di Gianni Pantaleo.
E’ un messaggio coraggioso quando un’artista si prodiga in un progetto, nonostante il lungo periodo di “fermo” sociale e artistico, con cui coinvolge e attiva l’entusiasmo del “voler ricominciare” con gli altri. Abbiamo scritto e detto di tutto. I cambiamenti individuali sono indubbiamente cambiati, preferibile dire, modificati. Una maggiore attenzione ha responsabilizzato tutti per il bene comune. Ed è per il bene comune che Elisa Barucchieri, si fa capofila di AREA Mediterranea, prima residenza di danza nel sud, che nasce senza casualità territoriale, in Puglia, nel Mediterraneo, con la cultura del Mediterraneo, quella cultura di popoli che l’hanno vissuta e conquistata, radicandosi nella storia che non è mai abbastanza raccontare…
Elisa Barucchieri (ph. Roberto Guberti).
Ammetto che la sua è un’operazione coraggiosa nonostante la “stasi” creativa che ha coinvolto tutto il settore delle arti sceniche. Ma, chiedo: è un progetto che aveva nel “cassetto” o invece è la risposta al…Covid?
Di sicuro creare un luogo che accolga e sostenga artisti è un mio progetto da sempre. Credo molto nel collaborare e del dare spazi e opportunità ai miei colleghi – e spesso mi sono fatta anche molto male nel dare troppo alle persone sbagliate, ma rimango convinta ed entusiasta. Ne sono prova il mio tempo in Teatri Abitati, grandissimo progetto della Regione Puglia e Teatri Abitati, e lo spazio che gestivo a Giovinazzo, in maniera completamente autonoma, ospitata nell’Istituto Vittorio Emanuele II, della Provincia di Bari, poi Area Metropolitana. In quegli anni ho ospitato ben oltre 200 artisti, compagnie, università, centri nazionali e internazionali, istituzioni, di cui almeno sei importanti compagnie pugliesi in maniera pluriennale, che avevano proprio le chiavi dello spazio ed era casa loro. Purtroppo, ora lo spazio di Giovinazzo richiede grandi interventi strutturali e non può più essere attivo come lo era prima, anche se rimane una stretta e preziosa collaborazione.
Io credo fermamente nell’incontro vero tra artisti e tra percorsi artistici. Credo in luoghi che siano dinamici e accoglienti. Credo nell’accoglienza, e credo tanto anche nelle collaborazioni, ovviamente e nonostante tutto! In questi anni, in regione, il settore della danza si è molto sviluppato. Prima c’erano molti eccellenti danzatori, ma mancavano realtà con la visione strutturata che richiede una compagnia. Eravamo veramente pochissimi quando io sono arrivata in Puglia (da NYC). A quel tempo, il discorso di una ‘casa della danza’ era un dialogo tra me e Domenico Iannone della Compagnia AltraDanza. Ora invece è una bella conversazione ricca di tanti interlocutori! Di tutte le arti, quelle ‘del corpo’ sono chiaramente le più bisognose di luoghi adatti e dedicati. Hanno necessità che non ammettono compromessi, e penso che sia veramente urgente riconoscerne le specificità, valorizzarne le caratteristiche, e trovare i modi per sostenere e far sviluppare tutto questo bellissimo talento che sta esplodendo in regione. Ecco, il mio sogno è di porre le basi affinché ci siano vere ed etiche collaborazioni, e che queste portino a ricchezza dinamica per tutti.
In realtà, anche questo AREA Mediterranea nasce grazie a un bellissimo progetto tra Regione e Ministero, ma il bando richiedeva solamente un interlocutore, e ResExtensa lo avrebbe potuto fare già da sola. Ma io ci ho visto una bella opportunità, e quindi, con molta gioia, ho invitato alcuni colleghi, in nome del principio di collaborazione, e perché sono convinta che insieme si sviluppino idee e progetti migliori.
AREA Mediterranea è un progetto di maturità artistica. Lei è nota per essere una delle più “guerriere” delle artiste della danza. Una qualità che non è un’opzione di una carriera ma di indole naturale. Si deve necessariamente “lottare” per un ideale?
