di Kang Sue-jin
International Theatre Institute ITI
World Organization for the Performing Arts
Centro Italiano dell’ International Theatre Institute Italia, del Messaggio della Giornata Internazionale della Danza (29 aprile), l’autrice è la danzatrice della Corea del sud KANG Sue-jin, Direttrice Artistica del Balletto Nazionale Coreano.
La Giornata Internazionale della danza è stata istituita nel 1982 dall’ International Theatre Institute UNESCO, quest’anno si celebrano i 40 anni.
Kang Sue-jin
Traduzione dall’inglese di Roberta Quarta per il Centro Italiano dell’International Theatre Institute.
La catastrofe del Covid-19 ha fermato la vita libera, così come la conoscevamo, ed essere in questa tragedia ci fa ripensare al significato di “danza” e “danzatori”. In un passato lontano, la danza era un mezzo primario di espressione e comunicazione attraverso i gesti, diventando arte performativa che emozionava l’anima e ispirava il pubblico. È un’arte fugace che è difficile riportare alla sua forma originale una volta realizzata perché è creata con tutto il corpo e con tutta l’anima. La danza è fatta di momenti effimeri, per cui i ballerini sono destinati ad essere per sempre in movimento. Eppure il Covid-19 ha limitato e persino bloccato l’arte della danza nella sua forma originale.
Anche se la situazione sta migliorando, gli spettacoli di danza sono ancora soggetti a molte restrizioni. Questo ci fa apprezzare i preziosi ricordi dei tempi in cui la danza e i ballerini brillavano come gioielli, trasmettendo l’angoscia e l’ansia umane, la volontà e la speranza di vita, illuminando il mondo.
Allo stesso modo, è importante ricordare che durante lo shock successivo alla peste nera nell’Europa medievale, il balletto Giselle, che interpretava l’amore oltre la morte, fu rappresentato all’Opera di Parigi il 28 giugno 1841, ricevendo una risposta incredibile. Da allora, Giselle è stata messa in scena in tutta Europa e in tutto il mondo per confortare e dare coraggio alle anime di un’umanità devastata dalla pandemia. Un altro punto importante per me, che fu dimostrato sin dalla prima interpretazione di Giselle, è il magnifico spirito di una ballerina che cerca di sfuggire alla gravità delle avversità del mondo.
Il pubblico solitario e stanco ha sete della empatia e del conforto dei danzatori. Come danzatori, noi crediamo che il battito delle nostre ali dia speranza ai cuori di chi ama l’arte della danza e dia loro il coraggio di superare questa pandemia.
Il mio cuore sta già iniziando a battere forte.
Kang Sue-jin.
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In copertina: Kang Sue-jin, Direttrice Artistica del Balletto Nazionale Coreano.