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MONOPOLI – LA DONNA VESTITA DI SOLE – 3^ e ultima parte

di Flora Marasciulo.

Il 31 luglio 2002 Juan Diego Cuauhtlatoatzin è stato proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, dopo la beatificazione del 6 maggio 1990 nel medesimo luogo.

San Juan Diego si festeggia il 9 dicembre,

giorno della prima apparizione.

Tra il 1531 e la fine del secolo XVI furono almeno quattordici i miracoli e le grazie per intercessione della Madonna di Guadalupe.

Nel dicembre del 1944 a Nicaragua avvenne un miracolo per intercessione di Juan Diego a El Ocotal, nel dipartimento di Nueva Segovia, una bambina di sette anni e mezzo, Maria Antonia Cruz, presenta i sintomi del morbo di down.

E’ muta, “tonta”, incapace di comunicare a gesti, ha la lingua sempre fuori dalla bocca. Ecco che diventa normale, comincia a parlare con proprietà di linguaggio, dopo che i genitori (padre contadino) hanno rivolto le loro preghiere al Servo di Dio Juan Diego.

La chiesa ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione.

Nel caso di Juan Diego, ha ritenuto miracolosa la guarigione del ventenne messicano Juan Josè Barragan Silva, che tentò il suicidio a Città del Messico il 3 maggio 1990 finendo di testa su un marciapiede di cemento, dopo essersi gettato da un’altezza di circa 10 metri.

La Consulta medica della Congregazione per le Cause dei Santi, nella seduta del 26 febbraio 1998, concluse:

La guarigione è stata rapida, completa e duratura. Visti i dati obbiettivi della dinamica della caduta e la negatività di lesioni che dovevano risultare mortali, vista l’attendibilità delle testimonianze, si ritiene inspiegabile la sopravvivenza del soggetto senza esiti, secondo le conoscenze mediche attuali.

La madre di Juan José, Esperanza Silva Pacheco, al momento dell’incidente aveva invocato San Juan Diego. Juan Josè fu dimesso dall’ospedale dopo dieci giorni.

A causa della sua origine miracolosa, l’immagine della Madonna di Guadalupe è oggetto di devozione paragonabile a quella rivolta alla Sindone.

E’ la prima volta che la Vergine lascia la propria immagine

nella storia delle apparizioni.

La figura ha caratteristiche particolari che la ricollegano alla divinità della religione azteca. Il mantello verde e blu che indossa la Madonna era anche simbolo della divinità Ometeotl.

La luna è un simbolo ricorrente nelle raffigurazioni mariane e pagane, quasi sempre associata alle divinità femminili.

Elemento non trascurabile è il luogo dell’apparizione, ovvero la collina di Tepeyac, sulla quale sorgeva un tempio dedicato alla dea locale Tonantzin, la cui pianta sacra era proprio l’agave associata all’apparizione mariana.

La principale divinità azteca era “il serpente piumato” (Quetzalcoatl), in onore del quale venivano compiuti sacrifici umani.

Versare il sangue umano era ritenuto necessario in quanto, tale prezioso liquido avrebbe alimentato la luce del Sole e impedito alle tenebre di avvolgere il mondo.

Il sacrificio sacro non era dunque una punizione, ma un atto necessario, e il sacrificato non era una vittima da eliminare quanto piuttosto un messaggero che il popolo inviava agli dei, al punto che rifuggire il sacrificio era considerato un inaccettabile disonore.

I sacrifici umani che gli aztechi offrivano alla divinità del sole per la prosperità sono stati fermati dalla Vergine che viene a porre fine al sangue delle vergini-bambine (decapitate) e ai bambini ai quali strappavano il cuore palpitante e non potevano sottrarsi a questi sacrifici per il bene del popolo.

I resti del corpo venivano gettati in basso alla scalinata del tempio, smembrati e mangiati. Veniva considerato un privilegio essere sacrificati.

