il suo primo Tabernacolo vivente”, disse il diavolo.
La risposta del sacerdote fu perentoria: “Dunque questa è la casa di Maria, la Madre di Dio?” chiese, “Si prete, ti scongiuro, non chiamarla per nome, lo sai che al solo ascolto del suo nome io soffro enormemente e tremo insieme a tutto il mio inferno perché Lei continua a schiacciarmi sotto il Suo santissimo piede”.
Involontariamente il diavolo confermò qualcosa su cui i cristiani ancora continuano a dibattere, ovvero l’autenticità della Santa Casa.
Il demonio non riesce a pronunciare il nome di Maria, per quanto lo spaventa, usa solo dispregiativi come “Quella lì”.
Non sopporta che una creatura umana quale è Maria, possa schiacciargli la testa e gettarlo negli inferi per sempre.
Il sacerdote incalzò il diavolo: “Che cosa accadde 2000 anni fa in questo luogo? La risposta: “ prete di…(si omette per rispetto) lo sai che vuoi che te lo dica, lo sai! Io non voglio, tu insisti che io lo dica affinché le persone credano, ma io non voglio.
Ecco! E’ arrivato pure l’Altro che prima mi era fratello e a cui il tuo Dio diede il comando di portarLe l’annuncio (il riferimento era all’Arcangelo Gabriele, pare infatti che si manifestò in quel momento all’interno della Santa Casa di Loreto), si, dirò la verità, anche contro la mia volontà ma non tormentarmi più attraverso questa verginella (si riferiva alla povera malcapitata che aveva posseduto)!
Campane con la Loreta
Si, è tutto vero! Come soffro a dover dire la verità! E’ in questo luogo che visse quella Donna più di 2000 anni fa (fu la conferma da parte del diavolo)!
E’ questo il luogo dove insieme ai suoi genitori il tuo Dio la vide crescere inviando sempre i suoi angeli affinché la custodissero, la proteggessero e quando era piccola giocassero persino con Lei.
La creatura più perfetta al mondo che Egli abbia mai creato, la più umile, la più pura, la più Vergine di tutte le Vergini.
Non esiste una creatura più superiore di Lei dopo il tuo Dio. Ella è inserita nel suo mistero trinitario. Innanzi a Lei anche i Suoi angeli si inginocchiano”.
La discussione proseguì in maniera estremamente cruenta e il religioso non perse occasione per fargli ammettere tutta la verità sull’origine straordinaria e sul trasporto soprannaturale della Santa Casa.
“Allora, nel nome di Gesù ti ordino di dirmi cosa successe qui? Chiese il religioso a cui fece seguito la risposta del diavolo:
“Questa è la casa di Colei che fin dall’eternità Lui aveva scelto per il suo progetto divino a favore di questa stupida umanità;
fu qui che venne mandato Questo (San Gabriele) che è ora presente qui, Le annunciò il messaggio del tuo Dio e che nel momento in cui Lei pronunciò il Suo F… (non riuscì a pronunciare quella parola) “FIAT” concluse l’esorcista, “Si prete è questo il termine, tu lo capisci, per me cominciò la mia sconfitta perché tramite Lei il mondo avrebbe accolto il suo Creatore e Salvatore.
Particolare della Cupola
Oh! Che tormento pensando alla sconfitta, o meglio, alla mia sconfitta a causa Sua”, disse riferendosi alla Vergine.
“La storia della traslazione è vera? Ti comando di dirmi la verità nel nome di Gesù e di Maria!” chiese infine il sacerdote.
“Si è vera! I suoi Angeli e Arcangeli L’hanno protetta e custodita. Il tuo Dio non ha permesso che la casa dove aveva vissuto Sua Madre insieme a Lui e al Suo Sposo venisse da me distrutta, anche la polvere in essa presente è santa perché tu devi sapere, schifoso prete di merda, che questa è la più grande reliquia del tuo Dio presente nel mondo, perché in essa è presente la Sua Santità, quella di quella Donna lì.”
