di Anna Landolfi.
Non c’è regione della nostra bella Italia, che festeggi il proprio patrono o anche le proprie feste, quelle feste che sono attese durante l’anno e che portano in piazza tutto il paese. Ancora più “sentite” sono le feste delle piccole comunità cittadine, dove ben custodite sono le tradizioni, patrimonio di una cultura. Guai a trascurarle, a dimenticarle. I grandi centri urbani, sono fin troppo “distratti” perché la memoria si conservi. I frenetici ritmi di una città, la dispersione sociale, spegne nel tempo le emozioni della “festa di paese”. Il coraggio di mantenere “viva”, tradizione e cultura, è il coraggio di tramandare ai giovani e ai piccoli, la gioia di una banda che quando da lontano senti che arriva, si aprono finestre, si lascia tutto, i bambini scendono per le vie del paese, le donne si affrettano tenendosi a braccetto le une con le altre, aspettando appaiano i musicisti, le trombe, i corni, i tamburi, tutti al passo, nelle loro divise colorate a seguire il maestro direttore… ad aspettare la banda. Cultori di tradizione e storia è il Complesso Bandistico Santa Cecilia, di Quartucciu, un centro storico-medievale ai confini con Cagliari, ensemble di giovani musicisti che nonostante sia nato poco più di un paio di anni fa, ha un background artistico importante ed è rappresentata dal suo presidente, Sandro Murru e diretta dai m.i Alessio Asunis, direttore e Silvia Saba, vice-direttore.
Alessio Asunis, musicista, direttore.
Le bande sono la voce di una comunità, di un popolo, le considero specchio della cultura di un territorio e trasmettono allegria. Lei è il presidente della Banda Musicale Santa Cecilia di Quartucciu. La sua banda è giovane, ci da un po’ della sua storia?
La nostra banda è composta da giovani musicisti e da alcuni elementi professionisti di grande competenza, tra il direttivo e i musicisti, c’è una seria collaborazione, affiatamento e allo stesso tempo divertimento, la nostra associazione nasce il 1 gennaio del 2019, con la direttiva della riforma del terzo settore dlgs 117/17. Sono stato un trombettista, ho iniziato in una banda nell’hinterland di Cagliari nel 2002, poi ho pensato con degli amici e conoscenti di costituire la banda Santa Cecilia di Quartucciu, inizialmente per problemi familiari declinavo l’invito, sino a quando non mi ha convinto l’amico Alessio Asunis e parte della popolazione di Quartucciu ha rifondare la banda cittadina, ci ho pensato su e dopo un mese avevo pronta la bozza dell’atto costitutivo e statuto…… e cosi nacque la Santa Cecilia. Il nome non è casuale, in quanto il paese non ha personaggi illustri, tanto meno la voglia di intitolarla ad un musicista o Città di Quartucciu, o ad altri santi patroni del paese perché sicuramente avremmo creato una guerra di campanilismo tra i comitati, a parte le battute abbiamo scelto il nome di Santa Cecilia appunto la patrona dei musicisti, Quartucciu può vantare la custodia del simulacro, custodito presso la parrocchia di San Giorgio. La nostra prima uscita è stata il 23 aprile in occasione della festa liturgica di San Giorgio patrono della Città, con consensi da parte di tutta la cittadinanza.
I componenti, leggo, sono trenta musicisti e tutti ben preparati. Seguo la vostra pagina social e apprezzo la disciplina con la quale vi esibite. Fiati, percussioni e tanta dedizione. Sono requisiti che il m° Alessio Asunis e la m^ Silvia Saba chiedono ai musicisti?