Peccato che attraverso la carta non si vedano i sorrisi – questa è una bella domanda!!! Di sicuro la danza richiede una ostinazione non indifferente, sin dall’inizio e sotto ogni aspetto. Spesso e volentieri, l’unica certezza che abbiamo è l’incertezza garantita, a vita. Curare e gestire una compagnia, poi, è quasi azione da super eroi! Ma se uno ama, non ne può fare a meno, e ne vale la pena, per l’anima e per il senso della vita. Se si debba lottare per un ideale? Io penso di sì, sempre. Penso che sia importante innanzitutto essere disposti a farlo, e poi idealmente sarebbe bello vivere in mondi dove gli ideali sono talmente condivisi che le lotte non siano più necessarie.
Penso invece che nelle arti si debba sempre approfondire, affondare nelle questioni e nelle sfide, fare fatica, spingersi oltre, giungere e lavorare nei territori scomodi. Il comodo riescono a farlo tutti. A noi spetta il compito di fare di più. Dico sempre a chiunque lavori con me che noi chiediamo al pubblico di mettere in stand by la propria vita per venire a vedere noi: noi siamo debitori, e abbiamo l’obbligo morale di dare qualcosa in più di solo una bella intenzione o un buona idea. Noi dobbiamo dare il corpo, il sogno, il respiro, la sfumatura che si raggiunge solo con tanto lavoro onesto e rigoroso. Quindi, per me è sì, si deve sempre lottare per gli ideali. Sempre. Difendendoli e avendone cura. E grazie per avermi chiamata “guerriera” in questo contesto, mi darà forza in futuro.
Corteo storico San Nicola, Bari, edizioni 2017-2018. Direzione artistica di Elisa Barucchieri. (ph. Carmen Surico).
AREA Mediterranea e le Istituzioni.
Quindi AREA Mediterranea nasce anche per una ferrea volontà di…fare. Bene, ma che “prezzo” ha questo investimento di energie? Le Istituzioni si sono…presentate? O prese da restrizioni e divieti, languono?
Certo, iniziare un progetto in nome della vicinanza e del respiro condiviso della danza proprio durante una pandemia è abbastanza stravagante – ma forse anche questo ci può caratterizzare. Le residenze artistiche sono un progetto che gode del riconoscimento del Ministero della Cultura, e sono sostenute attraverso una compartecipazione di Regione e Ministero. Noi abbiamo aderito a un bando pubblicato in estate 2020, ed abbiamo subito iniziato a lavorare assieme, ben prima di saperne l’esito. L’idea ci ha entusiasmato a tal punto che doveva procedere in qualsiasi maniera. Abbiamo ricevuto anche un bellissimo appoggio da parte della Città di Bari e Assessorato alla Cultura, e dell’Area Metropolitana di Bari, che hanno subito approvato questa iniziativa. Poi la situazione pandemica è esplosa, e hanno avuto cose ben più importanti da tutelare, e per ora noi non possiamo fare restituzioni pubbliche di tutto il bel lavoro avvenuto. C’è inoltre un dinamico e fecondo rapporto con il Teatro Pubblico Pugliese, nostro prezioso alleato in questa iniziativa. Non siamo soli, anzi!
Direi che sola non è: ha preso a “braccetto” ben tre altre compagnie oltre, naturalmente la sua (ResExtensa n.d.r.) e tutte con una loro identità artistica di spessore culturale. Quando si è loro proposta, hanno avuto…diciamo, tentennamenti? Sappiamo bene che nel “mondo” dello spettacolo, non è facilissima la collaborazione, soprattutto quando si è “Re” di un proprio “regno”.
Una cosa bellissima avvenuta durante la prima crisi pandemica è stata la nascita di un profondo incontro tra tantissimi esponenti della danza in regione. E’ stato un momento prezioso di incontro, abbiamo dato prova di una bellissima capacità di collaborare, nel rispetto delle differenti voci artistiche e di metodo. Abbiamo anche sviluppato una report che sottolinea la portata incredibile della danza in questa regione. Questi incontri mi hanno aiutato a mettere a fuoco l’importanza di un’operazione come AREA Mediterranea in questo momento. Avrei voluto coinvolgere tanti eccellenti colleghi, ma l’esperienza mi ha insegnato a mantenere una certa concentrazione e un focus ristretto, una mente un poco più ‘fredda’ del calore dettato dal cuore. Le compagnie coinvolte sono tutte realtà con le quali già avevo condiviso progetti e percorsi lavorativi, e che in tante situazioni hanno già collaborato anche tra di loro. Ci eravamo già tastati anche in situazioni concrete. Sono anche compagnie tra le quali c’è una chiara condivisione etica e di buone pratiche di lavoro, punto sul quale non transigo. Per rispondere all’ultima domanda, no, non ci sono stati tentennamenti di alcuna natura. Anzi, piuttosto c’è stata subito una generosissima risposta, e volonta a trovare le modalità giuste, con enorme e rispettosa apertura, tutti al servizio del progetto.