Tutto questo orrore la Vergine l’ha fermato perché l’unico sacrificio e l’unico sangue versato era quello del Figlio suo Gesù Cristo che riscatta l’umanità.

La simbologia della tilma contiene figure di colore oro, il metallo divino, che rappresentano un messaggio divino con i fiori.

Per gli indigeni, il fiore e il canto significano verità, un simbolo azteco molto potente e per il vescovo spagnolo il segnale che veniva inviato dalla Vergine era anche il simbolo della verità.

La Morenita, come viene chiamata dai messicani, è circondata dai raggi del sole, sembra uscire da esso, il sole ricordiamo era importante per la divinità e la vita del popolo, non solo anche il luogo delle apparizioni sul colle Tepeyac era significativo perché sorgeva un antico tempio del dio pagano Montezuma.

La  modalità con cui la Madonna si è manifestata (gli abiti, il colore della pelle ed altri particolari che vediamo nei dettagli) ha come fine quello di mostrare il suo volto materno e trasmettere un’immagine viva della misericordia del cristianesimo lasciata dai Conquistadores che avevano portato in Messico, insieme alla nuova religione, anche tanta violenza e tanto sangue.

Apparendo come una meticcia e vestita come qualunque indigeno è quanto mai chiaro ed emblematico: sta dicendo ai messicani che Ella è una di loro, e dunque essi sono preziosi, belli e importanti per Lei.

In Maria e dunque in Gesù, si riconcilia l’umanità, né Giudei, né Greci, né schiavi, né liberi, ma una sola cosa in Gesù, come dice San Paolo.

La tunica di colore rosa-rosso rappresenta il colore della terra. Contiene delle figure ricamate in oro che è il metallo divino.

Il messaggio è espresso con 9 decorazioni floreali che rimandano alle 9 tribù o popoli originari dell’Aztlan.

Si nota un pezzo in più di tela girata da un orlo dorato che somiglia al mantello, i cui bordi toccano l’angelo.

L’angelo indica la comunicazione tra il cielo e la terra ed è il simbolo di San Juan Diego, “l‘uomo fedele e vero” che ci insegna come arrivare alla Vergine Morena del Tepeyac.

Quest’angelo ha ali simili a quelli dell’aquila, simbolo della Granteenochtitlan (l’aquila che divora il serpente).

Ha le mani rivolte verso l’alto (gli indigeni rappresentano così i loro dei). Con una mano sostiene il mantello e con l’altra la tunica.

La simbologia è chiara: chi è illuminato da Maria, vince il serpente e i culti idolatrici. L’angelo non è un bambino è una persona adulta stempiata che raffigura Juan Diego.

Gli indigeni per distinguersi tra le diverse classi sociali, si rasavano il capo in maniera diversa. La caratteristica dei “Macehuales” (gente del popolo) era quella di radersi il capo, gesto che significava: “essere meritato per il sangue di dio”.

Ora, tutti i battezzati erano rasati e facevano parte di qualche ordine religioso. Con questo particolare si vuol dire che il cattolicesimo non distrugge gli usi indigeni, ma ne trasforma il significato.

L’angelo è illuminato direttamente dal corpo della Vergine, che si presenta in questo modo come Mediatrice di grazia.

Al centro della figura c’è Il fiore con 4 petali, per la cultura indigena questo posizionamento all’altezza del ventre indica i 4 punti cardinali, le 4 stagioni, le 4 epoche passate, il 5° sole della pienezza (che coincide con il solstizio d’inverno del 1531).

Questo fiore richiama il luogo di Dio (Omeyocan). La Vergine è gravida e il bambino è il Sole atteso che porta la vita, il Fiore solare, il più familiare dei geroglifici degli Aztechi che simboleggia per loro la divinità, il centro del mondo, del cielo, del tempo e dello spazio.

 Il fiore è la vita cioè la civilizzazione.

Il fiore con 4 petali che indica “Dio è sempre in movimento”, vuol dire verità.