Non esiste un requisito particolare per poter suonare nella Banda, ma sicuramente è fondamentale e molto importante la voglia e il piacere di fare musica insieme, di collaborare e cooperare per un bene comune, per crescere, migliorarsi e stare insieme senza pensare a quello che può essere un introito economico….non si suona per i soldi ma per passione e poter condividere un momento di crescita culturale importante. La Banda non è un’azienda, non è un teatro che stipendia i propri musicisti o i propri cantanti ecc… non nasce con quello scopo, In primis è una famiglia composta da persone che hanno piacere di far musica con amore, impegno, dedizione e con assoluto scopo di solo divertimento e non economico… perché la musica viene prima di tutto e non deve passare in secondo piano! Quello che chiediamo ai musicisti che suonano con noi è proprio questo, la musica e il divertimento prima di tutto.
Silva Saba, musicista, vice-direttore.
Quali caratteristiche musicali sono necessari per fare parte di una banda? La scelta del musicista deve essere necessariamente legata a studi di conservatorio o anche da passione da autodidatta?
Il discorso del conservatorio non c’entra niente, la nostra scelta non è stata quella di inserire in organico obbligatoriamente persone che studiano al conservatorio, perché ci sono musicisti che pur non avendo frequentato o non frequentando il conservatorio suonano davvero molto bene. La Banda è una grande scuola anche di vita, e se organizzata in maniera seria (docenti, corsi, lezioni.. ecc) fornisce una grande preparazione musicale. Ricordo con estremo piacere una frase che spesso ho sentito dire dal grandissimo Maestro “Riccardo Muti” che afferma che nella sua carriera ha conosciuto grandissimi musicisti che ha ritrovato nelle Orchestre da lui dirette e che provenivano dalla Banda, persone diventate grandi professionisti cresciuti nei corsi della Banda Musicale. Per quanto mi riguarda (Maestro Alessio Asunis) e per la mia esperienza, penso che la cosa più importante sia la voglia di imparare, la voglia di dedicare tanto tempo allo studio dello strumento e la passione, non per ultimo la voglia di sacrificare rinunciando spesso a tante cose… Ho iniziato nel lontano 1989, con i corsi della Associazione Culturale Musicale “E. Porrino” di Elmas, avevo 10 anni quando ho iniziato il mio percorso di studi insieme a 45 ragazzini che come me avevano una grandissima passione per la musica e per la Banda, abbiamo studiato tanto in una grande scuola Bandistica (La Porrino), girato mezza Italia e diversi paesi Europei , vinto concorsi di Livello Internazionale (Riva del Garda) e Mondiale (Kerkrade Olanda) con un organico principalmente formato da giovani studenti cresciuti appunto nella Banda, ovviamente supportati da professionisti che ricoprivano solo le parti mancanti nell’organico…. Proprio per questo sono convinto della grande scuola che la banda può offrire e che seppur con un organico giovane e non per forza composto da professionisti si possono ottenere risultati incredibili!!
Le bande hanno origini antichissime. Un tempo accompagnavano le truppe in guerra. Poi erano ai servizi dei re e poi nell’800 divennero “bandiere” di una comunità. La trasformazione culturale da fanfara a banda, creò identità alla banda e quindi “patriottismo” di popolo. Quando sfilate, provate questo senso di affetto dalla gente?
Già nell’antichità esistevano complessi di strumenti a fiato. Gli antichi romani li usavano per manifestazioni religiose, militari e civili. Nel Medioevo si formano i primi gruppi musicali simili alla banda, tra i quali il complesso che accompagnava il Carroccio. L’origine della banda, così come è intesa oggi, però, risale al XIV secolo, quando un numero ridotto di suonatori prestava servizio presso le Corti e le Signorie, con compiti artistici e di parata. Ad oggi la banda si è evoluta formandosi in orchestre di fiati con l’integrazione di nuovi strumenti e un moderno repertorio di musiche originali per banda, colonne sonore di film, opere, musica leggera e trascrizioni musica pop e rock, quando sfiliamo o ci esibiamo in concerto, trasmettiamo tutta la passione e l’amore per ciò che stiamo facendo, la gente ci segue con orgoglio applaudendo anche durante le processioni, a parte il repertorio moderno che proponiamo.
https://www.youtube.com/watch?v=BKGFXmz372Q
La tradizione delle bande è un privilegio italiano? Ha contatti con altri complessi bandistici in Europa? Ci sono gemellaggi per uno scambio musicale di repertori?