Domenico Iannone (ph. Gennaro Guida), Elisa Barucchieri (ph. Michele Carnimeo), Roberta Ferrara (ph. Mauro Batti), Vito Alfarano (ph. Dario Discanno).
Ferrara, Iannone, Alfarano.
Apprezzo, dunque, il suo lavoro di “diplomatico dell’arte”: Roberta Ferrara, Domenico Iannone e Vito Alfarano sono realtà della nostra regione di notevole importanza artistica. Non mi fraintenda: non vorrei “accendere” polemiche, ha faticato a guardarsi intorno o era certa delle loro doti artistiche?
Domanda facilissima!!! Ero e sono assolutamente certa del loro valore artistico!! Sotto questo aspetto, le arti non sono ‘democratiche’, e spietatamente si devono guardare tutti gli aspetti dei compagni di viaggio. Come ho detto prima, non bastano le buone idee o le buone intenzioni, bisogna trovare chi è disposto a fare che diventino concreta realtà, anche qualitativamente. Io sono entusiasta del loro lavoro, ciascuno con il proprio stile definito, con temi di interesse così differenti, con utilizzi di tecnologie, luci, musica e scene distinti e specifici. È anzi un grande punto di ricchezza del progetto, questa rigorosa diversità!
Capofila del progetto AREA Mediterranea, la prima residenza della danza in Puglia. Ospitalità, formazione e programmazione: progetto ambizioso. Mi scuso se sono ripetitivo: il progetto si propone in questo periodo storico, è casuale o è un’opportunità?
È un bel mix di tutto questo. Era il tempo giusto, e noi abbiamo colto una bellissima opportunità offerta dalla Regione. I progetti che ho fatto in passato erano aperti alle arti tutte, scelta dettata dai requisiti per Teatri Abitati, e per mia scelta, nell’Istituto Vittorio Emanuele II. Al momento serviva semplicemente che la danza esistesse, affiancata alle altre discipline. Penso che ora sia finalmente giunto il tempo dell’attenzione specifica sulla danza, di una voce forte della danza, grazie ad un lavoro eccelso fatto in questi anni, dalle istituzioni e dai danzatori stessi. Ora c’è un potente fermento di qualità in tutta la regione, le voci artistiche sono molteplici, il pubblico è più consapevole, i tempi sono giusti, finalmente! Quello che sono e siamo riusciti a fare con AREA Mediterranea è frutto di una bellissima commistione di opportunità, sfruttate con intenzioni condivise, per le quali vale la pena lavorare.
Un bel messaggio quindi. Mi rende fiero, sa? Anzi, se “lotta” deve essere, mi tenga “schierato” con altri, per il fine da lei mirato, naturalmente. Però, mi permetta: ci vuole un notevole coraggio ignorando che “domani” non sappiamo ancora come comportarci. Ritornando al di lei “guerriera”, è intimorita dal domani? Alludo naturalmente ad AREA Mediterranea…
Beh, sì. E anche, no! AREA Mediterranea è un sogno. Ma è un sogno condiviso, ed è un bisogno importante dell’intero settore. Questo è solo il primo piccolo passo. Tanto credo in questo progetto che da quando è nato, a luglio 2020, fino all’aggiudicazione – arrivata nel 2021, ho rischiato di prima persona, investendo e sostenendo solo attraverso ResExtensa. Dal momento dell’aggiudicazione, ho coinvolto anche i colleghi, che si sono buttati quanto me nel progetto! Prima ho rischiato credendoci io, poi loro si sono presentati con il loro entusiasmo ancora più potente. E abbiamo fatto cose bellissime, con progettualità da noi sostenuta che durerà fino all’inverno prossimo. I progetti nascono per amore, e i primi passi avvengono per amore ed entusiasmo. Ciascuno ci mette molto più del richiesto. E così nasce. Poi serve una struttura solida, certezze. E prima o poi serviranno gli spazi. In questo momento abbiamo ricevuto collaborazione da Teatro Abeliano, Teatro Kismet, AncheCinema Royal, le scuole di danza Fresh Family di Brindisi e Fuoriscena di Rutigliano. ResExtensa ha creato una residenza estiva tra i trulli di Cisternino. Gli spazi sono stati giusti e bellissimi. E grazie a tutti, siamo anche riusciti a lavorare in questi tempi di pandemia, nel pieno, rigoroso rispetto delle norme sanitarie! Ma ora servono spazi dedicati e garantiti in maniera pluriennale. Servono spazi dove non si sia ospiti, ma padroni di casa.
