giovedì, 26 Dicembre, 2024 9:17:03 AM

Bari – S’intitola Cuore Meridiano, il nuovo disco dei Radiodervish

Dagli Area a Franco Battiato, passando per lo chansonnier franco-greco Georges Moustaki e il cantautore berbero Idir, i Radiodervish esplorano quattro loro autori di riferimento in «Cuore meridiano» (Cosmasola Edizioni Musicali), nuovo progetto discografico comprendente, inoltre, una rivisitazione in chiave più rock di «Giorni senza memoria», il brano inedito che aveva segnato l’incontro tra la formazione di Nabil Salameh e Michele Lobaccaro e Massimo Zamboni dei Cccp (poi Csi).

Il disco è stato presentato il 21 giugno, in anteprima alla Libreria Zaum di Bari, in un incontro con Luca Basso, in coincidenza con l’uscita sulle piattaforme digitali acquistabile in formato cd dal 28 giugno e in vinile dal 28 luglio.

Gioiello musicale, «Cuore meridiano» comprende, dunque, quattro brani provenienti da autori mediterranei che hanno plasmato l’anima e la sensibilità della formazione pugliese e che per i Radiodervish rappresentano un messaggio necessario per la nostra epoca.

La reinterpretazione delle loro composizioni, attraverso gli arrangiamenti realizzati con Alessandro Pipino e il contributo di Pippo D’Ambrosio, Andrea Senatore e Adolfo La Volpe, si carica pertanto di nuovi significati rispetto ai tempi attuali.

Inedita risulta la presenza fisica del brano «Giorni senza memoria», in passato uscito soltanto sotto forma di videoclip e qui riarrangiato in chiave rock ancora una volta con le chitarre elettriche di Massimo Zamboni, sempre più in primo piano.

La canzone, scritta da Michele Lobaccaro e Nabil Salameh in forma di ballata, trova spazio in questo progetto per il suo contenuto estremamente attuale e diventa un invito a riflettere sui genocidi e i crimini contro l’umanità rimasti a differenza della Shoa «senza memoria»,

Dallo sterminio dei nativi americani all’olocausto degli armeni, dalle centinaia di migliaia di morti causati dalle bombe atomiche sganciate sul Giappone alla follia criminale dei Khmer rossi, per giungere all’apartheid israeliano contro il popolo palestinese.

«Ma oggi che i testimoni viventi di quel terribile genocidio perpetrato nel cuore dell’Europa stanno scomparendo, e ci si pone il problema di come non dimenticare senza cadere nella retorica – spiegano i Radiodervishprobabilmente la strada sarà proprio quella di allargare lo sguardo sul tema del male nella sua manifestazione multiforme, sempre presente e possibile, senza rischiare di cristallizzarlo e assolutizzarlo in un ben preciso evento.

Superando le visioni parziali e contribuendo alla costruzione attiva di una memoria viva e continuamente in dialogo con l’attualità, in un’ottica di speranza, come suggerisce il ritornello di “Giorni senza memoria” attraverso le parole “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”»

 

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