La banda è un privilegio Italiano da custodire gelosamente, purtroppo più delle volte e anche alla poca o nulla sensibilità da parte dell’assessore di turno, questi privilegi stanno scomparendo, andiamo avanti per passione, per fare gruppo, allo stesso tempo divertirci, la nostra banda essendo giovane ha pochi contatti, quelli che abbiamo sono bande dislocate nel territorio nazionale, purtroppo a livello europeo non abbiamo ancora dei contatti, speriamo di averli a breve anche perché con il blocco delle attività causate dalla pandemia hanno rallentato tutti i nostri progetti.
In primo piano, da destra, il presidente Sandro Murru.
Il repertorio che la sua banda propone, è vastissimo. La ricerca di un’esecuzione musicale è scelta dai maestri Asunis e Saba? Possono essere richieste specifiche dalle istituzioni?
Nessuna istituzione indica quali brani poter suonare e quali no, in base alla tipologia dell’evento che dobbiamo svolgere cerchiamo di suonare dei brani più idonei per il momento, ovviamente i brani si scelgono in base a tante cose, tipo di organico che hai, alla difficoltà, e al tipo di manifestazione che devi fare si scelgono in comune accordo con i direttori insieme al direttivo.
Questa forse sarebbe una domanda per il m° Asunis. Come per le orchestre, c’è un ordine di posizione tra gli strumenti a fiato e le percussioni?
Risponde il m° Alessio Asunis: “Si è molto importante l’ordine e la disposizione degli strumenti chiaramente per quello che deve sentire il maestro e il pubblico e per motivi di equilibrio sonoro soprattutto. Diciamo che nella banda standard la disposizione degli strumenti è regolata da diverse situazioni e necessità, ci sono dei momenti (in base anche agli spazi e ai luoghi) in cui la posizione degli strumenti può variare, per esempio c’è chi usa le trombe a sinistra o chi le usa a destra, c’è chi usa le prime parti dei diversi strumenti centrali e le seconde e terze esterne o viceversa. Indubbiamente si, esiste anche una disposizione fissa che prevede le prime file occupate dai legni (clarinetti e flauti), poi i sassofoni (Sax Alto e Tenore), gli ottoni (Trombe, Tromboni, Corni, Baritoni e Tuba) che hanno una potenza sonora maggiore… diverso nelle Brass Band che prevede solo l’utilizzo di Ottoni e ovviamente saranno loro a trovarsi posizionati in prima fila. Per questioni dinamiche e di equilibrio sonoro, infine le percussioni, la posizione degli strumenti viene seguita anche su ordine che c’è in orchestra. Gli strumenti che compongono l’organico bandistico sono il flauto traverso e ottavino che sono suddivisi in prime e seconde parti, ci sono le file dei clarinetti in sib (si bemolle n.d.r.), quindi primi, secondi e a volte anche terzi o quarti, di raro si usa il clarinetto in mib (mi belmolle n.d.r.) prima si usava tantissimo, ancora più raro l’utilizzo del clarinetto contralto o il clarinetto basso… dipende dall’organico richiesto in partitura, e solitamente nei brani di media e semplice esecuzione non fanno parte dell’organico. Importante la fila dei sassofoni, contralti, tenori, baritono e soprano, le trombe (gli ottoni in generale) trombe, tromboni, corni, ci sono anche la famiglia dei flicorni baritoni, contralti, tenori, soprani, il numero e la tipologia sempre in base a ciò che è indicato in partitura. Non possono mancare gli ottoni gravi, basso tuba, per quanto riguarda le percussioni tutte dai membranofoni (timpani, tamburi, ecc.) e gli strumenti a tastiera a suono determinato ad esempio xilofono, vibrafono, marimba e glockenspiel, tutti gli idiofoni ( strumenti il cui suono è prodotto dalla vibrazione del corpo stesso dello strumento n.d.r.), come triangolo, piatti, compresi gli strumenti che fanno parte dalle diverse culture straniere, (maracas, nacchere, raganelle, ecc..) questo è l’organico della banda. In diverse occasioni sono presenti anche l’oboe, il corno inglese e il fagotto che fanno parte generalmente dell’organico di grande Banda.