Il simbolo cristiano che rappresenta la Trinità è un triangolo.

Per gli indiani invece, è un fiore con 4 petali. L’unico fiore con quattro petali, sotto la cintura che trattiene la veste, è all’altezza del suo ventre e dice agli indiani che è la Mamma dell’unico Dio ed è la rappresentazione di Dio che è sempre in movimento.

Mons. Eduardo Chavez ha spiegato come gli indios rappresentano “Dio sempre in movimento” con un palo alto e quattro persone che girano intorno con al centro un suonatore di flauto e tamburo.

Dal collo della Vergine pende una spilla il cui centro è adorno di una piccola croce, che ricorda la morte di Cristo per la salvezza di tutti gli uomini. Vari altri particolari dell’Immagine di Maria fanno di essa uno straordinario documento per la nostra epoca.       

       

E’ mamma perché la cintura nera significa che è incinta, ma come mai risulta che è vergine?

Tra gli indiani le donne sposate fanno due trecce e le alzano incrociate sulla testa con due punte che sembrano corna, la Morenita ha i capelli sciolti pertanto è vergine.

Dopo il fiore che è un codice importante c’è una recente scoperta:

la musica nell’immagine.

Un matematico ha visto l’armonia perfetta. Ricordiamo che per i pitagorici ogni aspetto del reale veniva ricondotto a una reciproca relazione o armonia di quantità numerabili; modello per eccellenza era ritenuta la concordanza di suoni, la synphonia, realizzata nella musica attraverso intervalli matematici;

pertanto la Madonna di Guadalupe è un modello perfetto di suoni armonici, musicali, celestiali.

L’esperimento consiste nel tracciare quarantesei righe (quarantesei sono le stelle come i nostri cromosomi), ventitrè per lato in verticale, la riga che arriva al fiore di quattro petali corrisponderà alla nota do.

Un colombiano ha riportato questo sul computer che ha sviluppato un’ armonia con suoni diversi. L’esperimento su copie della tilma dà come risultato rumori, non suoni armonici.

Le immagini seguenti sono stralci della trascrizione

musicale con la grafia sonora tonale.

Collegando le stelle del manto alle note di una tastiera, sembra che il risultato dia questa musica celestiale.

Tracciando linee verticali in ogni punto, e mettendo sopra una tastiera ad ogni linea arriva una nota musicale e secondo gli esperti tracciando una linea orizzontale dall’alto in basso e poi dal basso verso l’alto si tocca la nota che appartiene a ogni punto che sta sulla linea (come nel cilindro di una cassa musicale), il risultato sono note e accordi completamente armoniosi.

Da questo nasce una melodia che pensano sia quella che San Juan Diego ha sentito quando ha visto Nostra Madre il 9 dicembre 1531.

Naturalmente non si esaurisce qui il mistero della tilma, va comunque menzionato un altro prodigio.

Dopo la messa dedicata ai bambini mai nati, i presenti nella Basilica della Madonna di Guadalupe hanno visto l’Immagine della Madonna che ha iniziato ad affievolirsi per lasciare posto a una luce intensa che emanava dal suo grembo, un fascio di luce divina a forma di embrione. Si è presentato ai loro occhi “Il Cristo non nato” il “Cristo prima di nascere”.

Sotto la cintura che trattiene la veste, al posto stesso dell’embrione, spicca il fiore con quattro petali di cui abbiamo parlato.

L’ingegnere Luis Girault ha studiato le immagini per constatare la loro veridicità, e la luce non proviene da alcun riflesso, ma proprio dall’immagine della Santissima Madonna di Guadalupe. Sono apprezzabili delle ombre con le caratteristiche fisiche di un bebè allo stato embrionale nel grembo materno.    

   

Misure ginecologiche hanno stabilito che la Vergine dell’Immagine ha le dimensioni fisiche di una donna incinta di tre mesi.

