Coraggio, sì. Intraprendenza, caparbietà, fede. Un progetto, un pensiero, un’idea, sono difesi e se ci credi, li realizzi. Si ammirano i “condottieri” di raro ingegno artistico. Soprattutto nell’arte della Musica. La Musica decantata dalla grecia classica, la Musica protetta dagli dei. Oggi diremmo sovrintesa da un Tutor, duemila anni, nell’immaginario delle menti fervide greche, lo faceva Euterpe, musa ispiratrice dei “musici” custode del genio delle note.
Oggi quella stessa Musa, la chiamaremmo Teresa Satalino, direttore d’orchestra, direttore artistico della AYSO, Apulian Youth Symphony Orchestra, realtà musicale di alto spessore culturale che sostiene e propone la musica ai giovani fatta dai giovani. Le finalità sono quelle di sensibilizzare alla musica quella generazione un po’ “distratta” dalla bellezza dell’ascolto e con criteri contemporanei, avvicina le nuove generazioni invitandole all’ascolto. E’ la mission del m° Teresa Satalino.
AYSO è una realtà coraggiosa. Soprattutto per la professione del musicista, spesso, molto spesso, considerato un lavoro empirico, che non identifica la stabilità di un impiego. Un riscatto per i giovani professionisti della musica?
AYSO è si una realtà coraggiosa perché vuole offrire delle opportunità a tanti giovani musicisti, aiutandoli a credere nel loro talento affinché questo possa un giorno condurli ad intraprendere una carriera professionale di successo.
Terminati gli studi di Conservatorio, il musicista e il suo strumento, aspettano un domani fiducioso su quanto hanno imparato. E’ l’AYSO a dare questa fiducia?
La valorizzazione del talento è una cifra che contraddistingue AYSO. I musicisti di AYSO frequentano OrchestrAcademy, una accademia di formazione orchestrale che propone percorsi professionalizzanti a sostegno della loro carriera e che costituisce difatti un prezioso trait d’union tra il sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale ed il mondo del lavoro nelle orchestre professionali.
La formazione di alto livello, basata su standard qualitativi internazionali, è garantita dalla presenza di tutor prime parti di grandi orchestre nazionali e internazionali che lavorano a stretto contatto con i giovani musicisti.
Il risultato è un bellissimo scambio tra le esperienze dei tutor e l’entusiasmo e la capacità di mettersi in gioco dei giovani musicisti. Quale migliore combinazione per infondere fiducia e determinazione nei musicisti del domani.
Lei, direttore, non dirige solo i giovani nei concerti, è anche mentore e mater di quei musicisti che scalpitano perchè possano essere parte di un’orchestra. Un ruolo faticoso che deve reggere tutti i sentimenti di ognuno di loro. Una missione?
Si, è senz’altro una missione l’essere mentore di giovanissimi musicisti ambiziosi e desiderosi di avere un futuro lavorativo come musicisti professionisti. Credo che l’essere donna e madre sia un valore aggiunto nella realtà di AYSO.
Quando sono davanti a loro non posso non percepire le emozioni che trapelano dai loro sguardi, e il sentirmi un po’ mamma di tutti senz’altro mi aiuta a gestire tutto questo, creando un equilibrio in cui ciascuno possa esprimere il proprio valore.
La determinazione per far sì che l’AYSO si presenti ai concorsi o si esibisca nei prestigiosissimi templi della musica, oltre l’Europa, ha un costo, in termini di energia, di dedizione altissima. Quanta parte del suo tempo dedica alle relazioni internazionali?
Le relazioni giocano un ruolo fondamentale per un progetto come il nostro. Dal 2018, l’energia e la dedizione quotidiana mi hanno aiutata a costruire una realtà che si contraddistingue per la sua qualità e professionalità. OrchestrAcademy e AYSO quotidianamente ricevono prestigiosi attestati di stima per la serietà e l’onestà intellettuale con la quale conduciamo le nostre attività…
Il repertorio. La difficoltà di esecuzione di un compositore, ha un metro di valutazione perchè i giovani dell’AYSO, possano presentarlo ad un pubblico preparato all’ascolto? Lo spettatore presente ai concerti, è il miglior “critico” della musica classica…
La scelta dei repertori non è mai scontata, ma sempre ambiziosa sia dal punto di vista tecnico che per la scelta di titoli insoliti e alternativi al repertorio tradizionale.