Il m° Alessio Asunis.
La Banda Musicale Santa Cecilia di Quartucciu è anche scuola?
Presidente: Si abbiamo una scuola interna per la preparazione delle nuove leve che entreranno a far parte del complesso, purtroppo le bande ad oggi non hanno più un ricambio generazionale, i giovani di oggi sono attratti dal mondo virtuale, delle tecnologie, i giochi, i social… Impegnarsi e sudare dietro uno strumento musicale è faticoso e per chi ci prova tanto per provare solitamente rinuncia subito dopo le prime difficoltà… studiare uno strumento non è un gioco e necessita di tanta pazienza, voglia e passione! Quando abbiamo iniziato noi, la musica era il nostro hobby, dopo la scuola c’era la musica, studiare ogni giorno, esercitarsi per andare a lezione dal proprio maestro o per le prove in banda, ora i ragazzi preferiscono passare il tempo con il telefono… Insomma, parliamo di altri tempi e altra mentalità!!! Come dicevo la nostra scuola è finalizzata all’inserimento in banda e creare nuovi talenti è chi lo sa che qualcuno possa continuare al conservatorio e farne una professione, con i corsi regionali che partiranno a settembre saranno istituite le classi di pianoforte e strumenti ad arco, il nostro obbiettivo è ingrandire l’organico e magari inserire anche quegli strumenti che spesso non vediamo presenti nell’organico Bandistico.
La m^ Sivia Saba.
I maestri Asunis e Saba, entrambi diplomati (tromba e clarinetto): ho stima per chi ha amore per la musica. Lei è il loro presidente: ci racconta un po’ di loro musicisti e docenti?
I Maestri Alessio Asunis e Silvia Saba oltre essere Maestri (nonché Docenti presso la scuola pubblica secondaria di primo grado) e direttori sono degli amici, con loro è iniziato questo progetto della banda, mi hanno invogliato e aiutato, ci conosciamo da tempo è veniamo dal mondo della musica, stessa cosa i musicisti che hanno subito condiviso e apprezzato il nostro progetto, alcuni sono studenti del conservatorio, sia diplomati e altri che ancora frequentano. Alcuni vengono da un’altra banda che avevo fondato precedentemente, che hanno sposato con noi questo bellissimo nuovo progetto musicale. Come dicevo lo facciamo per passione, e anche per divertimento, prima di tutto viene la musica e poi il divertimento. Ho abbracciato diversi ragazzi che provengono da diversi paesi, non tutti sono del posto, questo comunque è per che credono nel loro presidente e nei direttori… insomma c’è affiatamento!!!!
https://www.youtube.com/watch?v=7_9O0Kg5ZNM
A tanta allegria, alle marce, ai brani che invogliano a ballare, trasmettete anche emozioni forti: non le nascondo che mi ha commossa la dolcezza del Canto Religioso Sardo is Goccius. Certamente in occasione di una festa religiosa. Sono esecuzioni di musiche di spartiti storici? Ad oggi, si “scrivono” partiture per bande?
