Brancolando tra gli scaffali colmi di libri e respirando la polvere delle pagine, incontro uno scrittore che nei primi anni del ‘900 stravolse la composizione dei versi poetici.
Si faceva spazio nel mondo dell’arte il Futurismo.
Aldo Palazzeschi (1885 – 1974) fu un pioniere della letteratura attiva, spedita, veloce, fuori dalle accademiche composizioni romantiche, superando il Simbolismo, genesi delle correnti culturali inneggianti l’interiorità del pensiero umano.
Dal sogno alla vita reale, il Futurismo snellì quel processo di invenzione della parola ormai divenuta sintesi della rivoluzione industriale.
Ironia e sarcasmo, gioia di esprimersi e sberleffo della parola, sono le costruzioni letterarie che con la voce umana e l’interpretazione legata all’emozione, mima l’azione della statica poesia adottata nell’800, nel continuo mutare della realtà.
Aldo Palazzeschi.
Colto scrittore del tempo, Aldo Palazzeschi fu mentore di una cultura letteraria che esprimeva con i suoni presi dalla natura, la concezione di un progresso sociale e tecnologico in fermento.
L’onomatopia dei suoni vennero trascritti in parole.
Quel buffo e fanciullesco interpretare una poesia, l’ascolto diventava un piacere simile all’emozione provata nell’attento fragore di una società che in quegli anni esplodeva con le conquiste della tecnologia che avrebbe trascinato la società all’era moderna.
Con la partecipazione della Compagnia Teatrale Is Amigas, diretta da Anna Pibiri,
che gentilmente ha “prestato” una delle sue migliori interpreti, presento una delle molte poesie del poeta e scrittore, che meglio rappresenta l’espressione vocale e compositiva della letteratura futurista:
“La fontana malata” con la voce di Assuntina Cocco.
Anna Landolfi.