Non esiste al mondo luogo più prezioso di questo, neppure il Vaticano con tutti i suoi santi e i suoi pecorari sepolti, compreso il Primo, è più prezioso di questo!”, concluse il diavolo rabbioso per l’importante confessione che aveva fatto quel giorno a quel prete. Il religioso contento della rivelazione, la registrò e ne divulgò il messaggio.
Questa testimonianza aiutò molte persone. A me sembra grandiosa e magnifica! Cosa c’è di più soddisfacente di colui che ammette la superiorità del nemico?
Santa Casa di Loreto
La splendida città di Loreto, immersa nella campagna marchigiana, deve la sua fama al Santuario dove si conserva e si venera la Santa Casa della Vergine Maria; un luogo sacro, definito da San Giovanni Paolo II “Vero cuore mariano della cristianità”.
Il santuario è stato per secoli, ed è oggi, uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più importanti del mondo cattolico. E’ stato visitato da circa 200 santi e beati e da numerosi Papi.
Secondo un’antica tradizione, oggi comprovata dalle ricerche storiche e archeologiche, la Santa Casa è proprio la casa di Nazareth in cui Maria nacque, fu educata e ricevette l’Annuncio angelico.
La casa è una piccola costruzione di metri 9,50 per 4. Nel suo nucleo originario è costituita da tre pareti in pietra alte all’incirca 3 metri, poste a chiusura di una grotta scavata nella roccia.
La grotta è tuttora venerata a Nazareth, nella Basilica dell’Annunciazione, mentre le tre pareti, secondo la tradizione, nel 1294 furono trasportate a Loreto quando i crociati furono espulsi dalla Palestina.
Documenti e scavi archeologici confermano l’ipotesi che le pareti della Santa Casa sono state trasportate a Loreto su una nave per iniziativa della nobile famiglia Angeli che regnava sull’Epiro.
Un documento, risalente al 1294 e scoperto di recente, attesterebbe che Niceforo Angeli, despota dell’Epiro, nel concedere la propria figlia Ithamar in sposa a Filippo di Taranto, figlio del re di Napoli, Carlo II d’Angiò, gli diede in dote una serie di beni tra i quali compaiono: “Le sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”.
Dalla metà del 1400, per proteggere queste umili mura di pietra e per accogliere la crescente folla di pellegrini in visita alla sacra reliquia, a Loreto iniziarono i lavori per la costruzione del magnifico santuario.
Uno dei più grandi capolavori scultorei dell’arte rinascimentale è il rivestimento in marmo che avvolge le pareti della Santa Casa, voluto da Giulio II e realizzato su disegno del Bramante nel 1507.
Rivestimento in marmo della Santa Casa realizzato da Donato Bramante
Il fulcro attorno al quale ruotano tutte le leggende lauretane è la traslazione della Santa Casa della Madonna di Nazareth.
I tre muri originari, senza le propria fondamenta, sono poggiati su un’antica via; si estendono dal livello del pavimento per tre metri e nella loro parete minore si apre una piccola finestra, detta dell’Angelo, dove, secondo la tradizione, la Madonna ricevette l’Annunciazione.
Le pareti superiori, fatte di mattoni locali, sono state aggiunte nel XIII secolo, al tempo del supposto arrivo dell’edificio nelle Marche, compresa la volta del 1536, costruita per rendere l’ambiente più adatto al culto.
Nel XVI secolo le sezioni superiori, senza valore devozionale, furono rivestite di affreschi, mentre le sottostanti parti in pietra furono lasciate a vista, esposte alla venerazione dei fedeli.
Questi ornamenti furono in gran parte distrutti durante l’incendio nel 1921, oggi restano solo alcune decorazioni sulle pareti.
La parete che sarebbe stata rivolta alla “bocca” della grotta e che quindi restava aperta fu chiusa con la parete dell’altare, dove è custodita la venerata statua della Madonna Nera, ricoperta della caratteristica dalmatica.