I Goccius è un brano religioso in lingua sarda accompagnato dalle Launeddas (strumento molto antico della Sardegna) o su Sulittu, viene usato per accompagnare le processioni religiose o manifestazioni sarde ad esempio Sant’Efisio il primo maggio a Cagliari una festa molto sentita in tutta la Sardegna. I Goggius vengono trascritti per organico bandistico, ci sono molti musicisti sardi che trascrivono e scrivono musiche originali e non per banda. Noi in quanto giovani siamo in collaborazione di un compositore Antonio Petrillo un giovane musicista e compositore a cui abbiamo commissionato diversi lavori come alcune marce, da parata, Piccola Parigi titolo ironico e buffo in quanto accostato al soprannome della nostra città, per la nascita della banda è per la sua inaugurazione abbiamo commissionato Fedra, un’altra marcia in occasione del raduno che avremo dovuto fare a settembre scorso dal titolo “Raduno”, annullato per le imposizioni dei Dpcm causa emergenza Covid-19. Il brano che forse ci sta a cuore è Shardana Schetkes, in tre movimenti e ambientato al monumento nuragico di Quartucciu La tomba dei giganti chiamata sa dome s’Orku e gli ambienti che la circondano, un monumento di valore che si trova nel parco dei sette fratelli in territorio is Concias a Quartucciu. Non appena sarà possibile avremo il piacere di eseguirlo invitando come ospite e affidando la direzione del brano al Maestro A. Petrillo.
Banda Musicale Santa Cecilia di Quartucciu.
Un’ultima domanda: lei è presidente della Banda Musicale Santa Cecilia di Quartucciu. Occupa una posizione importante. Quanto la coinvolge emotivamente questo ruolo?
Sono il presidente, fondatore e ideatore, oltre il mio lavoro di impiegato EE.LL occupo il mio tempo libero per dedicarlo alla banda e associazione da me presieduta. Lavoro per passione, gratis anzi molte delle volte ci rimetto di tasca con l’acquisto di parti, strumenti ecc., mi piace e ovviamente lo faccio con piacere perché sono un appassionato e voglio che in primis tutti facciano bella figura, soprattutto accontentare il committente, portare in giro il nostro nome e della città. Mi piace l’ordine sono abbastanza pignolo faccio le cose per amore della musica e dell’associazione che rappresento, tutto il resto viene dopo. Mi lusinga sentire parlare bene della Santa Cecilia, per l’ordine, Le divise, i repertori ecc, la sede concessa dall’amministrazione comunale anche se in questo periodo tutte le attività sono sospese a causa delle restrizioni della pandemia con i teatri chiusi e non possiamo organizzare nessuna attività concertistica le feste patronali annullate ecc. Questo si, siamo demoralizzati e come se si fossero dimenticati del nostro settore anzi si sono dimenticati, ma stiamo andando avanti lo stesso senza nessun contributo da parte delle istituzioni, anzi dobbiamo pagare gli affitti (anche se una cifra simbolica annuale) e le utenze nonostante i locali sono chiusi da ormai un anno.
Le bande non sono “figlie di un Dio minore”. E’ luogo comune considerarle composte da “dilettanti” o “appassionati” della musica. Nell’intervista, il presidente dice: “…il m° Riccardo Muti afferma che nella sua carriera ha conosciuto grandissimi musicisti che ha ritrovato nelle Orchestre da lui dirette e che provenivano dalla Banda”. Una testimonianza di quanto l’amore per la musica e per lo strumento, sia il più fondamentale requisito perché un musicista suoni, che sia egli in un’orchestra o in una banda. Sono semmai convinta e non me ne vogliano i cultori della sinfonica, che una reale partecipazione emotiva diversa, esista: li vedi sfilare disciplinati e concentrati con i loro spartiti attenti che non volino, non sono in immensi teatri rivestiti d’oro zecchino, non sono seduti di fronte a leggii di bronzo, camminano, suonando i loro strumenti, al passo senza mostrare fatica e che faccia freddo o sia una calda giornata di sole, la banda ti strappa la gioia dei sorrisi dei bambini che saltano al loro arrivo, delle donne felici del giorno di festa, degli uomini che lasciati i pensieri del lavoro, sereni accompagnano la musica col battere le mani e il rispettoso silenzio alle esecuzioni religiose che tanto commuovono in onore del Santo. Queste sono le emozioni provate quando passa la Banda di Santa Cecilia di Quartucciu. Siamo in Sardegna gentili lettori, siamo nell’Isola, l’isola omnia.
Anna Landolfi.
In copertina: Alessio Asunis, Silvia Saba e Sandro Murru
https://www.facebook.com/santaceciliaquartucciu
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