Servirà una progettualità a lungo termine. Il progetto riconosciuto termina il 31 marzo. Noi abbiamo deciso di proseguire comunque, ed abbiamo già azioni calendarizzate fino a dicembre 2021. Certo, a nostro rischio, a nostro investimento. Ma questo è proprio il punto. È con amore e generosità. AREA, noi quattro, intendiamo procedere, intendiamo strutturarci meglio grazie all’esperienza acquisita, e abbiamo qualche ‘sassolino nella scarpa’ per le cose che non abbiamo potuto fare per via del COVID19. Abbiamo ancora tanto da fare, e vogliamo continuare. Quindi sono ottimista. Tra di noi c’è solo entusiasmo, e sento una importante attenzione da parte delle istituzioni. So che sono al nostro fianco e quando potranno, saranno parte attiva con noi. Io mi auguro che AREA Mediterranea sia un progetto nato ora, che noi lo si sviluppi bene in questi anni, e che tra 50/60 anni diventi un punto di riferimento internazionale importante, per tutte le arti del corpo e per l’incontro tra artisti da ogni punto del globo, che abbia nutrito e segnato in bene la vita di tanti artisti e di tanti spettatori! Questo è il mio sogno.
RexEstensa Equilibrio Dinamico
Rifletto: AREA Mediterranea nasce in Puglia. Ha reso noto che proprio la nostra regione ha risorse storiche e culturali millenarie. La Grecia Classica, i Normanni, la Roma dell’Impero… Tutto questo “passato”, non prova senso di “responsabilità” per i giovani danzatori di domani? Danzare è anche sapere, sapere la cultura di un popolo è costruire il futuro…
Dito nella piaga… Io sono una ferma sostenitrice della necessità di cultura, di educazione in tanti campi differenti! Per me si deve sapere. Si deve avere fame di conoscenza. Faccio fatica con chi non ha curiosità. Faccio molta fatica con l’ignoranza evitabile e pigramente accettata. Faccio fatica con l’estetica vacua, e faccio fatica con l’auto referenzialità narcisistica. Senza curiosità, senza profondità, senza un punto di vista, cosa diciamo? …del nostro piccolo, limitatissimo mondo? Una volta in conferenza stampa, quando lavoravo per Carolyn Carlson, lei ha detto che sceglie i danzatori dalla luce che hanno negli occhi, perché di bravi tecnicamente ce ne sono tanti. Ma con la luce… Ecco, io credo in questo. Dobbiamo avere luce negli occhi e fame dentro, per ogni singola cosa. E penso che il pubblico lo senta. E’ nostra responsabilitàL’opportunità di un centro per la danza, e per le arti, è anche questo. Un luogo nel quale questo diventa valore imprescindibile, un luogo nel quale si possa aiutare tutti in questa via.
Ha ragione: riconosco nel progetto AREA Mediterranea, didattica e studio, quindi formazione. Quattro “paladini” delle arti coreutiche pronti e ben motivati. Le sembrerò un “romantico”, ma mi incanta sapere che ci sono quattro danzatori, nonché coreografi, nonché maestri, che prepareranno futuri “soldati” della scena della danza. Mi “permetto” di “scavarle” il suo animo: ha dubbi? Non c’è eroe che nel proprio intimo…abbia dubbi. Questo rende gli eroi, umani, le pare?