La Santa Casa con la finestra dell‘Angelo
Secondo la leggenda, quando i crociati furono espulsi dalla Palestina durante l’invasione dei turchi nel 1291, gli angeli trasportarono in volo la dimora della Vergine per salvarla dalla distruzione e inizialmente la posarono a Tersatto, in Croazia dove rimase per tre anni.
Qui però, oltre a non essere adorata come meritava, era continuamente preda di furti e razzie.
Gli angeli decisero quindi di spostarla nuovamente attraverso il mare fino al territorio di Recanati e la posero su un colle di proprietà di una donna chiamata Loreta.
Era la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294. Da quel momento in poi la Casa rimase in questo territorio e divenne meta di tantissimi pellegrinaggi, tanto che intorno ad essa si sviluppò anche l’attuale borgo di Loreto.
Secondo la tradizione popolare, la Santa Casa giunse a Loreto intorno alle tre del mattino.
La leggenda narra che la gente del luogo, ancora immersa nel sonno, venne destata da una luce immensa e improvvisa che dal cielo illuminava il paesaggio sottostante.
Tutti uscirono per ammirare lo straordinario avvenimento: una casetta, tenuta sospesa da bellissimi angeli, si librava nell’aria fino a posarsi su un colle coperto da boschi di lauri.
Pietre Sante
Secondo un’altra tesi, la Santa Casa sarebbe stata smontata e assemblata in loco dai Crociati. Anche in questo caso, sullo sfondo ci sono i fatti storici che vedono la conquista della Terra Santa da parte dei mamelucchi e poi la lenta penetrazione dei turchi nella penisola balcanica, dopo la caduta di Costantinopoli.
Questa ipotesi, pur trovando riscontro in documenti storici dell’epoca solleva alcune perplessità:
alcuni studi sulla composizione “architettonica” della casa della Vergine testimoniano che la malta che ancora unisce le pietre è quella originaria che si usava in Palestina, un misto di solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell’epoca, nota in Palestina e anche in Galilea 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia.
-Il tipo di roccia è effettivamente originario della Terra Santa.
-Il taglio delle pietre arenarie si può far risalire alla tecnica usata dai Nabatei, popolo confinante con gli Ebrei, ma impiegata anche in Palestina, e riconoscibile per le striature trasversali.
-Non ci sono dubbi sull’origine mediorientale della casa e l’ipotesi attualmente più accreditata è che l’abitazione della Vergine sia giunta in questo piccolo territorio delle Marche trasportata in blocco via nave, per iniziativa della nobile famiglia Angeli che abbiamo già menzionato.
La poesia della tradizione angelica ha lasciato aperto il dibattito tra due fronti: chi la considera una semplice storia popolare e chi un autentico miracolo.
Che sia arrivata via mare o per le azzurrità del cielo, quello che conta è la sua autenticità, ampiamente provata dai rilievi archeologici fatti nel tempo.
Gli studi condotti sulle pietre, confermano l’origine palestinese. Su queste pietre sono stati ritrovati circa sessanta graffiti molto simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo che si riscontrano in Terra Santa e, in particolare, a Nazareth.
Gli scavi archeologici effettuati sotto la Santa Casa hanno evidenziato che essa non ha fondamenta proprie e poggia su una pubblica via, confermando quanto narrato dal racconto del “miracoloso trasporto”.
La tradizione vuole che la casetta di Maria a Nazareth fosse protetta da una chiesa ma i Saraceni abbatterono l’edificio per distruggerla.
Santuario di Loreto campanile di Vanvitelli
Fu allora che, nella notte del 12 maggio 1291 alcuni angeli la sollevarono e la trasportarono in Dalmazia, in una località tra Tersatto e Fiume.
Qui la Casa Santa non trovò devozione tra la popolazione e quindi gli angeli la risollevarono per trasferirla a Recanati.
Anche qui le pietre conobbero diverse tappe: prima il porto, in una selva detta Banderuola infestata dai briganti, quindi in un terreno che apparteneva a due fratelli che litigavano per dividersi le offerte dei fedeli, ed infine la quarta ed ultima traslazione avvenne in una strada pubblica sul Monte Prodo, esattamente nel luogo dove oggi si trova la splendida basilica.
