venerdì, 26 Aprile, 2024 5:24:07 PM

La festa della danza: la professione della ballerina

di Giulia Volturno.

Il 29 Aprile si celebra la Giornata Mondiale della Danza, proclamata dall’UNESCO nel 1982. Questa data coincide con il giorno della nascita di Jean-Georges Noverre a Parigi nel 1727, ballerino e coreografo ricordato per aver contribuito alla nascita del ballet d’action, alla creazione del balletto drammatico, liberandolo dalla semplice funzione di divertissement in opere musicali e di prosa. In questo articolo si vuole commemorare una giornata fondamentale per tutti i lavoratori nell’ambito della danza, che sicuramente hanno a cuore il bene e lo sviluppo di tale arte, ponendo l’attenzione su tre importanti ballerine che sono state le prime ad assumere il ruolo di danzatrice professionista e di coreografa. Coloro che hanno aperto la strada al professionismo nella danza sono state: Françoise Prévost (1680-1741), Marie Sallé (1707-1756), Marie-Anne de Cupis de Camargo (1710-1770). Passando in rassegna i momenti fondamentali che hanno dato vita allo spettacolo di danza, bisognerebbe andare indietro di qualche secolo esattamente al primo incontro con la danza del giovanissimo Luigi XIV appena quindicenne, avvenuto presso la corte di Versailles. Di lì agli anni avvenire sembrò subito delinearsi una delle principali passioni del re, tanto che con lui nasce la prima forma di Balletto, fatto di intrattenimento, di canti e danze, di azioni galanti e giocose. La stessa danza proprio in quegli anni sotto la sua tutela acquista una elevatissima importanza all’interno della società nobile, in quanto esercitata come strumento di potere. Per i nobili di corte partecipare come comparse, significava entrare nei favori e nelle attenzioni del re, godere della sua grandezza, potendo così ottenere ruoli di prestigio politico e amministrativo.

 

       Françoise Prévost (1680-1741)               Marie-Anne de Cupis de Camargo (1710-1770)

La danza inoltre si fa carico di un valore altamente culturale, in una società frivola e legata alle apparenze, soprattutto per le giovani donne e uomini. Si dava importanza alla danza per l’aspetto educativo dell’immagine di sé finalizzata allo studio del portamento. La danza intesa come approfondimento della tecnica e del balletto nasce in Francia grazie al re Luigi XIV che volle fortemente la fondazione dell’Académie royale de danse nel 1661 a Parigi, incrementando e invogliando i giovani nobili ad appassionarsi allo studio di tale disciplina. Fino a quel momento molti ruoli femminili erano stati affidati agli uomini, grazie a raffinati travestimenti e all’uso della maschera. La danza, nel frattempo, acquisì i canoni di bellezza e di perfezione, nella tecnica e nello stile grazie a maître à danser come Charles-Louis-Pierre de Beauchamps e alla nascita di importanti trattati come quello scritto da Raoul-Auger Feuillet intitolato Chorégraphie, ou l’art de décrire la danse par caractères (1700). Lo spettacolo passò da ballet de cour ad essere esibito nei teatri, pertanto nacque una categoria di danzatori che fu allargata anche alle donne. Nel 1681, in occasione della rappresentazione di Le Triomphe de l’amour, che andò in scena al Palais Royal, si esibirono delle danzatrici professioniste. Da quel momento in poi la donna incominciava ad affermarsi nel mondo della rappresentazione del balletto. Françoise Prévost fu una delle prime ballerine che assunse tale ruolo e successivamente anche quello di coreografa, fu tanto lodata anche dal suo maestro di ballo Pierre Rameau, che vedeva in lei una grande interprete dell’arte danzante. Il suo debutto avvenne all’Académie de royale de musique nel 1699, mentre divenne prima ballerina all’Opéra nel 1705 fino al 1730 dopo una lunga carriera. In coppia con Jean Balon in Horace di Pierre Corneille, si distinse nel ballo pantomimo per la leggerezza e l’eloquente abilità interpretativa, soprattutto nei momenti poco danzati, per mezzo di un articolato uso dei gesti e del corpo. Era esperta anche nell’azione mimica e drammatica tipica del balletto dell’epoca, tenendo conto che comunque si utilizzava la maschera per coprire l’espressione del volto. Nel 1715 danzò in un assolo, Les Caractères de la danse di Jean-Ferry Rebel, distinguendosi in un movimento leggero e sinuoso, veloce nel cambio del registro interpretativo, dettato dalla diversa combinazione musicale. Prévost, una volta terminata la sua carriera come danzatrice, si dedicò all’insegnamento, che fino a quel momento era una prerogativa degli uomini insieme alla mansione di coreografo.