Solo il folle non ha dubbi. Solo il superficiale non vede incertezze, inciampi e necessari cambi di rotta. Se non si rispetta il mistero insondabile dell’universo, si è stolti. La più grande forza è quella di esternare anche i dubbi, le debolezze, le incertezze, gli errori, anche con e nonostante la paura. Il vero eroe non è chi non ha dubbi, ma è chi anzi li vede bene, e sceglie di affrontarli con serietà e rispetto. Ecco l’Eroe! Avere paura, dubbi, incertezze è umano. Mettersi ad affrontarli è super, chiedere aiuto e da eroi. E una delle cose più belle è che ciascuno di noi è anche prone ad aiutare, a incoraggiare, a sostenere. È bellissimo. Tanto sono sicura dei miei dubbi e delle mie incertezze quanto in questo momento sono sicura della forza di questo gruppo. Abbiamo uno stesso obiettivo, condividiamo gli stessi ideali e la stessa etica. Insieme riusciremo dove per una sola persona sarebbe impossibile. Io sogno che questa idea, questa AREA Mediterranea, che diventi realtà concreta. Ho anche molta paura che non ci si riesca, ho paura che il progetto non trovi il sostegno di cui ha bisogno, ho paura che venga deviato, o preso in mano in maniera scorretta e cambiato. Ma non sono sola, e credo nei miei compagni di viaggio, e credo ferocemente nel valore di quello che stiamo facendo, e di come lo stiamo facendo. Ne è già riprova il fatto che il bando regionale richiedeva sostegno a minimo tre compagini artistiche… e noi invece, insieme, siamo riusciti a sostenere ben SEI compagini artistiche!!! Insieme si riesce, e dobbiamo continuare. Se siamo riusciti a fare i primi passi in piena pandemia, posso sognare che ci sia tanta bellezza che ci attende.
Carolyn Carlson e Elisa Barucchieri.
Un sogno, una meta.
Bene, apriamo gli occhi e svegliamoci dai sogni. No, cosa dico: è un sogno che si realizza AREA Mediterranea o una ben conscia meta dopo anni di…lotta?
Decisamente ben conscia meta! Dopo tanti anni di idee, conversazioni, tentativi. Come ho scritto prima, all’inizio eravamo solamente AltraDanza e ResExtensa, con ottimi interlocuzioni con Teatro Pubblico Pugliese e istituzioni, a sognare questo. Ma non era il tempo giusto, non ancora. Ora si è creato un ricchissimo panorama di figure pronte per un progetto del genere. Ora un progetto così ha motivo di esistere perché ora ci sono numerose realtà che lo riempiranno di attività e contenuto. È fondamentale mantenere la chiarezza e la netta distinzione tra chi sviluppa il progetto e chi ne è ospite – cosa che vedo essere vero rischio. Non si possono confondere i ruoli: i tempi sono giusti per un centro per la danza perché alcune strutture sono diventate capaci di portare avanti e gestire un progetto del genere, e numerosi artisti ora sono attivi e capaci di riempire di significato e senso i luoghi del progetto.
La domanda, adesso, mi permetta, è a Elisa Barucchieri e con una nota di commozione: lei ha una carriera straordinaria e ha avuto maestri che hanno fatto la storia della danza. Con affetto e senza togliere nulla ai molti, chi, tra loro, sarebbe fiero del suo Progetto AREA Mediterranea?
Penso innanzitutto mio padre e la mia famiglia. In Toscana fondarono un centro del genere, per le arti e architettura già negli anni ’70, Italart Centro Studi, ed io sono cresciuta là e con questi ideali. È sicuramente grazie a questa mia personale esperienza di una vita che ho questa visione così chiara, e un sogno così feroce. Penso che a seguire sarebbe Carolyn. Lei ha una visione inclusiva, follemente innamorata del dare opportunità ad altri, nonostante tutto e contro tutto, lei ha la volontà del creare insieme, del sostenere, con generosità inossidabile. Ecco, penso che Carolyn mi darebbe, mi darà, la sua completa benedizione. E anche qualche avvertimento. Anzi, ci darà. A noi, tutti, insieme.
E’ un “balzo intellettuale” non solo legato all’attività artistica. Il progetto è ben più amplificato. Gli intenti di Elisa Barucchieri, sono di una ben più profonda formazione professionale, mirata alla preparazione del danzatore, con uno spessore culturale di fondo, perchè egli trasmetta, con la danza, il “sapere” di questa terra. La ricerca e lo studio sono importanti percorsi per arrivare alla sapienza con cui il danzatore presenterà la storia passata e…futura.
Gianni Pantaleo.
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Supervisore alle bozze: Anna Landolfi.
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