Venne subito eretto un muro per difendere la costruzione dalle intemperie e dal degrado del suolo. Tra le pareti della struttura originaria e il muro eretto a sostegno, intorno agli inizi del XIV secolo, si è creato uno spazio.
A questo fenomeno difficile da spiegare ha provato a rispondere Baldassare Bartoli nel 1686 nel libro Le glorie maestose del Santuario di Loreto che scrive:
“E’ un gran miracolo che queste angeliche mura non volendo appoggio profano, non si sono mai unite, né incorporate alle fabbriche novelle”.
Suscitano notevole sorpresa anche le mura nere della Casa che nonostante si tentò di pitturarle, tornarono, nel giro di una notte, sempre nere.
Secondo la tradizione lauretana “La Madonna era tanto povera e la sua casetta non aveva neppure il camino, per cui il fumo aveva annerito le sue pareti”.
Le tre pareti della Santa Casa, secondo gli scavi archeologici, combaciano perfettamente con il perimetro della Grotta di Nazareth, ossia la restante parte della casa di Maria.
Le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione della Casa dalla Palestina alla città marchigiana, risalgono al 1296 quando, in una visione, l’eremita fra Paolo della Selva ne apprese l’esistenza e l’autenticità e lo riferì alle Autorità.
Ciò è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da una vecchia tabula consumata, risalente al 1300.
Secondo la tradizione la statua della Vergine Maria giunse in Italia nell’anno 999, quando i cristiani, in fuga dalle persecuzioni in Terra Santa, arrivarono a Bari con la statua della Vergine Nera a bordo della loro nave.
I cristiani cercarono di scaricare la Vergine, ma non riuscirono a spostarla, cercarono di strappare la statua dalla sua base, ma non riuscirono a romperla; infine, dopo tre giorni, quando alzarono gli occhi, scoprirono che la loro nave si era spostata nel porto di San Giovanni Rotondo, a quindici miglia di distanza.
Lì costruirono una cappella, che in seguito divenne la Basilica della Vergine dei 99 nascondigli; oggi si ritiene che la Vergine Maria sia la protettrice di Bari e dell’area circostante.
Fu nominata protettrice degli aviatori da papa Benedetto XV il 24 marzo del 1920.
Si ritiene che la Madonna Nera di Loreto sia una copia della statua trovata dagli Apostoli, tuttavia, non è chiaro quale statua della Vergine Maria rappresenti l’icona di Loreto.
La sacra immagine della Vergine Lauretana è esposta a Loreto dove è stata eretta una quarta parete.
L’immagine che possiamo vedere oggi è stata creata nel 1922, perché la precedente andò perduta in un incendio che distrusse la Santa Casa nel 1921.
Immediatamente ne fu scolpita una nuova, simile alla precedente, che raffigura in modo analogo il volto scuro di Maria Vergine.
Il nuovo modello, è stato prodotto con legno di cedro del Libano che presenta una tinteggiatura più uniforme e più nera di quanto si era abituati a vedere.
Il danno più grave fu la perdita della statua trecentesca di Maria. La nuova statua arrivò a Loreto l’8 ottobre del 1922 e venne collocata sull’altare.
La sua storia è speciale; voleva essere un dono di papa Benedetto XV che decise di inviare una cospicua somma di denaro, fu però, il successore Pio XI a scegliere, per la nuova statua, il legno di un cedro del Libano piantato nei Giardini Vaticani.
Enrico Quattrini fece un modello seguendo l’immagine della statua distrutta, Caroselli la intagliò e Celani la dipinse tingendola di nero.
Poi la corona e ancora brillanti e rubini donati dal Papa ornarono la statua e il globo sorretto dal Bambino Gesù. Fu il cardinale Gasparri a nome del Papa ad incoronare la nuova statua con un viaggio che iniziò il 5 settembre da Roma.
