giovedì, 28 Marzo, 2024 5:00:29 PM

29 Aprile, Giornata Internazionale della Danza. II^ parte

di Giulia Volturno.

ISADORA DUNCAN, LA LIBERTÁ DEL PENSIERO IN MOVIMENTO

Isadora Duncan, rifiutando ogni elemento scenico e spaziale legato alla tradizione classica della danza e del teatro, maturò l’idea di presentarsi in scena scalza e vestita con una semplice tunica che lasciava intravedere le forme e la naturalezza del suo corpo.

Incontaminato e semplice fu il movimento che rappresentava in scena dettato da una forza motrice che nasceva dalla parte centrale del corpo, lasciava che venisse esibito attraverso una gestualità energica e solare, ma allo stesso modo aggraziata e femminile, fuori da ogni schema, da ogni metodo o regola fissa della danza.

Si immergeva nella bellezza della natura per lasciarsi trasportare dai suoni del vento e delle acque, per riappropriarsi dell’originale incontaminata bellezza della vita, imitando così la fluidità del movimento delle onde e delle piante, fino a sentire e sviscerare una libertà interiore che rendesse armonico il suo modo di muoversi sulla scena, attraverso un contatto immediato dei piedi nudi sul suolo, e per giunta sempre accompagnata da una suggestionante musica.

Il movimento libero e anticonformista per quell’epoca aveva catturato l’attenzione di molti critici, intellettuali e gente di spettacolo che ritrovarono in lei la musa ispiratrice di molti lavori iconografici, filosofici, letterari, musicali e teatrali, poiché ella rappresentava una figura smaterializzata, l’essenza dell’essere vivente, la creazione essenziale dell’incarnazione dell’io.

La sua danza era dominata dalla purezza e dalla luce, un insieme di movimenti leggiadri, in sintonia con il ritmo eterno delle sfere si fondeva con l’armonia di ogni parte del corpo in movimento fino a raggiungere l’equilibrio della forma e dell’espressione perfetta del corpo.

La sua danza era considerata lo specchio dell’anima, uno spirito nuovo, uno sfogo individuale esibito da uno stile e da un corpo libero ispirato all’eterea bellezza, che contemplava un’originale estetica del corpo e del gesto.

Isadora, fu ispirata da una sorgente emozionale come la poesia, la musica e soprattutto dall’arte che era diventata la fonte primaria di riferimento, la sorgente da imitare e dalla quale nasceva l’idea del linguaggio libero del corpo.

Difatti, la Duncan si interessò alla cultura greca, recuperò ed esaminò le immagini ritratte sui vasellami, sui bassorilievi, figure particolarmente affascinanti in posa plastica e bidimensionale ritraenti le forze naturali impersonate, ad esempio, dagli dèi, come potenza pulsante del cosmo.

La Duncan studiò i movimenti dei danzatori nelle danze dionisiache per costruire una nuova figura femminile di danzatrice arricchita da un vocabolario espressivo carico di carisma emotivo, con l’intenzione di trasmettere lo spiritualismo della natura, oltre che un messaggio d’amore e di vita.

In un atteggiamento insolito la Duncan e le sue adorate allieve, le cosiddette isadorables, furono raffigurate in dipinti e immortalate in fotografie con la testa in dietro, in un atteggiamento rovesciato tipico delle sacerdotesse del culto dionisiaco, leggiadre e impegnate in movimenti delle braccia e delle gambe coordinati e ondeggianti, abbellite da semplici e morbidi vestiti di chiffon che evidenziavano ancor più le linee sinuose del corpo femminile.

Fu introdotto dalla Duncan un nuovo modo di atteggiarsi, spirituale e agile, che sprigionava una luce profonda, insita nell’essere vivente, e palesandosi in maniera eloquente coinvolgeva il suo pubblico.

La Duncan fu attratta anche dall’arte rinascimentale italiana e osservando la Primavera del Botticelli, colse la propria ispirazione per elaborare una coreografia rappresentata nel 1902 a Monaco, proponendo simbolicamente un nuovo canone di bellezza femminile limpida e raffinata.  

Isadora si esibì nei più importanti teatri d’Europa, incontrando grandi ballerini, attori, impresari, registi, filosofi e letterati che furono assolutamente affascinati e influenzati da questo genere di danza, che in un prossimo futuro avrebbe aperto la strada ad un nuovo stile artisticamente ed esteticamente rigenerato fuori dagli schemi classici e convenzionali.

Fine II^ parte.

Giulia Volturno.

https://artilibere.info/la-festa-della-danza-la-professione-della-ballerina/

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In copertina: Isadora Duncan (1877 – 1927)

 

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