Marie Sallé (1707-1756)

Marie Sallé

Marie Sallé fu allieva della Prévost, ebbe una ricca carriera divisa tra Parigi e Londra. Debuttò all’Opéra nel 1727, in Les Amours des Dieux di Jean-Joseph Mouret nel ruolo principale. Fu una ballerina dalle larghe vedute, molto espressiva nelle sue interpretazioni, meno virtuosistica dal punto di vista della tecnica. Scelse di apparire in scena nel Pygmalion, priva di alcuni accessori del suo costume come il corpetto e il panier. Sciolse i capelli e indossò un vestito più leggero e meno appesantito dai decori, che le desse libertà e più naturalezza nei movimenti. Allo stesso tempo fu molto rivoluzionaria e audace per quell’epoca, anticipò le idee innovative di Jean-Georges Noverre e David Garrik, nell’aver ballato senza maschera, in Les Caractères de la danse nel 1729 a Parigi, per mostrare la bellezza e l’espressione drammatica del viso, contribuendo così a far emergere la galante dolcezza e la finezza femminile nell’esibizione del balletto.

  

Charles-Louis-Pierre de Beauchamps (1631-1705)     Jean-Georges Noverre (1727-1810)

Marie-Anne de Cupis de Camargo

Marie-Anne de Cupis de Camargo fu la rivale della Sallé allieva ugualmente della Prévost. Nata a Bruxelles, andò a studiare a Parigi dove debuttò come danzatrice nel 1726, in un assolo in Les Caractères de la danse, distinguendosi per la preparazione tecnica dei passi, a differenza della Sallé. Per mostrare la sua abilità nei salti entrechat e cabriole, riconosciuti come passi prettamente maschili, accorciò la gonna del suo vestito all’altezza del polpaccio, e abbandonò le scarpe con il tacco. Fu una ballerina alla ricerca delle novità di canoni estetici e professionali, marcando il ruolo femminile di ballerina professionista nel campo della danza del Settecento, contribuendo a cambiare i gusti e la vocazione ballettistica del pubblico. Grazie alla sua tempra di grande artista, aveva suscitato nella sua insegnante, la Prévost, un sentimento di gelosia, che la indusse a rimuoverla dal ruolo di solista, inserendola nel corpo di ballo e rifiutandosi di farle da insegnante. Si racconta che la Camargo spinta dallo spirito di intraprendenza, durante uno spettacolo, in occasione di una mancata entrata in scena di un ballerino, ebbe il coraggio di sostituirlo sul palco e di improvvisare la parte con ardente maestria emozionando il pubblico. Fu una ballerina molto apprezzata da Noverre, ricordata e più volte elogiata nelle Lettres, per la sua capacità danzante, interpretativa e per l’elaborazione di prodezze virtuosistiche.


É necessario ricordare che le ballerine più degli uomini erano abbastanza impedite nel movimento a causa dei lunghi abiti che indossavano, ornamenti e tacchi alti, appesantite da accessori quali parrucche e maschere, piume e gioielli. Ognuna di queste danzatrici sopra citate, portò delle novità nel costume e nella tecnica coreica definendo il ruolo femminile nella danza, costruendo la parte dell’assolo all’interno del balletto, affermando la propria versatilità, capacità interpretativa e contribuendo alla rimodulazione dell’azione ballettistica. Pertanto bisogna essere comunque grati allo spirito di intraprendenza e al coraggio che hanno mostrato, come in seguito faranno altre danzatrici, rinunciando alle regole di stile e di costume dell’epoca.

Luigi XIV, Re Sole (1638-1715)

Oggi sembra tutto così semplice e naturale, bisognerebbe guardare la danza in tutto il suo percorso storico, a quanto sia cambiato lo spettacolo danzante prima di giungere a noi, come forma di intrattenimento indipendente dalle altre forme artistiche. La danza si sposta al centro dell’attività spettacolare, si apre alla complessa azione creativa che si basa sulla ricerca della perfetta e articolata gestione del movimento. La danse décole, grazie anche alle donne, si aprirà all’innovazione e alla sperimentazione in tutte le sue forme.

Giulia Volturno.

In copertina il Re sole.

 

Riferimenti bibliografici: https://bibliolmc.ntv31.com/

 

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5 comments

  1. Interessante articolo. Tuttavia mi permetto di contestare l’affermazione che con il Re Sole sia nata la prima firma di Balletto, in quanto essa risale al 1581, col “Ballet comique de la Royne” allestito da Baldassarre Baltazarini da Belgioioso, tra l’altro a partire da strutture precedenti create nelle corti italiane del XV e XVI secolo.

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