Papa Giovanni XXIII onorò la statua con due corone incastonate di pietre preziose. Venne poi ricoperta di simboli, pietre preziose e della Dalmatica, un manto che ricorda nel nome l’arrivo della Casa dalla Dalmazia.
Madonna di Loreto con la Dalmatica
Il manto della Dalmatica che avvolge la statua è di cotone damascato ricamato in oro. Rende preziosa la figura della Vergine Maria e rappresenta nella simbologia mariana cinque semilune nere:
-Il demone (la Donna ti schiaccerà il capo, Genesi 3,15)
-Il triangolo rosso
-La luna e stelle (Apocalisse, 12,1 con la luna sotto i suoi piedi)
-Le lettere AM coronate intrecciate e sormontate di corona di Regina, Emblema che evoca l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele nella Casa di Nazareth.
-Il Cuore Immacolato di Maria
-La Croce di Gesù Redentore alla Vergine Madre di Dio.
E’ una teologia mariana della Salvezza.
La Vestis dalmatica, già diffusa nel territorio dell’Impero Romano nel II secolo tra il Montenegro e l’Albania, nella regione della Dalmazia dell’Adriatico orientale, diventa la veste tra i paramenti sacri dei Diaconi, dei Prelati e dei Vescovi.
La Vergine Maria, Madre della Chiesa e Regina degli Angeli e degli Apostoli indossa la dignità e la grazia della Veste liturgica della Dalmatica.
Il venerdì santo la statua della Vergine nella Santa Casa, viene spogliata della Dalmatica di Regina e avvolta da un Velo nero che per contatto diventa sacro e costituisce una reliquia.
La ragione per cui la Madonna di Loreto è nera, secondo la religione, è dovuta al fatto che rappresenta quanto citato nel Cantico dei Cantici (1,5-6) dove si legge: “Bruna sono, ma bella […] non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il sole”, dove il Sole è simbolo di Dio.
Ecco l’origine del fenomeno che caratterizza non solo la Madonna di Loreto ma anche quella di Czestochowa, queste sono donne di razza bianca ma di pelle scura.
Un’altra tradizione, spiega, invece, il colore scuro dell’incarnato come elemento di veridicità: la pelle più scura sarebbe dovuta alla provenienza di Maria dalla Palestina.
Un ultimo motivo per cui oggi troviamo Madonne nere, potrebbe essere quello del fumo: alcuni studiosi hanno accertato che anticamente molte immagini sacre diventavano scure, a volte anche irriconoscibili, per il fumo dei ceri e delle lampade, tanto che spesso era necessario ridipingerli; molto probabilmente la stessa sorte è capitata anche alla bellissima icona della Santa Casa.
In italiano, la Madonna Nera di Loreto è chiamata La Morenetta, il termine significa la piccola scura e si riferisce al colore scuro della statua.
E’ la raffigurazione della Vergine Maria che si crede sia stata trovata nei pressi di Betlemme grazie a una visione degli Apostoli.
La Madonna nera è probabilmente associata alla grande madre dei culti antichi, la dea della terra e della fecondità, il cui colore era nero.
La prima immagine della Vergine venerata nella Santa Casa era dipinta su una tela lignea: secondo la tradizione secolare, era opera dell’evangelista San Luca, il Medico-pittore, e gli apostoli l’avevano esposta a Nazareth.
Napoleone nel 1797 saccheggiò il tesoro del Santuario e rapì senza pietà la venerata statua della Vergine per collocarla nel Museo del Louvre di Parigi dove rimase fino al 1801.
Ritornò nel Santuario con un viaggio di otto giorni, giungendo a Loreto il 9 dicembre 1801.
Durante questo periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana, nella Santa Casa di Loreto, fu affidato a un simulacro in legno di pioppo, identico all’originale, che oggi è conservato a Cannara (PG).
Si racconta che dopo il furto e per tutta la permanenza in Francia della statua, il cielo di Francia registrò delle strane anomalie: il mare si aprì per tre giorni e tre notti e non si fece mai giorno.