(Maria è incinta, una vita parrebbe pulsare davvero… E’ quanto riferisce uno degli scienziati che, nel corso di recenti esami, ha avuto modo di porre uno stetoscopio all’altezza di tale cintura, rilevando 115 battiti al minuto, quelli di un bambino in attesa di venire alla luce).          

Questo prodigio nel grembo della Madre di Dio evidenzia che bisogna proteggere la vita sin dal suo concepimento. Il mondo avanza verso la generalizzazione del più orrendo dei crimini: l’aborto di milioni di bambini innocenti.

La legislazione di vari paesi permette e promuove sempre di più l’assassinio dei piccoli santi non nati. Non molto tempo fa quando a Città del Messico venne introdotta questa legge perversa, si verificò questo segno che mostra il profondo dolore di Dio di fronte a questo crimine.

E’ meravigliosa questa immagine, impregnata di simboli, codici appunto, e di altri misteri ancora da decodificare che ci sono stati offerti dalla più umile degli umili, dalla Donna del Fiat che ha scelto sempre gli umili, i più poveri per annunziare i suoi messaggi, come recita il Magnificat: “Ha innalzato gli umili, ha  rimandato i ricchi a mani vuote“.

Dopo queste considerazioni possiamo affermare che:

L’immagine sul mantello non è dipinta è “acheropita” ed è impossibile replicarla.

Il mantello ha le caratteristiche di un corpo umano vivo con la temperatura di 36,6 C°.

Il mantello nonostante la pessima qualità sembra essere indistruttibile.

Papa Francesco davanti alla Madonna di Guadalupe l’ha venerata con la seguente preghiera:

Supplica alla Madonna di Guadalupe
Vergine Immacolata di Guadalupe,

Madre di Gesù e Madre nostra,

vincitrice del peccato e nemica del Demonio,

Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico

all’umile e generoso contadino Juan Diego.
Sul suo mantello imprimesti la Tua dolce Immagine

come segno della Tua presenza in mezzo al popolo

e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere

 e addolcito le sue sofferenze.
Maria, Madre amabilissima,

noi oggi ci offriamo a te

e consacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato

tutto quanto ci resta di questa vita,

il nostro corpo con le sue miserie,

la nostra anima con le sue debolezze,

il nostro cuore con i suoi affanni e desideri,

le preghiere, le sofferenze, l’agonia.

O Madre dolcissima, ricordati sempre dei tuoi figli.
Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza,

dal turbamento e dall’angoscia,

dovessimo qualche volta dimenticarci di te,

allora, Madre pietosa, per l’amore che porti a Gesù,

ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi e di non abbandonarci

fino a quando non saremo giunti al porto sicuro,

per gioire con Te, con tutti i Santi,

nella visione beatifica del Padre.
Amen
Salve Regina

Madonna di Guadalupe, prega per noi

Ecco la Morenita che chiuderà il cerchio della fine dei tempi con la vittoria annunciata anche a Fatima: il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

Un messaggio che risuona oggi per ognuno di noi come invito alla conversione, tornando a  Ad Jesum per Mariam, come ben sintetizzava il Monfort nel suo Trattato della vera devozione a Maria.

Desidero salutarvi con la consapevolezza che ciò che vi ho raccontato è solo una piccola parte della realtà della tilma.

Questo racconto è il mio regalo per voi: la tilma con l’Immagine viva della Morenita che ci dice: “niente deve affliggerti o turbarti”.

L’Artista, il Maestro e Compositore Supremo ci ha regalato la più Grande e Sublime delle Sue Creature: La Perfetta Vergine Santa Madre di Guadalupe.

Ci benedica tutti.

La saluto con una mia modesta interpretazione di Salve Maria di S. Mercadante.

Flora Marasciulo

5 agosto 2022 Cattedrale in Monopoli
Salve Maria di S. Mercadante
Soprano Flora Marasciulo
Organo Pierluigi Mazzoni

BUONA LETTURA E SANTO NATALE!

Flora Marasciulo.

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