Tra i principali obiettivi di AYSO vi è quello di avvicinare il pubblico, soprattutto le famiglie, i bambini e gli adolescenti, ad un genere che ancora oggi appare ingessato e incomprensibile ai non addetti ai lavori.
È fondamentale quindi trovare percorsi creativi per formare il pubblico e garantire una nuova generazione di fruitori per i nostri giovani musicisti. E un’orchestra giovanile come AYSO non può che trascinare ed appassionare il pubblico con la sua travolgente energia.
Mi perdoni la domanda confidenziale: disciplina è anche bacchettare il giovane musicista? Sa, direttore perché le faccio questa domanda, perché il non riuscire a eseguire alcuni passaggi dello spartito, è una disperazione per il musicista che in cuor suo, piange per non deludere il suo maestro.
Per ogni musicista la disciplina è parte imprescindibile del proprio lavoro quotidiano. Nessuno di noi bacchetta i giovani musicisti. Facciamo piuttosto in modo che ognuno di loro possa vivere una situazione ricca di stimoli alla ricerca della qualità nei dettagli. “Fare bene” è volere condiviso, sia da parte dei docenti, sia da parte dei giovani musicisti.
Praga, Vienna, New York… non cito l’Europa e nemmeno la nostra città: è noto. Le sue partecipazioni e anche collaborazioni, sono queste importanti esperienze che le hanno permesso di mettere su l’AYSO?
AYSO ha preso vita proprio da una visione e da un modo di intendere l’orchestra giovanile che nasce all’estero. Il mio modello è stato quello avviato da Josè Antonio Abreu in Venezuela, un progetto non solo musicale, ma anche pedagogico e sociale, che ha puntato all’integrazione e alla formazione gratuita dei più giovani all’insegna della musica e della pratica orchestrale.
L’orchestra può essere infatti un modello di società ideale, dove ognuno è fondamentale e indispensabile all’altro per la qualità del lavoro d’insieme e per il raggiungimento di un risultato comune.
Settanta musicisti! Direttore: solo il numero, riempie di sorpresa e entusiasmo lo spettatore. Erano questi i suoi intenti?
Quando nel 2018 è nato questo progetto si voleva dare una opportunità di formazione di alto livello a tanti giovani talenti pugliesi ed evitare la fuga di cervelli.
Così è iniziata un’avventura che giorno dopo giorno ha allargato il suo raggio d’azione, oltrepassando i confini regionali e raggiungendo giovani che ormai arrivano in Puglia da tutta l’Italia, e non solo. Nelle ultime audizioni sono arrivate centinaia di richieste per entrare a far parte di AYSO e questo non può che renderci orgogliosi e consapevoli di essere sulla strada giusta.
Quando si lavora con e per i giovani, in un mondo in cui spesso è difficile trovare la propria strada, i propositi non possono che essere ambiziosi e lungimiranti e mi auguro riusciamo a perseguirli e a realizzarli nel migliore dei modi.
Un’ultima domanda: cosa non ha ancora proposto musicalmente al pubblico e dove desidererebbe sia ospitata l’AYSO…i suoi ragazzi.
Io e mi miei collaboratori viviamo sempre un work in progress. Chissà dove ci porterà.
“…chissà dove ci porterà”. Potrebbe sembrare una risposta colma di fiducia. Non è così. E’ un’affermazione! Una vela al vento è portata da esso perchè comunque è spiegata ad esso. E AYSO, guidata dal m° Teresa Satalino, non farà che seguirlo, perchè dovunque approderà, trascinerà il pubblico nel peregrinare delle note.
Gianni Pantaleo.
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