Preghiera alla Madonna di Loreto:
O Maria, Vergine Immacolata per la tua Santa Casa
che gli angeli trasportarono sull’ameno colle di Loreto,
rivolgi il tuo sguardo benigno su di noi.
Per le Sacre Mura ove nascesti e vivesti fanciulla
nella preghiera e nell’amore più sublime;
per le pareti fortunate che udirono il saluto dell’Angelo che ti chiamava:
“Benedetta fra tutte le donne” e che ricordano
l’Incarnazione del Verbo del tuo purissimo seno;
per la Santa Casa ove vivesti con Gesù e Giuseppe
e che nel corso dei secoli fu meta ardentemente desiderata dei Santi
che si stimarono fortunati imprimere ardenti baci sulle tue Sacre Mura,
concedici le grazie che umilmente ti chiediamo e dopo
quest’esilio la fortuna di venire a ripeterti in
Cielo il saluto dell’Angelo: AVE MARIA.
Innumerevoli sono i luoghi pii, chiese, ospedali, come pure delle Congregazioni religiose, intitolati al nome della Vergine di Loreto.
Infine come non ricordare le Litanie Lauretane che dal XII secolo sono divenute una vera e propria orazione alla Vergine, incentrata sui titoli che in ogni tempo le sono stati tributati, anche con riferimenti biblici.
Le Litanie Lauretane sostituirono nella cristianità quelle denominate veneziane in uso nella Basilica di San Marco e originarie di Aquileia, e quelle deprecatorie ossia di supplica, originarie della Germania.
Sono sicura che c’è ancora tanto di cui parlare ma l’essenziale, che riconoscerete certamente col cuore, è stato scritto.
Su TV 2000 qualche minuto prima di mezzogiorno si può pregare l’Angelus trasmesso dalla Santa Casa di Loreto e si può ammirare l’immagine della Morenetta.
La Madonna di Loreto, di Fatima, di Akita, di Guadalupe o di qualsiasi altra Madonna venerata sulla terra è riconducibile sempre all’Unica e Universale Madre di Dio.
Preghiamo col festoso inno: La Guadalupana che infonde e irradia giubilo come gioiosa e luminosa è la nostra fede!
Testo
La Guadalupana
DESDE EL CIELO UNA HERMOSA MAÑANA (2)
LA GUADALUPANA (3)
BAJÓ AL TEPEYAC.
SU LLEGADA LLENÓ DE ALEGRÍA (2)
DE PAZ Y ARMONÍA (3)
Y DE LIBERTAD.
SUPLICANTE JUNTABA SUS MANOS (2)
Y ERAN MEXICANOS (3)
SU PORTE Y SU FAZ.
POR EL MONTE PASABA JUAN DIEGO (2)
Y ACERCOSE LUEGO (3)
AL OIR CANTAR.
JUAN DIEGUITO LA VIRGEN LE DIJO (2)
ESTE CERRO ELIJO (3)
PARA HACER MI ALTAR.
EN LA TILMA ENTRE ROSAS PINTADAS (2)
SU IMAGEN AMADA (3)
SE DIGNO DEJAR.
DESDE ENTONCES PARA EL MEXICANO (2)
SER GUADALUPANO (3)
ES ALGO ESENCIAL.
EN SUS PENAS SE POSTRA DE HINOJOS (2)
Y ELEVA SUS OJOS (3)
HACIA EL TEPEYAC.
DESDE EL CIELO UNA HERMOSA MAÑANA…
Concludo con le parole di San Giovanni Paolo II:
“Quello Lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione che Gesù fece con Maria e Giuseppe. […]
Ed è eloquente ed importante per tutti che quest’ Uomo unico e singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto legare la sua storia ad una casa, quella di Nazareth, che secondo il racconto evangelico, ospitò Gesù di Nazareth lungo l’intero arco della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, cioè della sua misteriosa maturazione umana…
La casa del Figlio dell’Uomo
è dunque la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio.
La storia di ogni uomo, in un certo senso,
passa attraverso quella casa…”.
Flora Marasciulo