martedì, 24 Dicembre, 2024 6:48:40 PM

BARI – Ersilia Cacace: “Tutto inizia da un’idea…”

Una necessità istintiva quella di scrivere. Una visione della realtà filtrata con i suoi occhi per poi essere tradotta in cinema. Ersilia Cacace, sceneggiatrice e scrittrice, interpreta il vissuto, ne sottolinea il paradosso, la rende surreale e svela le ansie e le paure di una generazione figlia di una tecnologia effimera.

Cercarsi dentro… Glielo chiedo io, curioso, lo spiega lei, che con pacato controllo di un raro equilibrio interiore e con discreto distacco dal mondo reale, risponde.

Ersilia Cacace

Il suo è un lavoro di ricerca interiore. Un passaggio introspettivo riportato poi, in scena. Il disagio umano. I complessi meccanismi del vivere oggi, con gli altri. Le sue sceneggiature, parlano anche di lei?

Tutto inizia da una idea. E generalmente l’input non è autobiografico. Osservare il mondo e cogliere i suoi aspetti più controversi è la mia fonte di ispirazione, finché accade che, una vicenda si fa spazio e si delinea nella mente, e scrivere quella storia diventa una sorta di necessità interiore.

L’amore per il cinema e per la scrittura, mi ha poi introdotto nella stesura delle prime sceneggiature per cortometraggio.

Scrivere una sceneggiatura per un lungometraggio invece ha delle regole, è un mestiere, e di rado si lavora da soli, ed è un’esperienza che arricchisce professionalmente e umanamente, ricordo con affetto il primo incontro con lo sceneggiatore sceso da Roma per conoscermi, una serata informale in una pizzeria di Bari, Baraonda. Un bel inizio, buone vibrazioni, come il titolo del mio film “Good Vibes”.  

 

La domanda precedente poteva essere ovvia, ma il grado di empatia che raggiunge uno sceneggiatore con il personaggio sul quale si concentra, non credo sia imprescindibile. Lo sceneggiatore si lega al soggetto. Un vissuto da osservatrice del mondo intorno?

È fondamentale mettersi nei panni del personaggio anche se è diverso da noi, altrimenti non si raggiungerebbe il fine, ossia renderlo di conseguenza attendibile.

E poi a prescindere che il personaggio rappresenti il bene o il male, ci si lega a lui, perché lo si racconta comunque con amore. 

Ersilia Cacace, scrittrice.“Sterpeta”. Les Flâneurs Edizioni

“La Rondine”. Nel disagio e nella sofferenza, c’è molta poesia. Un lavoro teatrale di profonde emozioni. Il disagio delle nuove generazioni, è frutto di un’educazione libertina degli anni delle rivoluzioni degli anni ’70?

Mi sembra poco probabile che, il disagio delle nuove generazioni lo si possa attribuire agli anni 70, sarebbe più imputabile forse, a volte, al cattivo uso dei social, che hanno comunque il loro aspetto positivo, la possibilità di connettersi con persone in tutto il mondo e ampliare la propria rete sociale. 

L’opera teatrale “La Rondine” non ha riferimenti legati a un’epoca specifica. Ne “La Rondine” infatti c’è molta poesia.

Affronta i disagi di una donna sia come figlia che, come madre. Il rapporto conflittuale con sua madre e con suo figlio fino a una risoluzione tragica.

Isabella Careccia

Uno spettacolo intenso, crudo e tenero, recentemente interpretato dall’attrice Caterina Rubini. A teatro ho raccontato anche personaggi divertenti e “Folli” come in “CIPRIA” che incarna, nella sua protagonista Lora Du Mond, l’essenza della femminilità, la Diva, l’eroina di sé stessa… il riscatto femminile e la femmina folle, l’assassina, in un’esplosione di sensualità e comicità senza peli sulla lingua, e inaspettata saggezza interpretato da Isabella Careccia, con musiche originali del maestro Nicola Devito  spettacolo che vedremo presto al Teatro Duse di Bari.

 

Caterina Murino

Il benessere economico vissuto fino a pochi decenni fa. Gli equilibri sociali raggiunti. Cosa non và più bene oggi?

È mia opinione che, l’attenzione debba essere focalizzata sulla famiglia, e che oggi ci sia poca chiarezza tra le parti genitori e figli, è come se i genitori avessero timore di impartire regole e punire, e prediligano il ruolo di “genitori amici”, che per certi aspetti è positivo ma, per altri, ne consegue che a scuola a volte i ragazzi non abbiano rispetto degli insegnanti, proprio perché non conoscono l’aspetto “autoritario“ e di guida di un adulto.  

Vincent Riotta

“Soffione”. Ha colpito moltissimo la crudezza vissuta dalla protagonista. Un lavoro cinematografico di importanza sociale e didattica. Oggi, il bullismo. Oggi, le tecnologie. Sempre oggi, la facilità di rendere umiliante la vita di una giovane innocenza. Reagire: come si fa?

Quando mi è stato proposto di scrivere una sceneggiatura contro il  Bullismo e il Cyberbullismo, la mia memoria è andata a ritroso fino alla mia adolescenza, quando, di bullismo e discriminazione a scuola non se ne parlava affatto, e gli alunni venivano classificati in quelli più o meno indisciplinati e negli introversi, ossia, quelli destinati a subire, e ciò che accadeva, non lo si raccontava a casa poiché, erano “cose di scuola…”.

Purtroppo, non è cambiato molto da allora, c’è ancora chi subisce, anzi è anche peggio, basta leggere nei social i commenti dei “leoni da tastiera”, perché “essere sensibili” è considerata ancora una caratteristica da correggere, come se, per ironia della sorte l’adolescente vessato che si suicida facesse parte di una tragica  “selezione naturale”.

Credo che sia importante parlarne in modo che, chi ne è vittima non si senta solo, e “Soffione”  finanziato dal Ministero dell’Istruzione, ha questo scopo.

Nicola Pecci

Quindi, operazioni teatrali o cinematografiche, sono di aiuto perché si possa parlare e risolvere la violenza perpetrata. L’arte fà la sua parte. E le Istituzioni?

Le opere teatrali e cinematografiche possono essere di aiuto, come ho già detto prima, perché, parlarne fa si che, chi ne è vittima non si senta solo, e per incoraggiare il perseguitato a denunciare i soprusi subiti. Sarebbe auspicabile un inasprimento delle pene per chi commette questo tipo di reato.

Mimmo Calopresti

Premio Rai Pubblica Utilità. Premio Categoria Tulipani fuori classe Talenti in erba per il Festival internazionale del cinema per ragazzi. Applaudo la sua forte dedizione dell’arte applicata al sociale. Lei ha strumenti per denunciare il sopruso, ribalta i luoghi comuni e rappresenta lo spaccato di vite oppresse. Mentore di giovani indifesi. Una missione?

Un mentore mi sembra eccessivo. Penso che, mettere a disposizione questa capacità di raccontare fino a  farne una “missione” e sfruttarla per nobili fini di informazione e denuncia sia un dovere civico, ma sarebbe  auspicabile che, ognuno di noi, in qualsiasi  campo o ruolo  copra,  ci metta un po’ del suo.

Non dimentichiamoci che “gli altri siamo noi” e questo mondo ha assunto un aspetto poco empatico.

Ludovico Fremont

I social. La visibilità. L’effimero. “Good Vibes” lo racconta. Lo spiega. Autrice e sceneggiatrice. Protagonisti importanti. Registi colti. Una realtà fantastica che esplode. Siamo tutti coinvolti?

“Good Vibes” è un fanta-thriller, composto da cinque episodi concatenati attorno a un misterioso smartphone che permette di avere la copia del telefono di chiunque e di spiarli.

Una morbosità che pervade chiunque entri in contatto con questo telefono,nella spasmodica ricerca del potere e di condizionare la vita degli altri.

Il film affronta temi come la violenza sulle donne, il bullismo e la violazione della privacy. Il titolo ironizza sul destino che incombe su chi si fa trascinare dall’esaltazione di gestire il potere della conoscenza.

Janet De Nardis

È una storia che parla delle umane debolezze, degli aspetti della tecnologia, e quanto a volte questa possa essere dannosa, e fa riflettere sul tema della privacy.

È difatti una storia fantastica… ma nulla toglie che possa realmente accadere.  Ho firmato il soggetto e la sceneggiatura con la regista  Janet De Nardis e Mirko Virgili.

Mirko Virgili

Tra gli interpreti: Caterina Murino, recente madrina di Venezia 80, a l’ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Vincent Riotta, Nicola Pecci, l’attore e regista Mimmo Calopresti e Ludovico Fremont. Lo potremo vedere al Cinema il 5 ottobre 2023.

Lei è un’analista della società contemporanea. Le nostre debolezze e le tante tentazioni, ledono il nostro vissuto quotidiano. Una lezione per i nostri lettori. Mi scuso: un consiglio, un suggerimento che ci tuteli dal marasma dell’esibizione. Può farlo, altrimenti non sarebbe così saggia.

“Saggia”? Troppo buono, la ringrazio, mi considero riflessiva. Tornando alla sua domanda…  Finché l’esibizione resta un “gioco”, può essere anche divertente, nel periodo del lockdow con i vari Tik Tok, ne abbiamo toccato l’apice, ma era una reazione per tenere a bada la paura.

Purtroppo, i social sono diventati una sorta di vita parallela dove è possibile esprimere talvolta anche il peggio di sé, oppure, di creare illusioni del tipo che, con la “visibilità” si possa raggiungere un facile successo.

Credo che occorra fare comprendere ai giovani e anche a qualche adulto che, non c’è l’esistenza “virtuale”, la vita è una sola, e il rischio di perdere il contatto con la realtà è alto, e di conseguenza, di avere una visione distorta di sé stessi, degli altri, e della vita stessa.

Riletta e corretta la bozza, Ersilia Cacace potrebbe apparire algida, Immune ai sentimentalismi, invulnerabile alle emozioni. Erro. Sbaglio. Ha semmai controllo del disastro imperante prodotto dalla velocità di consumo emotivo.

Suggestioni, eccitazioni, trepidanti azioni quotidiane che nemmeno sono percepite. Così veloci, così bruciati. Si macina niente e niente resta.

Lei, placida, sa controllare senza dispendio di energia le emozioni. Comprende il disagio e il pericolo prossimo. Diversamente, non svelerebbe un’esistenza subìta ma pronta a sollevarsi. 

Gianni Pantaleo. 

 

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